L’Italia è un Paese meraviglioso, un luogo che incanta viaggiatori provenienti da tutto il mondo con le sue attrazioni naturali, con quelle costruzioni monumentali, con i mari azzurri e cristallini baciati dal sole, con i borghi che preservano le tradizioni secolari che si tramando da generazioni.
Eppure, anche quando crediamo di conoscere bene ogni angolo dello stivale, ecco che nuovi luoghi fanno capolino come per magia, per incantarci e ad affascinarci, per ricordarci quanto è bella l’Italia. Ed è quello che è successo quando ci siamo trovati al cospetto di Pietrarubbia, il piccolo borgo della provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, arroccato su un massiccio roccioso che domina tutta la valle del torrente Apsa.
Si tratta di uno dei più antichi borghi dell’intero territorio di Montefeltro che affonda le sue origini in secoli antichi, gli stessi che sono rimasti impressi sui ruderi e sui resti degli edifici che dominano il borgo e i suoi dintorni.
Benvenuti a Pietrarubbia
Le prime notizie del borgo marchigiano, che deve il suo nome alla colorazione rossastra della roccia su cui sorge, risalgono agli anni immediatamente precedenti al 100 d.C. Le storie locali, però, attribuiscono la nascita dell’insediamento ancora prima, addirittura al V secolo. Quello che sappiamo con certezza è che le testimonianze storiche e architettoniche che qui sopravvivono rendono Pietrarubbia un borgo medievale tutto da scoprire.
Del resto, passeggiando all’interno dell’antico borgo si ha come l’impressione di fare un salto temporale nel Medioevo, come se ci si trovasse all’interno di un museo a cielo aperto dove il passato e il presente si fondono, dove sembra quasi di poter immaginare le giornate di dame e cavalieri che qui vivevano.
Cosa vedere nel borgo che sembra un museo
Silenzioso e solitario, il piccolo borgo medievale di Pietrarubbia è un gioiello da scoprire. Situato alle pendici del monte Carpegna, in una posizione strategia e panoramica, fu scelto come sede di un castello fortificato che sovrastava il borgo, del quale oggi resta solo una terra e pochi resti fortificati.
L’iconica costruzione, presente in ogni cartolina di viaggio, è raggiungibile attraverso un sentiero ripido e breve che conduce proprio lì, in quella posizione panoramica dalla quale è possibile osservare tutto il territorio circostante. I resti della fortificazione, invece, non sono accessibili, ma è presente un percorso che consente di girarci intorno.
Come molti borghi italiani, anche Pietrarubbia ha dovuto combattere contro lo spopolamento iniziato intorno al 1960. Questo ha portato al naturale declino del territorio per diversi anni fino a quando il celebre Arnaldo Pomodoro ha scelto di investire nel paese che gli ha dato i natali. Il borgo è stato così ristrutturato, diventando oggi una destinazione sempre più raggiunta dai viaggiatori, seppur ancora molto distante dagli itinerari turistici più battuti.
Occhi ben aperti e lunghe passeggiate, è così che si va alla scoperta di questo solitario paese. Tonino Guerra lo descrisse come “Il borgo di pietre morbide che accarezzano gli occhi”.
Pietrarubbia oggi è diventato un museo a cielo aperto grazie alla presenza di una scuola di alto artigianato specialistico creata dallo stesso Pomodoro, il Centro Tam, che ha esposto le sculture degli allievi al suo esterno. Ma il suo patrimonio storico e culturale, che affonda le sue radici nel passato, è intriso in ogni dove. È raccontato nei resti del castello, in quegli edifici ristrutturati con i materiali delle fortificazioni preesistenti e da quella meravigliosa chiesa dedicata a San Silvestro la cui struttura risale all’epoca medievale.