Ecosistema Urbano 2024, la classifica delle città più green in Italia: guida Reggio Emilia

Scopri le città più sostenibili del nostro Paese che stanno lavorando per un futuro meno inquinato e più attento al benessere della natura e dell'uomo.

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Letizia Rogolino

Giornalista specializzata in Travel & Lifestyle

Giornalista, cinefila e anima vagabonda. Ama scrivere di cinema e viaggi, le sue due più grandi passioni da sempre. Toglietele tutto ma non i road movie, i dolci e il mare.

Pubblicato: 28 Ottobre 2024 16:08

Il report Ecosistema Urbano 2024 di Legambiente viene realizzato secondo valutazioni basate su dati comunali relativi all’anno 2023 e quest’anno sono 20 i parametri presi in considerazione per l’assegnazione fino a 100 punti. Questo cerca di definire il tasso di sostenibilità di una città reale rispetto a una città ideale. Vengono fatti spesso cambiamenti per la gestione interna di una città, spesso causando alcune polemiche, come la recente delibera sui limiti di velocità a 30 km orari varata dal Comune di Bologna. La sicurezza per un Comune è fondamentale, ma oltre alle minacce dovute alla criminalità o alle regole infrante, ci sono anche problematiche ambientali che preoccupano, anche se molte persone fanno finta che non esistano.

Oltre 52mila morti premature in Italia sono dovute all’esposizione alle polveri sottili PM2,5 e anche la salute degli edifici scolastici per esempio non è buona. Ci sono tanti esempi di questo tipo e il report Ecosistema Urbano 2024 cerca di evidenziare le criticità per un futuro migliore a livello urbano e nazionale. L’edizione 2024 sottolinea le emergenze urbane dopo una valutazione di oltre 30mila dati raccolti attraverso questionari inviati da Legambiente a 106 Comuni e varie informazioni fornite da fonti statistiche certificate.

Ecosistema Urbano: gli indicatori e le novità dell’edizione 2024

L’edizione 2024 ha previsto alcune novità rispetto al passato. Tra gli indici è stata introdotta la Variazione nell’uso efficiente del suolo, elaborato da Legambiente su dati ISTAT per stimolare una riflessione anche in ottica di trend sullo sfruttamento delle risorse territoriali.  Inoltre è stato scelto di premiare i comuni che hanno fornito il numero esatto di alberi di proprietà comunale ed è stato rivalutato il peso di alcuni indici come la diminuzione del peso della percentuale di Raccolta differenziata dei rifiuti e l’aumento del peso della dispersione della rete idrica e dell’estensione delle isole pedonali.

Quest’anno la produzione annua pro capite di rifiuti urbani nei comuni capoluogo è stata molto variabile, tra i 381 kg e 786 kg. Infine il cambiamento più significativo riguarda la qualità dell’aria, ovvero si è deciso di utilizzare i dati delle centraline ARPA rielaborati da Legambiente per il rapporto Mal’Aria per gli indici di inquinamento atmosferico. Delle 98 città di cui si è potuto risalite al dato PM10 di concentrazione di polveri sottili, nessuna ha superato il limite anche se i valori media più alti riguardano Padova, Verona, Cremona, Vicenza, Venezia, Torino, Cagliari, Brescia, Treviso e Mantova.

Trento
Fonte: iStock
La città di Trento

La rigenerazione urbana al centro

Le periferie urbane sono le aree dove si concentrano maggiormente le crisi ambientali e sociali che coinvolgono le città, secondo un dossier di Legambiente del 2023. Tuttavia sono anche quelle dove il cambiamento ha un ottimo potenziale, anche perché è impellente ormai un ripensamento completo, o meglio una “rigenerazione urbana” per ridisegnare le città. La recente proposta di legge “Salva Milano” serve a regolarizzare gli interventi di rigenerazione urbana, anche se fino a oggi l’interesse privato ha prevalso su quello pubblico soprattutto nelle grandi città.

