Non fatevi ingannare dalla toponomastica: vicino al paese di Forno, in provincia di Massa e Carrara, troverete Canal Regollo, uno dei luoghi più freschi dove sfidare l’insistente calura e il solleone, una vera e propria oasi di montagna dove ristorare il corpo e lo spirito.
La cornice montana è quella delle aspre vette delle Alpi Apuane, nel nord della Toscana. Un territorio pesantemente trasformato dall’attività estrattiva del marmo, che da migliaia di anni è la caratteristica distintiva di quest’area geografica nel bene e nel male. Un territorio che mantiene, comunque, le sue peculiarità naturali: la notevole biodiversità floristica e faunistica, la presenza di grotte carsiche, la sua posizione a ridosso del litorale tirrenico che permette di ammirare panorami splendidi dalle alture della catena montuosa, la spettacolare verticalità dei rilievi che permette di passare in pochi chilometri da altitudini minime a sfiorare i 2000 metri.
Canal Regollo, o Canale di Regolo, è un vallone che si trova nella Valle del Frigido, il fiume che attraversa la città di Massa. Nel canale si raccolgono le acque del monte Spallone e del monte Sagro, dando vita a un torrentello montano dalle acque eccezionalmente trasparenti e invitanti, che scende tra una cascatella e l’altra fino al paese di Forno, dove in combutta con altri rii provenienti dai valloni circostanti dà vita proprio al fiume Frigido.
Una breve escursione lungo un sentiero CAI ricalcato su una antica via di lizza, che serviva per trasportare a valle il marmo estratto dalle cave del monte Spallone, conduce ad alcune bucoliche spiaggette d’erba e sassolini bianchissimi ai margini di alcune piccole polle d’acqua cristallina: un luogo di bellezza, pace e rigenerazione racchiuso in un contesto unico.
Come arrivare a Canal Regollo
Per raggiungere Canal Regollo si parte da Massa e si risale la Valle del Frigido fino a raggiungere il paese di Forno, percorrendo via Bassa Tambura.
Forno, meno di mille abitanti, è un paese di montagna con un’altitudine molto limitata (non siamo ancora a 300 metri sul livello del mare) ma dal quale in pochi chilometri si può prendere quota, circondato com’è dalle vette apuane.
Il paese nel 1944 fu al centro di un eccidio nazifascista, dove sessanta persone vennero brutalmente trucidate. A giugno di quell’anno una brigata partigiana riuscì ad occupare Forno, liberandola dall’occupazione. I festeggiamenti seguenti, con tanto di tricolore appesi alle finestre, vennero stravolti quattro giorni più tardi, quando la rappresaglia nazifascista colpì, annientando la resistenza partigiana e trucidando una parte della popolazione, accusata di aver collaborato.
I partigiani si erano asserragliati nella filanda di Forno, un edificio imponente in cima al paese che ancora oggi ne è l’edificio più riconoscibile. La filanda è stata un opificio tessile sorto alla fine dell’Ottocento, oggi in disuso e con un tentativo di recupero e riqualificazione in corso. Per operare, sfruttava una turbina azionata dalle acque del Frigido, che proprio dietro la struttura prende vita, peraltro dando origine a un tratto profondo che oggi i fornesi utilizzano come spiaggia cittadina.
Fino agli anni Trenta del Novecento l’attività tessile è stata la principale fonte di occupazione del paese: alla filanda hanno lavorato continuativamente tra le 250 e le 500 persone. Nel Dopoguerra l’edificio venne adibito alla produzione di energia elettrica, prima di passare negli anni Ottanta sotto il controllo del comune di Massa, che nel nuovo millennio ne ha rilanciato il recupero. Pino Daniele ha girato qui il videoclip della sua celebre Quando.
Proseguendo in auto oltre la filanda di Forno, si svolta a sinistra e si affronta la strada in salita. Intorno si possono osservare le tracce evidenti dell’attività estrattiva del marmo. I resti delle cave che si incontrano regalano sentimenti contrastanti: la bellezza di un panorama spettacolare come quello delle Apuane, tutta l’ostinazione dell’ingegno umano, ma anche la sensazione di una violazione nei confronti dell’ambiente naturale.
Dopo i primi quattro tornanti in salita, il quinto, in corrispondenza di un container verde, è il luogo dove incomincia il sentiero e si risale il Canal Regollo, come indicato dai cartelli in legno della sentieristica CAI. Si può parcheggiare a bordo strada.
Si imbocca dunque il sentiero CAI 37. Per percorrere il sentiero servono calzature adeguate per una escursione in montagna, anche se la camminata non durerà più di 30 minuti. Si supera prima un grande e spettacolare castagno, quindi i resti di un ponte in cemento testimonianza dell’antico utilizzo del sentiero per le attività di estrazione del marmo.
Dopo il ponte, il sentiero sale dritto e costante a fianco del torrente: in corrispondenza di un grosso masso di pietra un po’ più scuro, si scende sul letto del torrente per raggiungere una piscina nascosta. La destinazione esatta si trova alle seguenti coordinate, che potete inserire in un qualsiasi dispositivo GPS: 44.101121, 10.175300.
Un’oasi di relax tra le montagne
Una cascatella di acqua purissima scende fra due massi giganteschi, formando una polla cristallina che rifrange i raggi solari sulle rientranze della roccia.
Una spiaggia di sassi bianchissimi circonda la piscina naturale, ma immediatamente adiacente un magnifico tratto di prato verde non aspetta altro che vi leviate le scarpe per calpestare i fili d’erba a piedi nudi prima di concedervi un tuffo rigenerante.
Alzando lo sguardo oltre la cascatella, oltre i massi grigi e le chiome verdi degli alberi, spunta la cima di una montagna. Si tratta di una vera e propria alcova, spettacolare in tutti i suoi termini, una destinazione ideale per chi è in cerca di un luogo nascosto, tranquillo, dove dominano la pace e ci si può rigenerare in un contesto naturale speciale.
L’acqua della polla è naturalmente fredda, ma è la compagna ideale per un calda giornata d’estate.
Non rinunciate, inoltre, a esplorare in lungo e in largo le sponde del torrente. Il sentiero 37 è destinato alla Foce di Navola prima, e alla Foce di Giovo poi, a 1500 metri, prima di scendere al Rifugio Donegani. Per quasi un altro chilometro oltre la spiaggetta indicata, costeggia le acque del piccolo torrente, che a ogni piè sospinto regala un angolo con una cascatella, una polla, una piccola spiaggetta tutta da scoprire.