Islanda, l’isola dove gli abitanti mangiano come i vichinghi

In Islanda la cucina tradizionale non è delle più prelibate, ma proprio questa sua caratteristica è motivo d’orgoglio

Pubblicato: 5 Gennaio 2019 13:48Aggiornato: 5 Gennaio 2019 15:22

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Redazione

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L’Islanda è una piccola nazione di 330mila abitanti la cui tradizione culinaria è davvero molto particolare.

Paese che vai, cucina che trovi. Ogni nazione ha i suoi piatti tradizionali, ed è difficile che uno Stato abbia delle pietanze uguali a un altro. Le tradizioni e il menù da portare in tavola cambiano a seconda di diverse cose: la storia, la cultura, il clima, il tipo di vita che si conduce. Sono tanti i fattori che cambiano la cucina di un Paese, e l’Islanda di certo non fa eccezione. Le pietanze principali sono il pesce e l’agnello che, per molti secoli, sono state l’unico alimento degli abitanti dell’isola. Purtroppo, a causa del clima infelice e della posizione molto isolata, l’Islanda non brilla per le sue prelibatezze: anzi, ci sono dei piatti che sono davvero per stomaci forti e che molti trovano ributtanti. Un esempio? Lo squalo elefante fermentato, lasciato marcire sottoterra: sa di ammoniaca e ha un odore nauseabondo. Oppure la loro acquavite, chiamata anche “morte nera”, famosa perché in una puntata di “The F World” aveva fatto dare di stomaco a Gordon Ramsay.

Insomma, la cucina islandese non è famosa per la sua bontà. Ma sapevate che i suoi abitanti sono orgogliosi della sua pessima reputazione? Ogni pasto è una lotta contro le forze di stomaco, ma chi si abitua a ingurgitare questi bocconi si guadagna il rispetto del resto della popolazione. Gli islandesi, infatti, sono molto orgogliosi del loro passato e dei loro cibi marci. La cosa strana è che lo ritengono del “buon cibo vichingo” e, per sentirsi più vicini a questi nordici guerrieri, lo mangiano senza fiatare e con gran soddisfazione.

Il fatto è che gli islandesi non hanno nulla a che fare con i vichinghi, anzi. La popolazione discende dagli agricoltori norvegesi che volevano allontanarsi dai vichinghi, coltivare i loro campi e allevare in pace il bestiame. A causa delle avverse condizioni climatiche e del terreno inospitale, i primi islandesi vissero costantemente sull’orlo della carestia, in una fame pressoché costante. Ecco perché, appena una balena morta si arenava sulla spiaggia, era una gran festa. E l’usanza di mangiare carne marcia non è mai passata. Anzi, questa storia rende i giovani islandesi di oggi molto orgogliosi delle loro origini.

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