In Parlamento dovrebbe essere presto discusso un testo su questo argomento, ma intanto la rigenerazione urbana si spera venga inserita nell’ambito di una legge di principi sul governo del territorio che l’Italia attende da oltre mezzo secolo. L’obiettivo di quest’ultima, tuttavia, sarebbe recuperare e riqualificare le aree degradate e abbandonate di una città, migliorare la coesione sociale, coinvolgere le comunità e le parti sociali in decisioni, incoraggiare la sostenibilità ambientale, energetica e paesaggistica, azzerare il consumo di un nuovo suolo e ripermeabilizzare i suoli e altri interventi.

Overtourism

Si sta discutendo per introdurre in futuro nel report di Ecosistema Urbano nuovi indicatori come il turismo di massa e l’impatto degli eventi climatici esterni. In Italia nel 2022 sono state registrate 412 milioni di presenze con una crescita esponenziale dei flussi turistici nelle città d’arte come Roma, Milano, Venezia, Firenze, Torino, Bologna, Napoli, Ravenna, Verona e Assisi. L’Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico risulta molto alto per Venezia, Verona e Napoli, e alto per Roma e Firenze.

L’overtourism causa un sovraffollamento che porta a determinati impatti ambientali, urbanistici ed economici, attirando l’attenzione dei media e determina una profonda ridefinizione della dimensione economica e sociale fino a forme di antiturismo e turismofobia. Sono state adottate alcune strategia fino a oggi per limitare i danni, come il ticket di ingresso per visitare Venezia o la tassa di Barcellona, però anche le smart technology possono aiutare a gestire la mobilità e il sovraffollamento, nonché il modo di vivere gli spazi urbani.

La classifica di Ecosistema Urbano 2024

Tre città hanno superato l’80% nella scorsa edizione, mentre quest’anno solo Reggio Emilia ha registrato l’80,66% guidando la classifica. Dopo di lei Trento che si è posizionata al secondo posto, Parma al terzo e Pordenone al quarto. Le città che hanno raggiunto il 70% sono 14 in questa edizione. Oltre alle prime quattro classificate appaiono anche Forlì, Treviso, Bolzano, Mantova, Cremona e a sorpresa Bologna che è tra le primissime per la prima volta:

  1. Reggio Emilia: 80,66%;
  2. Trento: 78,70%;
  3. Parma: 76,64%;
  4. Pordenone: 75,55%;
  5. Forlì: 72,84%;
  6. Treviso: 72,63%;
  7. Mantova: 71,86%;
  8. Bologna: 71,42%;
  9. Bolzano: 71,40%
  10. Cremona: 71,16%.

In basso nella classifica ci sono soprattutto capoluoghi del Meridione come Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Siracusa, Bari, Catania, mentre Roma mantiene una posizione centrale (65) insieme a Firenze (63) e Milano (56). Le ultime 10 posizioni sono:

  • Catania: 15,79%;
  • Reggio Calabria: 26,41%;
  • Crotone: 30,60%;
  • Napoli: 33,23%;
  • Palermo: 34,63%;
  • Vibo Valentia: 36,84%;
  • Fermo: 39,68%;
  • Catanzaro: 39,68%;
  • Caserta: 39,80%;
  • Imperia: 40,38%.

Reggio Emilia è arrivata quinta in classifica l’anno scorso, ma i numeri dell’inquinamento atmosferico sono migliorati, sono calati i consumi idrici pro-capite, aumentate le zone pedonali, e sono state fatta alcune modifiche positive per la città. Per quanto riguarda le infrastrutture ciclabili per esempio questo centro abitato è ottimo. Trento invece è abituata ai primi posti di Ecosistema Urbano e continua le sue buone abitudini: sono calati i consumi idrici, è stato registrato un lieve calo della produzione pro-capite dei rifiuti, crescono i metri equivalenti ogni 100 abitanti di infrastrutture per la ciclabili, anche se le auto circolanti sono ancora troppe.

Per analizzare la top 3 infine Parma conferma il suo buon andamento su vari fronti, conquistando il terzo posto. Il dato della raccolta differenziata dei rifiuti resta oltre l’80%, aumentano le isole pedonali, ma le auto circolanti sono tante e si è registrata una elevata perdita della rete idrica.