Nocera Umbra, il cuore affascinante della città delle acque

Un borgo tenace, noto per le sue fonti minerali, risorto infinite volte dalle proprie ceneri

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Lorenzo Calamai

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Dopo quattro continenti, diciassette paesi, quindici capitali ha scoperto che il più delle volte quello che cerchi non è poi così lontano da casa.

Il Monte Subasio sorveglia dall’alto buona parte dell’Umbria. Se da un lato offre le proprie pendici alle bellezze di Assisi, infatti, dall’altra incombe con il suo portamento su Gubbio e su Nocera Umbra.

Arroccata in cima ad un colle lambito dal fiume Topino, Nocera è conosciuta come la città delle acque per le numerose fonti di acqua minerale di ottima qualità. Già dalla fine del medioevo il borgo era destinazione dell’aristocrazia regionale per sfruttarne gli stabilimenti termali.

Si tratta di un insediamento antichissimo. Se il borgo trae le proprie origini dalle popolazioni umbre, infatti, studi archeologici hanno svelato che il territorio nocerino era abitato fin dalla preistoria.

Nella sua storia lunga millenni, Nocera Umbra recita un ruolo da fenice. Distrutta più volte per mano dell’uomo e della natura, ha saputo sempre risorgere e ritornare a splendere. E così è oggi: nel 1997 un terremoto di sesto grado della scala Richter ha devastato il centro storico del borgo, ma dopo quasi vent’anni di ricostruzione e risanamento è oggi di nuovo aperto al turismo. Nel 2021 Nocera Umbra è divenuto uno dei Borghi più belli d’Italia.

Nocera, la fenice umbra

Supunna. Così chiamavano il fiume Topino le popolazioni umbre provenienti da Camers, l’antica Camerino, che fondarono Nocera Umbra. Il fiume era divinizzato e faceva parte di un largo pantheon di una religione diffusa in tutta la regione umbro-marchigiana, che venne poi pian piano sostituita da quelle romane.

Quando i Romani assoggettarono gli Umbri la città prese il nome di Nuceria Camellaria, importante snodo lungo la via Flaminia che permise la fioritura del borgo.

Fu poi alla caduta dell’impero che iniziarono i guai per Nocera. I Goti di Alarico distrussero totalmente la città nei primi anni del V secolo. La stessa popolazione tornò a saccheggiarla nel 552, mentre nel 571 fu occupata dai Longobardi. Assoggettata al ducato di Spoleto, fu fortificata prima dell’anno Mille. La città medioevale tornò a fiorire: dentro la cinta delle sue mura vivevano circa tremila abitanti. Ciononostante, nel 1248 venne nuovamente distrutta nel corso del conflitto tra guelfi e ghibellini per mano dell’imperatore Federico II, che incendiò l’intero borgo dopo averlo preso. Nel 1279 un violento terremoto rase al suolo ciò che era stato ricostruito.

Nocera Umbra veduta
Fonte: Lorenzo Calamai
Nocera Umbra, il Campanaccio colpito dalla tiepida luce autunnale

Dalla metà del XV secolo fu parte dello Stato della Chiesa fino all’Unità d’Italia, perdendo la propria importanza e diventando sempre più subalterna rispetto agli altri borghi dell’area perugina.

Detto del terremoto del 1997, la storia di distruzioni e ricostruzioni che ha contraddistinto il borgo rimane un marchio di fabbrica che coniuga l’antichità delle sue forme architettoniche con un’atmosfera di rinnovamento, l’affascinante aria di immobilità della storia con la moderna vitalità della sua popolazione.

Le acque di Nocera

Fin dal Rinascimento Nocera Umbra è stato un luogo rinomato soprattutto per la qualità dell’acqua delle sue innumerevoli sorgenti. In Germania, in Portogallo, a Costantinopoli dove venne esportata a partire dal Seicento e pure nel nuovo mondo: il potere curativo delle acqua di Nocera era noto in tutto il mondo.

Merito anche della frase di Francesco Redi, uno dei più grandi scienziati del XVII secolo, che oggi campeggia scolpita nella pietra all’ingresso del centro storico, presso la fonte a fianco della Porta Vecchia: “Portatemi dell’acqua di Nocera. Questa è buona alla febbre e al dolor colico, guarisce la renella e il mal di petto. Fa diventare allegro il malinconico, l’appigionasi appicca al cataletto, ed in ozio fa star tutti i becchini.”

