Viaggio in Etiopia, dove è ancora il 2016 (e perché)

Fare un viaggio in Etiopia vuol dire tornare indietro nel tempo, ma non in senso metaforico: qui è ancora il 2016, mentre in quasi tutto il mondo è il 2024

Pubblicato: 18 Giugno 2024 07:30

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

“Ehi Doc, dove siamo?” chiede Marty, “Ragazzo, la domanda esatta è: quando siamo!”, risponde Doc di “Ritorno al futuro”. Ed è un po’ quello che potrebbe succedere in Etiopia, Stato dell’Africa Orientale, perché qui il 2024 è ancora molto lontano, dal momento che secondo il calendario locale oggi siamo nel 2016. Ma come è possibile?

Perché in Etiopia è ancora il 2016

L’Etiopia, considerata la culla dell’umanità, è uno di quei posti in cui pare quasi possibile fare un vero viaggio indietro nel tempo. Non solo per i suoi siti storici di immenso e incredibile valore, ma perché da queste parti i giorni, le settimane, i mesi e persino gli anni scorrono diversamente rispetto a tantissime altre località del mondo.

Attualmente, infatti, è ancora il 2016: mentre la maggior parte della popolazione segue il calendario Gregoriano, qui vige il calendario etiope che è composto da ben 13 mesi. Per la precisione, 12 di questi sono da 30 giorni ciascuno, mentre uno solo conta cinque o sei giorni, a seconda che sia o meno un anno bisestile.

Ma c’è persino di più, perché ad essere diverso rispetto al nostro è il vero e proprio scorrere del tempo, in quanto l’Etiopia divide le giornate in due metà da 12 ore ciascuna, che iniziano alle 6:00 del mattino invece che a mezzanotte.

Per scoprire la ragione esatta per cui da queste parti è ancora il 2016 bisogna fare (fa quasi sorridere scriverlo) un vero e proprio salto indietro nel tempo per arrivare, a 88 miglia orarie, nel 500 d.C, periodo in cui la Chiesa Cattolica cambiò i suoi calcoli sulla data di nascita di Gesù. Sì, perché anche il calendario etiope si basa sempre sulla venuta al mondo di quello che è considerato il figlio di Dio, ma a differenza di quasi tutto il pianeta ha mantenuto i calcoli originali, e per questo in Etiopia è “ancora” il 2016.

Chiamato calendario Ge’ez, è di quasi 8 anni in ritardo rispetto al Gregoriano e vede il Capodanno in quello che per noi è l’11 settembre: in questo 2024, quindi, per gli etiopi inizierà il 2017. Seppur particolari ed arbitrari, questi calcoli sono senza ombra di dubbio un’eccezionale ed affascinante testimonianza della diversità culturale e storica di questo magnifico Paese.

La bellezza del Capodanno etiope

Il prossimo 11 settembre, quindi, sarà il momento del Capodanno etiope, una celebrazione molto sentita ed estremamente affascinante. Il suo nome, in lingua originale, è Enkutatash, parola che in italiano significa “dono di gioielli”.

Colorato, vivace e divertente, rappresenta la fine della stagione delle piogge e quindi una fase di rinascita: nel Paese iniziano a sbocciare tantissimi fiori di colore giallo brillante chiamati Adey Abeba.

Tra le tradizioni più sentite c’è quella di festeggiare soprattutto in famiglia, gustando un ottimo pranzo tipico e scambiandosi doni. Ma non è di certo l’unica, perché in questo momento particolare dell’anno diversi gruppi di giovani di ragazze sono solite camminare per le strade intonando la canzone “Abebayehosh”, mentre altri suonano la batteria.

Tra i piatti tipici mangiati dalle persone del posto non possiamo non menzionare il Doro Wot, uno stufato di pollo piccante servito con riso o focaccia; il Dulet, a base di carne macinata, fegato e trippa di agnello; il Ga’at, il più delle volte preparato con farina d’orzo o di mais e servito con una salsa al centro.

Infine la cerimonia del caffè, che inizia abbrustolendo in padella i chicchi ancora verdi che vengono poi macinati con mortaio e pestello fino a diventare polvere da trasferire in una caffettiera d’argilla. Una volta pronto, il buonissimo caffè etiope viene servito in tazze con un cucchiaio di zucchero e una ciotola di pop corn caldi.

Viaggio in Etiopia, informazioni utili

Non è impossibile andare in Etiopia, ma purtroppo al momento il sito della Farnesina sconsiglia di fare viaggi in questo Paese a causa della presenza di una serie di scontri che sono in costante evoluzione.

Ciò non toglie che sia un Paese eccezionale, e che in qualche maniera sia riuscito a crescere molto anche dal punto di vista turistico. Ma non c’è da sorprendersi più di tanto: Addis Abeba, l’ampia Capitale etiope situata sugli altopiani confinanti con la Grande fossa tettonica, è una megalopoli piena di persone pronte a regalare sorrisi. Qui c’è il mercato più grande dell’Africa in cui trovare di tutto, e anche il Museo Nazionale dove riposano i resti Lucy, l’ominide più antico del Paese che gli ha donato il titolo di “culla dell’umanità”.

Poi ancora Lalibela (una delle città più sacre dell’Etiopia insieme ad Axum, che custodisce le tracce di un antico e importante passato e la preziosa Arca dell’alleanza), dove sopravvivono 11 straordinarie chiese scavate nella roccia: non a caso viene considerata la “Gerusalemme d’Etiopia”.

Si trovano sottoterra e per visitarle bisogna scendere spalla a spalla con i pellegrini e attraversare cunicoli bui in cui in molti dicono si possa avvertire la “presenza di Dio”. Scolpite, dipinte e chi più ne ha più ne metta, sono dei veri capolavori e anche luoghi in cui scoprire bellezza pura, storia e umanità.

Decisamente straordinaria è Gondar, antica Capitale imperiale dell’Etiopia soprannominata il Camelot d’Africa, che più che un unico maniero è un vero e proprio complesso di castelli e palazzi che lasciano davvero senza fiato. Poi ancora il Parco nazionale del Semien, patrimonio mondiale dell’Unesco, in cui fare escursioni di più giorni in compagnia dei babbuini Gelada, molto amati per via della loro curiosa macchia di pelle sul petto dal colore rosso.

Infine, ma di certo non è tutto, l’Etiopia è anche il Paese in cui si trova quello che è ritenuto il luogo più inospitale della Terra: la Depressione della Dancalia. Situata a circa 125 metri sotto il livello del mare, qui le temperature variano tra i 35 gradi ai 50 durante l’estate. Tuttavia, i viaggiatori più avventurosi possono attualmente visitare questa spettacolare e remota zona dell’Etiopia.