Fede e modernismo: 5 cose da vedere nella capitale dell’Eritrea

Visitare i 5 luoghi religiosi più belli della capitale dell’Eritrea. Le cattedrali, la moschea e la sinagoga: l’impronta degli architetti italiani ad Asmara

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Redazione

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Le cattedrali, la moschea e la sinagoga. Fedi diverse, ma un unico stile quello del razionalismo modernista del periodo coloniale italiano che cambiò per sempre il volto di Asmara, capitale dell’Eritrea.

La cattedrale di Asmara consacrata alla Beata Vergine del Rosario nella capitale dell’Eritrea fu costruita tra il 1921 e il 1923 dal primo vicario apostolico dell’Eritrea, con l’assistenza delle autorità coloniali italiane, in stile romanico lombardo. Oggi è una chiesa parrocchiale sede della metropolitana chiesa cattolica eritrea, una delle chiese cattoliche orientali in comunione con la chiesa di Roma.

L’edificio venne realizzato al posto di un’antica chiesetta dedicata a San Marco, su un disegno dell’architetto milanese Oreste Scanavini, col tipico impiego di mattoni a vista. È stata dedicata alla Madonna del Rosario. Si tratta di un edificio a tre navate con transetto e tre absidi, misura 40 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 25 fino alla lanterna coronata da una statua dell’arcangelo Gabriele. L’iniziatore della costruzione fu monsignor Camillo Francesco Carrara, vescovo titolare di Agatopoli e primo vicario apostolico d’Eritrea.

Una grande lapide posta all’interno dell’edificio ricorda i benefattori dell’edificio tra questi l’allora primo ministro Benito Mussolini e altre personalità importanti dell’epoca. La pala d’altare con l’Assunzione di Maria del pittore romano Carlo Maratta è stata donata dal re d’Italia Vittorio Emanuele III di Savoia. Più tardi cominciò la costruzione del campanile (oltre 52 metri) opera portata a termine nel 1925 dopo la morte di Carrara. Le campane sono otto e sono state ricavate dai cannoni austro-ungarici catturati nella prima guerra mondiale. La più grande pesa 38 quintali. È stato installato un orologio elettronico. Nel complesso religioso risiedono anche una scuola elementare, un monastero e un convento, presenti sin dalla costruzione iniziale dell’edificio.

La cattedrale ortodossa di Santa Maria (Enda Mariam) è la cattedrale ortodossa della capitale dell’Eritrea e si trova in via Arbate Asmara. L’edificio di culto è stato costruito durante il periodo coloniale italiano ed è uno dei grandi edificio religiosi della città. Originariamente si trattava di una chiesa molto semplice (lunga 7 metri) in muratura a testa di scimmia che culminava con una croce ortodossa. Nella commissione reale inviata dal governo italiano nel 1892, Ferdinando Martini scrive che la chiesa somigliava a un fienile.

L’aumento della popolazione rece necessaria l’edificazione di una nuova chiesa più imponente e il progetto venne affidato nel 1920 all’architetto italiano Ernesto Gallo. Il 27 settembre 1938 venne posata la prima pietra dell’edificio attuale in stile razionalista modernista caratterizzato da due imponenti torri laterali. La chiesa ha una piante rettangolare e la facciata in mattoni rossi a pietre e strisce orizzontali alternate che richiamano il legno e la pietra tipici dell’architettura aksumita, ed è decorata da 7 grandi mosaici colorati con figure di santi, sovrastati da croci ortodosse.

Kidane Mehret nella via Adi Quala è la chiesa che contiene la cattedra dell’arcieparca della capitale. Il termine Kidane Mehret in lingua eritrea ge’ez significa “Patto della Misericordia” e si riferisce alla tradizione etiopica di una che narra di una promessa di Gesù a sua madre con la garanzia del perdono dei peccati a chiunque avesse invocato l’intercessione della Vergine. Se la beata Vergine del Rosario era la chiesa di riferimento per i cattolici europei, Kidane Mehert lo era invece per i cattolici locali e oggi è l’univa vera cattedrale della capitale dell’Eritrea.

Non solo chiese. Ad Asmara è magnifica anche la moschea dei califfi, la più grande di tutta la città. Situata in viale Harnet è uno dei più importanti edifici religiosi della capitale, progettata dall’architetto italiano Guido Ferrazza e costruita nel 1938 per volere di Benito Mussolini che voleva impressionare la popolazione locale che aveva il 38 % di residenti.

La moschea della capitale dell’Eritrea progettata da Guido Ferrazza incorpora e fonde in sé gli elementi tipici dell’architettura islamica con gli stili del razionalismo italiano del neoclassicismo, ispirandosi alle precedenti edificazioni coloniali di Tripoli. Il minareto, situato nella parte posteriore dell’edificio, si slancia un basamento alto che ricorda una colonna romana, visibile a tutta la città: è caratterizzato da due balconi, in stile rococò italiano o tardo barocco. Ai piedi del minareto la moschea dispone di un portico esterno realizzato nella forma di loggia neoclassica suddivisa in tre parti e colonne arrotondante. Le colonne sono in travertino di Decamerè, mentre i capitelli sono in marmo di Carrara, la grande cupola centrale è un cemento e vetro. Decorata con elementi islamici domina l’interno della grande moschea caratterizzata da semplici volte su 42 colonne decorate.

È un piccolo gioiello anche la sinagoga, realizzata nel 1906 per la comunità ebraica della capitale dell’Eritrea. La facciata è in stile neoclassico ed è ricoperta da mosaici in ceramica bianca caratterizzata da in rosone centrale con la stella di Davide a fianco due nicchie coi rappresentativi menorah e la torah. L’edificio è circondato da mura chiuse da un cancello in ferro battuto con decorazione ebraiche.