Niente sanguinose guerre o scissioni studiate a tavolino: dietro questa micronazione c’è il progetto di un artista che non voleva separarsi dalle sue splendide opere. Ladonia vanta una storia incredibile, di quelle che si sentono solo una volta nella vita, e vale la pena scoprirla – per poi magari programmare un viaggio e visitare questo piccolo gioiello.
Ladonia, la nascita di una micronazione
Siamo negli anni ’80, nel cuore di un luogo magico: la riserva naturale di Kullaberg. Quest’ultima è un’oasi incontaminata situata su una propaggine della Svezia meridionale che si affaccia sullo stretto di Kattegat, un posto impervio e difficile da raggiungere. Proprio qui, con una splendida vista sul mare, l’artista svedese Lars Vilks decide di dare sfogo al suo estro e mettere in cantiere due opere meravigliose. Nasce così dapprima Nimis, una scultura composta da ben 75 tonnellate di legna, e poco dopo Arx, una “fortezza” realizzata interamente in pietra.
Per ben due anni, nessuno si accorge della loro esistenza: sono perfettamente nascoste nella natura rigogliosa del parco, e di sicuro non creano alcun problema. Quando però vengono scoperte, nasce la polemica. Secondo le autorità locali, le sculture sarebbero da considerarsi degli edifici a tutti gli effetti, e all’interno della riserva è tassativamente vietata la costruzione di edifici. Viene così richiesta la loro demolizione, ma Lars Vilks non ci sta: fa ricorso più volte contro la decisione del consiglio, perdendo ripetutamente. E per questo motivo decide di agire in maniera sorprendente, proclamando la micronazione di Ladonia nel 1996.
Nel corso degli anni, intanto, accade davvero di tutto. Dalla creazione di una nuova opera d’arte, che viene poi smantellata (al suo posto sorge oggi un monumento molto più piccolo), all’acquisto di Nimis da parte dell’artista Christo, nel tentativo di proteggere la scultura da ulteriori decisioni di smantellamento. Scultura che, tra l’altro, ha ormai superato le 100 tonnellate di legna utilizzate per il suo ampliamento. Non mancano atti vandalici quali incendi e incisioni sulla pietra per rovinare il lavoro di Vilks. Ma Ladonia esiste, e ancora oggi rappresenta una minuscola enclave della Svezia che attira curiosi da ogni parte del mondo.
Cosa sapere su Ladonia
Oltre alla sua storia decisamente bizzarra, Ladonia cela molte curiosità. A partire dal suo nome: secondo la mitologia, la micronazione sorgerebbe proprio nel punto in cui venne trasferito il prezioso albero di mele d’oro ricevuto in regalo da Era per le sue nozze con Zeus. A difesa della pianta, la dea mise il drago Ladone, straordinaria creatura dalle cento teste, che venne però ucciso da Eracle nel tentativo di impadronirsi delle mele. Insomma, le radici di questo posto ne confermano ancora una volta l’atmosfera magica. Naturalmente, con il passare del tempo la micronazione è diventata tale a tutti gli effetti, dotandosi di una moneta propria (chiamata Ortug) e adottando il latino come lingua.
E per quanto riguarda la popolazione? Nata senza cittadini, Ladonia è rimasta disabitata per tutto questo tempo. D’altra parte non è facile raggiungerla, né vi sono case, negozi o strade, segni di civiltà indispensabili oggigiorno per poter sopravvivere. Eppure, ufficialmente la micronazione conta una popolazione di oltre 27mila persone, ladoniani che abitano in più di 50 Paesi diversi, pur sentendosi di appartenere anche ad un luogo così speciale. Vi è persino una Regina, che viene eletta democraticamente e regna per tutta la sua vita. La prima è stata Ywonne I, che si destituì nel 2013; ad essa fece seguito Carolyn I, che è ancora in carica.