Volo in overbooking: cos’è, come funziona e come difendersi

È un diritto delle compagnie aeree vendere più biglietti rispetto agli effettivi posti a sedere, ma ci si può tutelare

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Il termine “overbooking” (sovrapprenotazione) indica che i posti disponibili su un aeromobile sono inferiori rispetto al numero di prenotazioni confermate e ai biglietti emessi per quel determinato volo. Questa pratica è consentita a tutte le compagnie aeree, siano esse di linea, charter o low cost, ma ci sono dei modi per potersi tutelare onde evitare di essere lasciati a terra.

Cos’è l’overbooking

L’overbooking serve alle compagnie aeree a migliorare il coefficiente di riempimento dei posti a sedere (“load factor”) e, quindi, ad aumentare i guadagni. Fino a qualche anno fa, era soprattutto d’estate i voli erano sempre pieni e che le compagnie facevano il fatturato più consistente. Oggi non è più così perché i voli sono pieni tutto l’anno e l’overbooking è diventata ormai una pratica comune e costante.

Premesso che è un diritto delle compagnie aeree vendere più biglietti rispetto agli effettivi posti a sedere, in quanto è stato statisticamente dimostrato che, per un motivo o per l’altro, non tutti i passeggeri che hanno acquistato un biglietto aereo si presentano all’imbarco o al check-in – il cosiddetto “no show” (c’è chi lo perde perché ha bucato una ruota, chi ha perso la navetta che porta all’aeroporto, chi nel frattempo è stato male ed è in ospedale o ha avuto qualche altro inconveniente) – , può capitare di non essere imbarcato su un volo nonostante si sia acquistato regolarmente il biglietto.

Acquistare un biglietto aereo non significa partire

La prenotazione di un volo, quindi, non assicura la disponibilità del posto al cento per cento. Solo l’operazione di check-in e la corrispettiva emissione della carta d’imbarco assicurano che il posto venga assegnato definitivamente. Ecco perché è sempre meglio fare il check-in online (o farselo fare dall’agenzia con cui si è prenotato un viaggio) non appena è disponibile sul sito della compagnia aerea e non aspettare di arrivare all’aeroporto in quanto potrebbe essere tropo tardi.

Come funziona l’overbooking

In caso di negato imbarco del passeggero, la compagnia aerea, come prima cosa, verifica se vi siano, tra i passeggeri, dei volontari disposti a cedere il proprio posto in cambio di benefici che devono essere concordati. Negli Stati Uniti, per esempio, dove i voli, per via delle grandi distanze, sono sempre pieni è una pratica comune quella di offrire del denaro per rinunciare a imbarcarsi e accettare di prendere un altro volo. Si può arrivare anche a un rimborso di mille euro per partire il giorno successivo, oltre al rimborso di vitto e alloggio, se non si ha fretta di arrivare e sono in molti ad accettare tali condizioni. In Italia è accaduto che a un passeggero di una low cost venissero rimborsati 250 euro e regalato un volo.

Compensazione pecuniaria

Se non ci sono volontari, però, come stabilito dall’art. 4 del Reg. (CE) n. 261/04, il passeggero a cui viene negato l’imbarco ha diritto a una compensazione pecuniaria o a un altro tipo di servizio. Nel primo caso, l’ammontare della compensazione dipende dalla tratta aerea (intracomunitaria o extracomunitaria) e dalla distanza chilometrica percorsa dal volo. Vediamo cosa cambia.

  • Tratte aeree intracomunitarie

Se la distanza è inferiore o pari ai 1500 km, si ha diritto a una compensazione pecuniaria pari a 250 euro;
Se la distanza è superiore ai 1500 km la compensazione massima è di 400 euro.

  • Tratte aeree extracomunitarie

Se la distanza è inferiore o pari ai 1500 km si ha diritto a una compensazione pecuniaria pari a 250 euro;
se la distanza è superiore ai 1500 km la compensazione massima è di 400 euro;
se la distanza è superiore ai 3500 km la compensazione è di 600 euro.

Altri servizi compensativi

Il passeggero lasciato a terra, in alternativa, può accettare dalla compagnia un altro tipo di servizio compensativo tra:

  • rimborso del prezzo del biglietto per la parte del viaggio non effettuata;
  • imbarco su un volo alternativo quanto prima possibile, in base all’operativo della compagnia aerea;
  • imbarco su un volo alternativo in una data successiva più conveniente per il passeggero.

Si ha anche diritto all’assistenza in aeroporto, che consiste in pasti e bevande in base alla durata dell’attesa, alla sistemazione in albergo, nel caso in cui siano necessari uno o più pernottamenti in attesa del volo successivo su cui imbarcarsi, compreso il trasferimento dall’aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa, e a due chiamate telefoniche o messaggi via fax o posta elettronica.

Come fare reclamo e chiedere il rimborso

In caso di negato imbarco per overbooking (ma è valido anche in caso di cancellazione del volo o di ritardo prolungato del volo), il passeggero che intende presentare un reclamo deve rivolgersi alla compagnia aerea che ha emesso il biglietto e/o, in caso di viaggi tutto compreso, al tour operator con il quale è stato stipulato il contratto di viaggio. Il reclamo può essere presentato entro due anni dalla data del volo o dalla data in cui il volo sarebbe dovuto essere effettuato. Nella presentazione del reclamo alla compagnia aerea, il passeggero deve attenersi alle indicazioni fornite dalla compagnia stessa.

Se il disservizio è avvenuto per un volo in partenza da un aeroporto italiano in arrivo su un aeroporto italiano e se, trascorse sei settimane dalla data di ricezione del reclamo del passeggero, la compagnia aerea non fornisce risposta oppure il passeggero ritiene che la risposta ricevuta dalla compagnia non sia soddisfacente rispetto a quanto previsto dal Regolamento (CE) 261/2004, si può presentare reclamo direttamente all’ENAC, l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.