Nel Lincolnshire, l’albero di Isaac Newton esiste per davvero

In Inghilterra, nella casa di Isaac Newton, si può ammirare ancora oggi l’albero che diede origine alla legge di gravitazione universale

Fonte: Twitter

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Quella di Isaac Newton è una storia affascinante. Nacque il giorno di Natale del 1642, molto prima del termine previsto. I medici non gli diedero molte speranze di vita, ma lui ruppe i pronostici e non solo visse, ma divenne anche uno scienziato. Uno dei più importanti e dei più rivoluzionari della storia. Fisico, astronomo, matematico, teologo: Isaac Newton aveva una conoscenza enorme, ma a renderlo famoso fu soprattutto la sua teoria di gravitazione universale. Di quella scoperta, ancora oggi si può annusare la storia. Basta recarsi nel Lincolnshire, una contea delle Midlands Orientali, in Inghilterra. Qui, la casa della sua infanzia – il Woolsthorpe Manor – è stata trasformata in attrazione turistica. E, sebbene di alberi ce ne siano tantissimi nel suo terreno, il più fotografato è ovviamente lui, l’albero da cui cadde la mela che – leggenda vuole – colpì in testa Isaac Newton. In realtà, tutta questa fama all’albero non fa proprio benissimo: i visitatori che ogni giorno si recano a vederlo hanno danneggiato le sue radici, tanto da spingere i responsabili del sito a recintarlo.

Per altro, questo è un albero con tantissimi discendenti. Suoi innesti sono stati distribuiti e coltivati un po’ in tutto il Regno Unito: un discendente dell’originale è persino stato piantato nel giardino del Dipartimento di Fisica dell’Università di York. Altri ancora si trovano al Trinity College di Cambridge, sotto la stanza in cui Isaac Newton visse da studente, e in Argentina, nel cortile del Bariloche Institute, e in Australia (a Goobang). Tuttavia, nessuno possiede il fascino di quell’albero sotto cui lo scienziato – nel 1666 – si sedette. Ma cosa racconta, esattamente, la storia? Secondo Voltaire, quando gli cadde la mela sulla testa, Newton iniziò a pensare alla gravitazione, e al motivo per cui la Luna non cadesse sulla Terra come la mela. Ipotizzò quindi l’esistenza di una forza che diminuisse al pari dell’intensità della luce ma, non tenendo conto delle perturbazioni planetarie, i suoi calcoli non erano corretti.

Per la verità, nel 1820 un temporale abbatté l’albero: i visitatori continuarono a recarsi qui, per vederlo disteso al suolo. I pezzi di tronco ormai rotti furono utilizzati per costruire tabacchiere e bigiotteria, ma non fu quella la fine della storia: le radici erano ancora vive e, da loro, nacque un nuovo albero. Che, di quello originale, è l’esatta riproduzione.