Il fiume Magra, corso d’acqua che parte lo Genovese dal Toscano, per dirla con Dante Alighieri: settanta chilometri di percorso dall’Appennino Toscoemiliano fino al Mar Ligure, antico confine romano al di sotto del quale gli abitanti godevano della cittadinanza di quello che sarebbe diventato un secolo più tardi l’impero, nell’Ottocento terreno di scontro delle truppe napoleoniche e britanniche e oggi raccontato in alcune delle opere di Maurizio Maggiani.
Un fiume importante per i tanti paesi e le città che attraversa, ma un fiume che riserva il meglio di sé per gli avventurosi viaggiatori che trovano la voglia di esplorare le sue anse più recondite, nascoste là dove il corso è ancor giovane, dove le acque hanno da poco lasciato i pendii del monte Borgognone e del monte Tavola.
Cascate, piscine naturali e perfino un lago, in qualche modo: sono questi i tesori che offre lo scrigno del Magra nella sua prima parte, a monte rispetto alla cittadina di Pontremoli, il centro più importante della Lunigiana.
Il Piscio di Pracchiola
Pracchiola è un minuscolo abitato della Valdantena, la zona collinare a nord-est del territorio del comune di Pontremoli, il cui nome deriva probabilmente dall’antico nome etrusco del fiume Magra.
È l’ultimo borgo che si trova sulla strada che da valle risale il corso d’acqua e poi raggiunge il Passo del Cirone, che separa la provincia di Massa da quella di Parma. In corrispondenza di Pracchiola la Strada provinciale 108 smette di seguire il corso del fiume, che lambisce la frazione nel suo lato occidentale.
Risalire il corso del Magra è invece l’obiettivo dell’esplorazione: si può lasciare l’auto nel parcheggio di Pracchiola, attraversare l’unica strada lastricata del paese a piedi e inoltrarsi nel bosco seguendo l’artigianale indicazione su un cartello di legno che dice: cascata.
In circa mezz’ora di escursione nel bosco si raggiunge il salto noto come il Piscio di Pracchiola, un’imponente parete rocciosa dal quale il Magra, che nasce appena qualche chilometro più su, si getta per circa 30 metri con grande fragore, sbatacchiandosi nello stretto cunicolo scavato nella roccia e generando un’ampia polla ai suoi piedi.
La cascata è destinazione di tanti visitatori ed è uno spettacolo della natura imperdibile in tutte le stagione, ma diventa poi una stuzzicante meta per i giorni più caldi dell’estate: l’acqua della piscina naturale è molto fredda e un tuffo proprio sotto la cascata un must per i più coraggiosi.
Il Ponte della Colombaia
Nei pressi di Pracchiola si trova un’altra sensazionale destinazione per gli amanti dell’acqua dolce e del wild swimming: il Ponte della Colombaia. Arrivando da valle nel piccolo abitato, ci si accorgerà di passare su un cavalcavia che permette di attraversare il corso del fiume.
Poco sotto il cavalcavia si trova in realtà un ben più vecchio e scenografico ponte, risalente al Quattrocento e ristrutturato recentemente, il quale a sua volta sorveglia una bella zona di piscine naturali dall’acqua cristallina, con grandi massi piatti ai bordi che lo rendono un luogo ideale per un picnic fuori porta.
Alle piscine naturali si accede percorrendo un breve sentiero che parte poco più a valle rispetto al cavalcavia, in concomitanza di uno spiazzo sterrato sulla destra della sede stradale.
È uno spot che garantisce ampia ombreggiatura, grazie alla boscaglia circostante, mentre le piscine naturali sono al sole nelle ore centrali della giornata. Non sono profondissime, si tocca quasi in ogni punto della polla, ma si riesce comunque a fare un bagno rinfrescante.
Le Piagnare
Scendendo insieme al Magra verso valle, ci si sposta nel paese di Casalina, altra caratteristica borgata del pontremolese, con splendide case in pietra a vista e i tipici tetti coperti di piagne, lastre di arenaria disposte in triplice strato per proteggere dalla pioggia.
Proprio dal nome di queste particolari tegole scure deriva quello delle Piagnare, una delle zone in assoluto più belle della Lunigiana per il wild swimming: e sì che ce n’è, di concorrenza.
