Nel mondo esistono spiagge di ogni colore, dalle sabbie bianche incontaminate alle sponde rosa. Ma c’è un colore in particolare che attrae e conquista più di tutti gli altri: la sabbia nera. Tipicamente formate da minerali vulcanici e frammenti di lava, una delle più famose è sicuramente quella di Reynisfjara in Islanda, misteriosa e bellissima. Eppure, più lontano da noi, in un luogo famoso per le sue spiagge bianche e per il mare dalle tonalità sognanti, si trova un’altra spiaggia nera dal fascino surreale.
La spiaggia nera di Punaluʻu è situata sulla costa sud-orientale del distretto di Kau, nell’isola Big Island alle Hawaii. Rappresenta l’anima selvaggia dell’isola perché composta di basalto polverizzato proveniente dalle eruzioni del vulcano Mauna Loa. A completare questo scenario tra sogno e realtà c’è una fila di palme, a ricordarci che si, il paradiso non è necessariamente di sabbia bianca.
Perché visitare la spiaggia nera di Punaluʻu
Punalu’u è considerata una delle spiagge più popolari dove prendere il sole alle Hawaii e capiamo perfettamente il perché: situata proprio fuori dalla Māmalahoa Highway (conosciuta anche come Hawaii Belt Road), è non solo facilmente accessibile, ma soprattutto bellissima con le sue lussureggianti palme di cocco, l’acqua splendida e la sabbia nera come la pece. Oltre a offrire lo scenario perfetto in cui rilassarsi, rappresenta anche uno dei luoghi migliori dove fare snorkeling e ammirare le enormi tartarughe marine hawaiane e le Hawksbill.
Essendo specie in via di estinzione, protette con cura e impegno dalle persone del luogo, è fondamentale non avvicinarsi non solo perché illegale, ma anche per salvaguardarne l’esistenza in quanto il loro sistema immunitario non è in grado di proteggerle dai batteri umani. Secondo le regole imposte ai visitatori, potrete ammirarle da una distanza di 4 metri. Un’altra regola da rispettare, che ormai conosciamo bene perché applicata anche a molte spiagge italiane, come quelle della Sardegna, è di non raccogliere e portare via la sabbia nera.
Seppur le acque agitate e fredde, insieme alle correnti sottomarine, la rendano spesso indesiderabile anche ai nuotatori più esperti, durante le giornate più calme i bagnini, l’area picnic e le piscine naturali di acqua dolce situate all’estremità meridionale della spiaggia fanno di Punalu’u una meta adatta anche alle famiglie.
La leggenda della spiaggia nera
Le acque della spiaggia nera di Punaluʻu racchiudono un segreto che può essere raccontato attraverso una leggenda. Il nome Punaluʻu significa “primavera immersa” e la storia racconta che, durante i periodi di siccità, gli hawaiani raccogliessero l’acqua dolce che gorgogliava sotto la baia immergendosi nelle onde con brocche vuote rivolte verso l’alto. Le sorgenti d’acqua si trovano al largo, dove l’acqua dolce si mescola a quella salata salendo in superficie, motivo per cui nuotando si possono incontrare correnti con temperature differenti, una più tiepida e una fredda.
Quella di Punaluʻu non è l’unica spiaggia nera. Alle Hawaii, sull’isola di Pahoa, si può vistare l’incredibile Isaac Kepo’okalani Hale Beach Park, un vero e proprio capolavoro della natura, nata dall’esplosione del vulcano Kilauea. Oggi possiamo ammirarne la bellezza, seppur racchiuda il ricordo amaro di una tragedia che ha causato tantissimi danni sia all’economia dell’isola che alle persone. Sotto la cenere e i detriti, il tempo ha fatto emergere questo gioiello, frutto della furia eruttiva del vulcano.