Nocera Umbra fonte
Fonte: Lorenzo Calamai
L’iscrizione con le parole di Francesco Redi, a testimonianza delle qualità salutari dell’acqua di Nocera Umbra

Tre le principali sorgenti: l’Angelica, la più antica e celebre, presa come campione di riferimento nella misurazione della bontà delle acque minerali; la sorgente Flaminia, che sgorga in località Le Case, ed è oggi imbottigliata e messa in commercio; la sorgente del Cacciatore, o del Centino, vicino alla località Schiagni, ha invece particolari qualità terapeutiche e termali.

Un tour del centro storico

Dopo aver compreso le radici storiche e culturali di Nocera Umbra è il momento di addentrarsi nel reticolo di vicoli che caratterizzano il centro storico, riportato al suo antico splendore dai lunghi lavori di ristrutturazione seguiti al sisma del 1997.

Il borgo è sostanzialmente diviso in due: da una parte il centro storico, chiuso dalla cinta muraria e arroccato nella zona più alta della collina dove sorge Nocera; dall’altra l’abitato moderno. L’accesso all’interno delle mura si può effettuare da Piazza Umberto I, dove si trova la Porta Vecchia, affiancata da due fontane.

Il centro storico è caratterizzato dalla tipica pianta medievale di un insediamento con funzioni difensive: vicoli concentrici conducono fino alla rocca alla sommità del paese. Oltrepassata la porta si percorre dunque la salita lastricata della via principale dell’antico borgo, fino ad arrivare in Piazza Caprera, il nucleo vero e proprio di Nocera.

Nocera Umbra piazza Caprera
Fonte: Lorenzo Calamai
Piazza Caprera, la Chiesa di San Francesco

Lo spazio è stretto fra la signorile facciata del Municipio e quella austera della Chiesa di San Francesco, nata nel Trecento e rinnovata più volte nei secoli successivi. Oggi la Chiesa, che possiede i classici stilemi del romano-gotico, è stata trasformata nella Pinacoteca comunale, visto che ospita alcune importanti opere pittoriche. È decorata dai notevoli affreschi di Matteo da Gualdo, illustre artista umbro della metà del Quattrocento, autore anche della grande pala d’altare. Esemplare del suo stile l’Incontro fra Gioacchino e Anna alla Porta Aurea che si può ammirare nella chiesa.

Fonte: Valentina.desantis - CC BY-SA 3.0
Particolare de L’incontro di Gioacchino ed Anna di Matteo da Gualdo nella Chiesa di San Francesco a Nocera Umbra

Il museo ospita anche le opere del folignate Nicolò Alunno, insieme a Pinturicchio e Perugino l’altro artista del Rinascimento umbro ad essere ricordato da Giorgio Vasari ne Le Vite, del Maestro di San Francesco e della scuola di Cimabue. Inoltre sono presenti reperti di epoca romana e il monumento funebre di Varino Favorino da Camerino, vescovo noto per aver pubblicato uno dei primi dizionari di lingua greca e di essere stato precettore dei papi Medici a Firenze.

Girando a destra rispetto all’arrivo in Piazza Caprera, si percorre Via Rinaldi, la strada che collega la Chiesa di San Francesco con il trittico di edifici che rappresenta il compimento del climax di questa ascesa alla rocca cittadina.

Oggi la rocca di Nocera Umbra non esiste più, ma permane il Campanaccio, la tozza torre quadra che caratterizza le vedute dall’esterno del borgo. Risale all’XI secolo e dalla terrazza antistante si gode di una veduta sulla sottostante Valle del Topino. È affiancata dal portale della Concattedrale dell’Assunta, antico duomo del X secolo inglobato nella cinta muraria, dall’affascinante aspetto esterno, contemporaneo negli interni, e dal Palazzo Vescovile, ottocentesco.

Nocera Umbra il portale della Concattedrale dell'Assunta
Fonte: Lorenzo Calamai
Il portale della Concattedrale dell’Assunta a Nocera Umbra

Infine meritano una visita diversi altri scorci del borgo, dove vale la pena perdersi esplorando l’arzigogolato reticolo di vicoli. Si potrà scoprire così la circolare Piazza Torre Vecchia, che deve il suo toponimo ad un edificio non più esistente di cui rimane il tracciato sul pavimento della piazza, o la Chiesa di San Filippo, nei cui dintorni si respira pienamente l’aria medievale di Nocera, fra vecchi pozzi, portici e lavatoi che ne contornano la costruzione.