A poco più di 5 chilometri da Biella sorge uno degli esempi meglio conservati di struttura medievale esistenti in Europa: si tratta del Ricetto di Candelo. Scopriremo i segreti di questo luogo suggestivo attraverso le sue vie e la sua architettura che hanno contribuito a inserirlo nel club dei Borghi più belli d’Italia.
Candelo è un comune piemontese di circa 8.000 abitanti conosciuto soprattutto per il suo ricetto. La parola ricetto deriva dal latino receptum che significa rifugio. Il Ricetto di Candelo, risalente secondo la sua prima citazione all’anno 988 in un documento di Ottone III, occupa una superficie di 13.000 metri quadri, una larghezza di 110 m e una lunghezza di 120 m. Le forti mura ne segnano quasi completamente tutto il perimetro, tranne per il lato sud dove viene eretto nel 1819 il Palazzo Comunale.
Il Ricetto di Candelo rappresenta un tesoro di conservazione di epoca medievale capace di far assaporare ai visitatori usi e costumi di un tempo. Era considerato una sorta di “magazzino” dove si raccoglievano foraggi, vini e provviste di ogni tipo in modo tale che il borgo non rimanesse mai sfornito; nel caso fossero giunti attacchi nemici poteva essere usato come rifugio. Grazie alla sua posizione panoramica, da questo sito potrete godere dello scenario delle montagne del biellese e della bellezza del territorio boschivo circostante, in particolare degli ambienti della Riserva naturale delle Baragge.
Iniziate la visita del Ricetto di Candelo varcando la porta di ingresso del borgo composta da una torre a forma di parallelepipedo (pseudo-pentagono per alcuni). Da qui si accede ad una piazzetta con due ingressi, uno pedonale e uno per il transito dei carri che un tempo erano chiusi da ponti levatoi; in questa piazzetta ammirate il Palazzo del Principe costruito per volere di Sebastiano Ferrero nel 1496 quando divenne il signore locale o, meglio definito, feudatario. È la costruzione più alta di tutto il ricetto.
Volgete ora gli occhi al suolo: sguardo basso per apprezzare la pavimentazione della piazza e delle le vie del borgo, dette rue, che è composta da ciottoli raccolti nel torrente vicino. Vennero disposti diagonalmente in modo da permettere il defluire dell’acqua verso l’esterno sul lato nord del borgo.
Proseguite la passeggiata intorno alle ben 200 costruzioni, dette cellule, presenti all’interno del Ricetto di Candelo, che oggi sono di proprietà privata. La fusione tra passato e presente, privato e pubblico, soprattutto per quanto concerne l’utilizzo di questo prezioso borgo, ha fatto sì che esso continuasse a rimanere in vita; infatti fino a poco tempo fa qui si produceva ancora il vino.
I piani terreni delle costruzioni avevano un ambiente che fungeva da cantina, denominata caneva; al suo interno si procedeva all’intera lavorazione dei grappoli d’uva e si governava il vino prodotto. Sempre per la conservazione di prodotti agricoli come grano e frumento era stato adibito un altro vano che era raggiungibile attraverso la lobbia ovvero una balconata in legno.
È possibile visitare le tre cellule che il comune ha destinato a Ecomuseo della vitivinicoltura, che conserva gli strumenti utili all’attività contadina, tra i quali è possibile apprezzare un enorme torchio. Questo torchio un tempo era destinato all’utilizzo da parte di tutta la comunità per consentire un buon approvvigionamento delle cantine in caso di necessità e per tempi molto lunghi. Il museo consente ai visitatori di conoscere le attività del ricetto in materia di vinificazione, e di confrontare le varie tecniche impiegate tra passato e presente.
Se l’atmosfera del Ricetto di Candelo vi fa immedesimare in cavalieri e donzelle, significa che siete pronti per affrontare le sfilate in costumi storici organizzate spesso durante le fiere e gli appuntamenti folcloristici animati da un’associazione locale. Da non perdere assolutamente, “Vinincontro”, il festival vitivinicolo di settembre, e “Candelo in fiore”, evento in programma tra fine maggio e inizio giugno, volto anche alla scoperta di luoghi legati alla spiritualità, santuari e chiese presenti nella zona, in un itinerario tra fiori e colori.
A dicembre, poi, il Ricetto di Candelo diventa il Borgo di Babbo Natale: con il suo mercatino è un richiamo per adulti e bambini, che potranno divertirsi partecipando ai diversi laboratori didattici e consegnare le proprie letterine a Babbo Natale nel suo esclusivo ufficio postale allestito per accoglierli.
Il Ricetto di Candelo spesso è stato location di film e serie televisive. Fra quelle più note l’esilarante parodia dei Promessi Sposi interpretata dal trio Lopez, Solenghi e Marchesini, che ha ambientato la maggior parte delle scene proprie fra le rue del borgo.
Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia.