Visita ai Gessi sulle colline bolognesi, nuovo Patrimonio Unesco

Il Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell'Abbadessa è un nuovo Patrimonio Unesco per via del fenomeno "Carsismo e grotte nelle evaporiti dell'Appennino settentrionale": cosa vedere

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Pubblicato: 29 Settembre 2023 10:34

Sì, è successo di nuovo: l’Italia, anche in questo 2023, ha ottenuto un nuovo sito Patrimonio Unesco – il 59esimo, ad essere del tutto onesti – ed è una meraviglia della natura situata in Emilia-Romagna. Parliamo del Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa che ha guadagnato questo riconoscimento per via del fenomeno “Carsismo e grotte nelle evaporiti dell’Appennino settentrionale”.

Cosa sono i Gessi sulle colline bolognesi

Ci troviamo in una splendida area naturale protetta che si fa spazio sulle prime pendici delle colline bolognesi. Un territorio in cui affioramenti di gesso cristallino e calanchi danno vita un complesso carsico da sempre riconosciuto tra i più importanti e studiati d’Europa.

Come si può leggere sul sito della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, “È un bene seriale, composto da 7 siti nell’Appennino Settentrionale che includono al loro interno oltre il 90% delle rocce evaporitiche affioranti sul territorio”.

Ma a rendere questa zona così speciale è anche altro, ovvero il fatto che “Si tratta del primo fenomeno di carsismo evaporitico studiato nel mondo e include alcune delle cave di gesso più profonde (fino ai 265 metri di profondità). I 7 siti sono Alta Valle Secchia, Bassa Collina Reggiana, Gessi di Zola Predosa, Gessi Bolognesi, Vena del Gesso Romagnola, Evaporiti di San Leo, Gessi di Onferno. Il sito ospita un insieme di morfologie carsiche, grotte (oltre 900) e sorgenti evaporitiche di straordinario valore non solo geologico e geomorfologico ma anche paleontologico, biologico, archeologico e per la storia dell’arte. L’eccezionalità è legata alla combinazione unica di fattori geologici e climatici che coesistono in questo territorio”.

Gli itinerari da fare nel parco

Doline, altipiani, valli cieche e rupi modellano il paesaggio e a loro volta ospitano una vegetazione caratterizzata da presenze mediterranee e specie legate a fasce altitudinali più elevate. Al suo interno sono possibili diversi itinerari, alcuni abbastanza lunghi ma prevalentemente su strade asfaltate.

I Gessi bolognesi
Fonte: ANSA
Veduta dei Gessi Bolognesi

Qualsiasi percorso sceglierete, sarete immersi nel rassicurante silenzio delle colline e in una discreta varietà di ambienti. Uno di questi riguarda le Ciclovie dei Parchi – Ciclovia dei Gessi di Gaibola. Si tratta di un percorso non troppo lungo ma che presenta delle pendenze da non sottovalutare.

Dalla forma di un anello, può essere intrapreso sia partendo dalla stazione ferroviaria di San Lazzaro che da quella di Ozzano e conduce attraverso l’esaltante ambiente carsico dei Gessi rivestiti di boschi e con spettacolari fioriture – a seconda della stagione.

Un altro interessante itinerario è l’escursione speleologica nella Grotta della Spipola il cui ingresso si trova a quota 135 metri. Si tratta di una cavità in gran parte artificiale, ma che lungo il percorso per raggiungerla permette di incontrare una fauna di grande interesse scientifico costituita da numerose specie, tra cui pipistrelli e invertebrati.

Al suo interno è possibile camminare per circa 700 metri e con un dislivello minimo. Non vanno sottovalutate la tanta di umidità e le temperature comprese tra i 10° e i 12°C.

Poi ancora il Sentiero Natura – Cà de Mandorli, ovvero un percorso ad anello che permette di visitare l’oasi, un tempo zona di cave di ghiaia, che è di incredibile interesse naturalistico poiché gli scavi hanno dato alla luce ad alcune depressioni in cui si alternano zone umide e zone aride. L’ambiente, quindi, è particolarmente diversificato.

Molto suggestivo è anche il Sentiero Natura – I calanchi di Monte Arligo, ovvero un percorso che si sviluppa in un ambiente in cui scorgere tracce di vecchi campi coltivati, aree terrazzate e filari alberati che, rinaturalizzandosi, hanno generato vari ecosistemi interconnessi tra loro. Anch’esso con andamento ad anello, si snoda per circa 1500 metri con un dislivello di più o meno 70 metri.

Voliamo ora sul Sentiero Natura – I calanchi di Sant’Andrea che inizia dal suggestivo borgo di S.Andrea, costeggialo storico parco della Villa Massei per poi snodarsi tra vecchi coltivi abbandonati ripopolati da una ricca vegetazione arbustiva fino a raggiungere il fondovalle del rio Centonara, alla base dell’imponente formazione dei Calanchi dell’Abbadessa.

Più si sale di quota più diventa eccezionale la vista sull’intero bacino calanchivo. Tuttavia, è sempre bene prestare attenzione perché il percorso può presentarsi particolarmente fangoso dopo piogge e nei mesi invernali.

Infine il Sentiero Natura – I gessi della Croara che è probabilmente l’itinerario più classico e conosciuto. Si sviluppa nell’area carsica intorno alla Croara, punto in cui estesi affioramenti gessosi hanno generato un paesaggio emozionante e di incredibile interesse scientifico.

I maggiori punti di interesse

Il Parco regionale Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa si estende per ben 4 815,87 ettari e per questo elencarvi tutti i punti di interesse presenti è pressoché impossibile.

Tuttavia, ne abbiamo selezionati alcuni come la Chiesa della Croara che sorge all’ombra di maestosi pini domestici e che dal piazzale in cui si trova regala un bel panorama su Bologna e la pianura.

Poi ancora Villa Abbadia che si fa riconoscere ed amare per la sua imponente architettura in cui si riconosce ancora l’Antica Abbazia di San Michele. E poi San Pietro di Ozzano, un incantevole borgo in cui il tempo pare essersi fermato al Cinquecento.

Molto interessante è anche la Grotta del Farneto in cui sono state rivenute sepolture riferibili persino all’Età del Rame. Il Molino Grande è invece una piccola oasi, gestita dalla sezione WWF Bologna Metropolitana, dove scoprire una monumentale Quercia, Salici, pioppi, ontani e frassini meridionali e numerosi arbusti.

Decisamente speciale è la Valle cieca dell’Acquafredda che spicca fra estesi prati e coltivi alternati a macchie di arbusti. Non è di certo di minore interesse la Buca dell’Inferno, ovvero degli inghiottitoi dai quali si accede a piccole cavità come la Grotta Coralupi. C’è poi Ca’ de’ Mandorli che un tempo era occupata da cave di ghiaia, mentre oggi è la culla di varie depressioni in cui sono presenti zone umide che offrono riparo a diverse specie migratorie.

A Castel de’ Britti, frazione nel comune di San Lazzaro di Savena, la Chiesa e parte del vecchio borgo su fanno spazio su una curiosa rupe. E infine l’Altopiano di Miserazzano che si distingue per la presenza di una sequenza di piccole doline, inghiottitoi e dossi gessosi. In più, regala una preziosa vista sulla Valle del Savena.

Insomma, non resta che visitare questo importante e meraviglioso nuovo Patrimonio Unesco italiano.

Le grotte dei Gessi bolognesi
Fonte: ANSA
Una delle grotte dei Gessi bolognesi