Sulle pendici di un colle piemontese, in provincia di Cuneo, sorge in una posizione incantevole il piccolo borgo medioevale di Monforte d’Alba. Parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia sin dal 2008, appartiene al gruppo degli undici comuni che producono il vino Barolo e dell’Unione di comuni Colline di Langa e Barolo.
Le stradine strette, a Monforte d’Alba, conducono sino alla piazza centrale Antica Chiesa e al famoso anfiteatro a cielo aperto: da qui la vista sui vigneti è qualcosa di magico. Soprattutto al tramonto, quando si trasforma in un paesaggio dai colori mozzafiato. Sarà per questo che – quei vigneti – sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Cosa vedere nel piccolo borgo
Il cuore di Monforte d’Alba risiede nella parte antica del borgo, arroccata su di una collina che domina la parte nuova del comune. Qui l’Auditorium Horszowski, l’anfiteatro naturale ricavato dalla pendenza del terreno e inaugurato dall’omonimo musicista nel 1986, vede tutto un susseguirsi di gradoni rivestiti d’erba.
Il palco è stato realizzato con un muro di cinta e, a dominare, è quella torre campanaria unico resto dell’antica chiesa medioevale andata distrutta. Il risultato? Un’acustica perfetta, che ha fatto sì che musicisti del calibro di Paolo Conte abbiano organizzato qui diversi concerti, e che la rassegna internazionale Monfortinjazz sia ormai un appuntamento imperdibile nel mese di luglio.
Nella parte vecchia, gli antichi palazzi nobiliari e borghesi sono stati restaurati e si ergono come piccole e preziose opere d’arte, tra la costruzione barocca dell’Oratorio di S. Elisabetta e la facciata della Chiesa dei Disciplinati.
Le Meridiane ancora visibili sono due: quella in via Del Carretto presenta al centro una clessidra alata; l’altra, in via Vallada, sulla torre annessa al palazzo già Martina, reca in alto la scritta “Soles occidere et redire possunt nobis cum semel occidit brevis lux, nox est perpetua una eterna dormenda” di Catullo (“Il sole può calare e ritornare per noi, quando la breve luce cade resta una eterna notte da dormire”).
Nella parte nuova si trova invece la chiesa di Monforte, realizzata dall’architetto Giuseppe Gallo di Torino e terminata nel 1912: lo stile neogotico con pianta a croce latina si accosta al campanile, all’ampia gradinata e alla facciata divisa in tre corpi verticali. Se volete tornare bambini per un attimo, troverete inoltre due panchine giganti del progetto creato dal designer Chris Bangle: la misura, enorme, vi permetterà di sentirvi un po’ come Alice nel paese delle meraviglie. Ovviamente, non possono mancare le numerose cantine dove brindare con dell’ottimo vino tipico di questa zona, ideale per accompagnare i sapori e i profumi del cibo.
Enogastronomia d’autore
Il borgo di Monforte d’Alba offre molto al visitatore per quanto riguarda la cultura enogastronomica. L’influenza della Liguria e della Valle d’Aosta si ritrova nella gustosa bagna cauda e nella fonduta. Tra gli altri piatti tipici il vitello tonnato, la carne cruda all’albese, le frittate, il fritto misto alla piemontese, i tajarin, i ravioli al plin, gli gnocchi di patate e le lasagne al sangue. Come dimenticare poi il brasato al Barolo o il bollito misto accompagnato dal bagnet verd? Tutto ovviamente da concludersi con le “Tume”, il “bonet”, la torta di nocciole o le paste secche di meliga con lo zabaione. E solo per gli intenditori, del fungo ipogeo per eccellenza, il profumato e prezioso tartufo d’Alba.
Per concludere con gusto la visita ad un borgo magico.