A Casalina, scendendo lungo la strada asfaltata che collega con le frazioni di Barcola e Previdè, su un tornante della strada verso sinistra si trova su un lato della strada un cancello per il bestiame. Aperto quello si accede a un breve sentiero che in due minuti porta alle Piagnare.
Qui il colpo d’occhio è subito splendido: un enorme masso ostruisce il corso del Magra un centinaio di metri più a monte; il fiume gli scorre attorno e si stringe ai piedi di una ripidissima parete grigio-nera d’arenaria, per poi gettarsi con una cascatella in una ampia e profonda piscina naturale dai colori elettrizzanti; un ampio masso quadrato e piatto all’ombra di alcuni alberi. Un vero e proprio paradiso.
Gli audaci potranno anche risalire il corso del Magra con un piccolo percorso di light canyoning fino a raggiungere il ponte di Groppodalosio, un affascinante ponte in pietra dal quale ammirare la vista dell’omonima borgata sovrastante, peraltro facilmente raggiungibile da un sentiero che collega il paese al ponte.
Il Pallino
Immediatamente a valle della succitata zona delle Piagnare si trova il Pallino, una bella cascata ai cui piedi si è creata una splendida polla d’acqua cristallina.
Dalla cima della cascata i giovani di Previdè, di Barcola e di Casalina amano tuffarsi nelle profondità del corso d’acqua, in un contesto davvero bello e senza sostanziali pericoli: è facilissimo arrampicarsi dalla base della cascata fin sopra la medesima.
Intorno alla polla la boscaglia crea una piacevole ombra, dove trovare riparo dalle grinfie del solleone, e si può anche sistemarsi sugli ampi lastroni di roccia a monte del salto.
Il Lago Scaiè
Lo chiamano lago, ma un lago non è. Ancora più a valle rispetto a Pracchiola e a Previdè, nei pressi della località Molinello, il Magra si apre in un’ampia polla che i locali hanno preso a chiamare lago (Scagliolo o Scaiè) ed è una delle destinazioni balneari più gettonate della vallata, anche per l’ampia offerta del posto.
Un po’ più a monte dell’ampia piscina un tratto di acqua bassa e una spiaggetta di sassolini sono un luogo ideale per un picnic adatto anche alle famiglie con bambini piccoli. Più a valle ci si può sistemare in un’ampia zona ombreggiata di rocce piatte un paio di metri più in alto rispetto al corso del fiume: una zona per godersi il fresco ma anche per prodursi in un acrobatico tuffo nella profonda piscina sottostante. Per gli amanti della tintarella ampie zone di rocce comode per sdraiarsi si trovano sull’altra sponda, facilmente accessibile tramite guado, senza dover passare dalla zona più profonda del lago.
Impossibile resistere al richiamo delle fresche e dolci acque del Magra, così azzurre e al tempo stesso cristalline, talmente trasparenti che anche nei punti più profondi si può vedere senza problemi il fondale.
La Serra di Mignegno
Lasciando la Valdantena e avvicinandosi a Pontremoli, vicino al cimitero di Mignegno si trova l’omonima Serra, fusione perfetta di natura e intervento dell’uomo. Due grandi briglie di contenimento della forza del fiume Magra servono a creare due grandissime polle di acqua azzurra e fresca in un punto dove il corso d’acqua ha aumentato la sua portata e anche in estate rovescia da un lato all’altro del salto tutto il suo carico.
Per raggiungerle si deve obbligatoriamente camminare per un breve tratto nel letto del Magra. Dopo il ponte sulla Magriola della Strada statale 62, si gira bruscamente a destra in via Mignegno, che porta verso il cimitero. Dopo qualche decina di metri si tiene la destra al bivio e si prosegue fin quando la strada consente. Dal termine della strada si scende sul letto del fiume e si risale per circa 10 minuti, fino a raggiungere i due bei tonfi.
La Serra di Mignegno è quindi in realtà un doppio salto con una doppia piscina dove potersi tuffare e fare il bagno. La cascata più a monte è un po’ più alta ed è sfruttata soprattutto per tuffarsi, mentre la seconda è più bassa, con un laghetto più ampio adatto anche a qualche bracciata, e ha ai suoi margini un’ampia spiaggia di piccoli ciottoli bianchi dove potersi sistemare.