Seppur non molto conosciuto, quello di Norchia è uno dei siti archeologici più belli di tutta Italia. Basti pensare che, grazie al patrimonio che conserva, viene considerata persino la “Petra d’Italia“.
La Necropoli di Norchia prende vita nel tufo di un un fitto bosco posto sull’antico tracciato romano della via Clodia, nel comune di Vetralla in provincia di Viterbo. Un luogo in cui i resti etruschi e romani si alternano alle rovine dell’abitato medievale. Un insieme straordinario di tesori che rendono questo posto rimasto fermo nel tempo uno spettacolo davvero unico al mondo.
Norchia, quindi, non è solo uno dei posti più importanti della Tuscia viterbese, è anche un luogo affascinante, misterioso e dalla storia millenaria.
Un’area, quella di Norchia, che smembra essere stata abitata fin dall’epoca del Bronzo Medio. A dimostrazione di questo ci sono le sepolture a “grotticella” nella zona Piano del Casalone e i fondi di capanne lungo il lato orientale della collina riportati alla luce nel 1970.
L’insediamento etrusco di Norchia sorgeva su uno sperone tufaceo – tipico della zona – che era delimitato a ovest dal torrente Biedano e a est dal fosso Pile. E fu dal IV a.C. che qui iniziò la realizzazione delle più celebri e monumentali tombe della Necropoli. Senza dimenticare i numerosi resti ceramici e le opere di ingegneria come il fossato artificiale e la muraglia a grandi blocchi di tufo squadrati.
Da non perdere assolutamente sono le Tombe a Dado e semidado che ancora oggi resistono sotto le pareti di tufo. Risalgono a un periodo che va dal IV al II secolo a.C. e sono tutte rivolte verso occidente, punto da cui è possibile ammirare il calare del sole.
Non è affatto un caso che alcune di queste risultino essere tra le più importanti del mondo etrusco: la Tomba Ciarlanti, la Tomba Smurinas, la Tomba Prostila e la Tomba Caronte nella necropoli del Fosso di Pile e la Tomba dei Lattanzi in quella del Biedano.
Sfortunatamente dell’acropoli, che letteralmente significa “città alta”, non è praticamente rimasto niente. Ma dagli studi condotti fino a questo momento è emerso che questa antica antica città etrusca era ben difesa dai tre torrenti. L’unica parte esposta era quella più a sud che i coraggiosi Etruschi difendevano con un muro e una torre d’avvistamento.
Tuttavia, una volta sconfitti gli Etruschi arrivarono in zona i romani e Norchia entrò a far parte del municipio di Tarquinia. Mentre durante il periodo dell’alto e del basso Medioevo la città di Orcla venne battezzata Norchia e rimase attiva fino al 1453. Da quel momento in poi venne abbandonata perché invasa da un’epidemia di malaria. Oggigiorno di quel periodo sono ancora visibili alcune testimonianze come il castello e la chiesa di San Pietro del IX secolo.
Insomma, Norchia è uno dei siti archeologici più importanti di tutto il nostro Paese, una spettacolare Necropoli che grazie alla sua bellezza e ricchezza può essere considerata la “Petra d’Italia”.