L’Italia è una Penisola ricca di sorprese e, tra i suoi innumerevoli tesori da scoprire, c’è lo splendido borgo di Gradisca d’Isonzo. Questa piccola cittadina del Friuli Venezia Giulia, complici l’affascinante architettura medievale, le strade che sembrano ferme in un’altra epoca e l’ospitalità delle sue numerose osterie e trattorie, merita di essere visitata almeno una volta nella vita. Pronti a prenotare un biglietto? In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere su Gradisca d’Isonzo.
Alla scoperta di Gradisca d’Isonzo
Il borgo fortificato di Gradisca d’Isonzo si trova in provincia di Gorizia, esattamente sulla sponda destra dell’Isonzo, a poca distanza dal confine sloveno, dal mare Adriatico e dalle Alpi Giulie. Fu concepito nel ‘400 dalla Repubblica di Venezia come baluardo contro le incursioni turche, che in Friuli erano furiose e frequenti. La cittadella fu quindi edificata dagli architetti della Serenissima, coadiuvati da Leonardo Da Vinci, come un borgo con strade larghe, suddivise in compatti isolati di case. Universalmente considerato come uno dei borghi più suggestivi d’Italia, questo luogo è un vero e proprio museo a cielo aperto in cui convivono felicemente quattro periodi storici: il quattrocento veneto, il seicento austriaco, l’ottocento asburgico e il novecento italiano. Tutti raccontati dagli edifici, dalle strade, dall’edilizia.
Come arrivare a Gradisca d’Isonzo
Il modo più semplice per raggiungere Gradisca d’Isonzo è con l’automobile. A Nord della città corre infatti l’autostrada A34, con ingresso/uscita su via Udine (SR 305). Il comune è attraversato da diverse infrastrutture viarie d’importanza regionale, ovvero SR252, SR305 e SR351. Per quanto riguarda la rete ferroviaria, invece, non si trova nessuna stazione sul territorio. La più vicina è situata nel comune limitrofo di Sagrado, tratta della linea Udine-Trieste.
Cosa vedere a Gradisca d’Isonzo
Monumenti simbolo di Gradisca sono il castello della città e le mura dell’originaria Fortezza costruita dalla Serenissima, che si sono conservate quasi interamente. Oggi tutto il grande complesso fortificato si presenta come un bellissimo monumento abbandonato, in cui sono ben riconoscibili porte e Torrioni. Il centro nevralgico di Gradisca d’Isonzo è il Parco della Spianata, su cui affacciano caffè storici e da cui si diramano le strade principali della città. Ogni terza domenica del mese questo parco si anima di uno dei più grandi mercatini del Friuli Venezia Giulia dove si può trovare davvero di tutto.
Passeggiando tra le strade della città, scoverete il Duomo dei Santi Pietro e Paolo, il suggestivo Palazzo Monte di Pietà o la Casa dei Provveditori Veneti, testimonianza del passato più antico della città edificato tra il 1479 e l’83. Piuttosto suggestivo anche il Monumento alla Redenzione, situato al centro di piazza Unità d’Italia e costituito da un’alta colonna con bassorilievi dedicati a varie fasi della storia gradiscana, su cui poggia un leone di San Marco in bronzo, simbolo della Repubblica di Venezia. Se amate i musei, merita una visita la Galleria Regionale d’arte contemporanea Luigi Spazzapan, dedicata all’omonimo pittore originario proprio della città. Il Lapidario Cittadino, invece, è situato nella Loggia dei Mercanti ed espone diverse lapidi che sono stata rinvenute a Gradisca d’Isonzo negli anni.
Cosa mangiare a Gradisca d’Isonzo
A rendere indimenticabile il vostro soggiorno a Gradisca saranno anche le gustose soste nelle trattorie ed osterie della città o in uno dei suggestivi caffè con vista del Parco della Spianata. Per antipasto potete districarvi tra una grande varietà di salumi e formaggi di produzione locale, da accompagnare con un buon vino. I migliori a detta di chi se ne intende sono i rossi, come il Cabernet, il Merlot e il Refosco, chi opta per i bianchi può contare sul Pinot.
Tra i piatti che vi consigliamo di assaggiare, ci sono ovviamente quelli della tradizione slovena, come la jota, una sostanziosa zuppa a base di fagioli, patate, cotenne, costine di maiale affumicate e crauti, o il goulash. Altrettanto gustose sono le trippe, il baccalà o il celebre cotechino, servito con rape acide. Sul versante “dolci” troviamo, oltre allo strudel di mele, anche la tipica gubana. Si tratta di un involucro di pasta farcita con noci, zibibbo, uvetta, pinoli, cioccolato e servita a fette irrorata con grappa.