Tornano i controlli alla frontiera in alcuni Paesi d’Europa

Diversi Paesi hanno annunciato il ritorno dei controlli alle frontiere al fine di contenere l'afflusso di migranti irregolari. Ecco quali sono e perché

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Elena Usai

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Pubblicato: 22 Ottobre 2024 16:22

È ormai qualche mese che alcuni Paesi d’Europa stanno facendo parlare di sé dichiarando di voler intensificare i controlli in determinate frontiere per affrontare quella che definiscono un’ondata di immigrazione irregolare. Si tratta di un provvedimento che, secondo il Codice Frontiere Schengen (CFS), gli Stati membri possono adottare temporaneamente “in caso di grave minaccia all’ordine pubblico o alla sicurezza interna”, come viene descritto nel sito ufficiale dell’Unione Europea.

Sempre in base al Codice Frontiere Schengen, la durata di tale reintroduzione temporanea dei controlli alle frontiere interne è limitata nel tempo, a seconda della base giuridica invocata dallo Stato membro che introduce tali controlli. L’ambito e la durata dei controlli devono essere limitati al minimo indispensabile per rispondere alla minaccia in questione, tanto da essere considerata come ultima risorsa da adottare in assenza di altre soluzioni.

Uno dei primi Paesi ad avanzare la richiesta è stata la Germania, seguita da Austria, Norvegia, Danimarca, Francia e Svezia. Cosa significa tutto questo? Che per un lasso di tempo limitato, in determinate frontiere la circolazione di persone e merci nel Paese sarà soggetta a controlli, cosa che normalmente non avviene tra i Paesi dell’Area Schengen. Vediamo nel dettaglio i Paesi interessati e il periodo dei controlli aggiornati.

Germania, fino a marzo

La Germania ha ripristinato i controlli di frontiera a tutti i valichi terrestri sui suoi nove confini per limitare la migrazione e affrontare la criminalità, secondo quanto riferito dai funzionari. I controlli alle frontiere saranno introdotti fino al 15 marzo 2025 per limitare i rischi di sicurezza associati alla migrazione irregolare in relazione alla già tesa situazione di accoglienza dei rifugiati e prevedendo una potenziale crescente pressione migratoria alle frontiere esterne dell’UE. La Ministra degli Interni, Nancy Faeser, ha dichiarato che l’obiettivo è prevenire soprattutto attacchi terroristici contro il Paese.

Austria, fino ad aprile

L’Austria, invece, prolunga i controlli fino al 15 aprile 2025. Analogamente alla Germania, la reintroduzione dei controlli è legata ai rischi associati alla migrazione irregolare. In particolare, Vienna presta massima attenzione alle rotte balcaniche, alle pressioni migratorie nell’area pre-frontiera e alla tensione sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. Inoltre, l’allerta è legata anche alla guerra di aggressione in corso della Russia contro l’Ucraina e alla situazione di sicurezza in Medio Oriente, aggravata dai gruppi terroristici. I controlli interessano i confini terrestri e marittimi con la Slovacchia e tutti i confini interni con la Repubblica Ceca.

Norvegia, fino a maggio

La Norvegia, che reintroduce i controlli alle frontiere fino all’11 maggio 2025, motiva la sua scelta in seguito alle gravi minacce all’ordine pubblico e alla sicurezza interna provocate al Paese da alcuni viaggiatori provenienti da altri Stati membri dello spazio Schengen. Le motivazioni sono legate anche all’aumento delle minacce terroristiche, compresi i potenziali attacchi contro obiettivi ebraici e israeliani, i rapporti tesi tra gruppi criminali e i conflitti in corso, in particolare in Medio Oriente. Inoltre, sono state messe in evidenza le minacce generali mirate al settore energetico e quelle di sabotaggio poste dal servizio di intelligence russo. I controlli riguardano tutte le frontiere interne (terrestri, aeree e marittime).

Danimarca, fino a maggio

Anche la Danimarca ha rafforzato la sicurezza delle frontiere su tutti i confini interni fino all’11 maggio 2025. In merito alla decisione, Copenaghen ha mostrato la sua preoccupazione in relazione alle gravi minacce alla politica pubblica e alla sicurezza interna poste dai continui eventi legati al terrorismo e alla criminalità organizzata, nonché dall’aggressione russa in corso in Ucraina, dai tentativi di spionaggio russo e dagli atti di sabotaggio fisico da parte di individui legati alla Russia. Viene citato anche l’impatto dei conflitti armati mediorientali e i conflitti in Africa, i quali aumentano la pressione migratoria, le entrate irregolari e il rischio di infiltrazione da parte di individui radicalizzati. Soggetti a maggiori controlli saranno tutti i confini interni (terrestri, aerei e marittimi) e i confini terrestri e marittimi con la Germania.

Francia, fino ad aprile

I controlli in Francia, invece, resteranno in vigore fino al 30 aprile 2025. Parigi motiva la sua decisione a causa delle gravi minacce contro la politica pubblica, l’ordine pubblico e la sicurezza interna poste dalle attività terroristiche ad alto livello, dalla crescente presenza di reti criminali che facilitano la migrazione irregolare e il traffico di esseri umani. Particolare attenzione viene riservata alle frontiere del Canale della Manica e del Mare del Nord, insieme all’aumento della violenza tra i migranti, in particolare nelle aree costiere settentrionali come Dunkerque e Calais. I controlli interessano le frontiere con Belgio, Lussemburgo, Germania, Confederazione Svizzera, Italia e Spagna (terra, aria e mare).

Svezia, fino a maggio

Tra i Paesi scandinavi anche la Svezia reintroduce i controlli fino all’11 maggio 2025. La misura, estesa a tutte le frontiere interne, è stata reintrodotta anche in questo caso per prevenire attacchi terroristici e i crimini gravi associati ai conflitti armati in corso nell’ambiente del crimine organizzato.

Slovenia, fino a dicembre

La Slovenia, invece, non ha rinnovato i controlli per il 2025, i quali resteranno in vigore fino 21 dicembre 2024. Questi sono stati introdotti alla fine di giugno a causa di grandi eventi sportivi come Uefa Euro 2024 in Germania e i Giochi Olimpici in Francia. I controlli riguardano i confini interni con la Repubblica di Croazia e l’Ungheria e sono legati ai rischi associati alla situazione di sicurezza globale (aumento dell’instabilità in Medio Oriente, aggressione russa in Ucraina, criminalità organizzata e minacce terroristiche generali).

Italia, fino a dicembre

Infine, l’ultimo Paese a prendere dei provvedimenti è stato l’Italia, che manterrà in vigore i controlli fino al 18 dicembre 2024. I confini interessati sono quelli con la Slovenia in relazione ai rischi di attività terroristica legati ai turbolenti eventi nel Medio Oriente e alla possibile infiltrazione di terroristi nei flussi migratori irregolari, nonché il rischio di violenza connesso alla prosecuzione della guerra in Ucraina e alla presidenza italiana del G7.