Di misteri, storie e leggende nascoste all’ombra della luce del giorno, il nostro mondo ne è pieno. Quando il sole tramonta e lascia spazio alla tenebre della notte è possibile udire suoni e rumori o vedere cose che una mente razionale proprio non riesce a spiegare.
Accade nelle città, nelle lagune e nei parchi e accade in questa foresta dove il mistero nascosto tra gli alberi gli ha fatto guadagnare l’appellativo di Triangolo delle Bermuda. Ci troviamo al confine settentrionale della Romania, in Transilvania, all’interno della foresta di Hoia Baciu, ed è qui che consigliamo ai più fifoni di non addentrarsi mai.
Con gli anni le storie raccontate sono aumentate, così come i misteri. C’è chi giura di aver visto i fantasmi aggirarsi tra gli alberi, chi di aver avuto incontri ravvicinati con creature non umane e chi, ancora, una volta entrato, non è mai più tornato indietro.
Complice di questi fitti misteri che campeggiano sulla foresta di Hoia Baciu, come una maledizione, è il suo aspetto. La foresta si estende per oltre 300 ettari nella periferia di Cluj Napoca e nonostante le sue origini risalgono a oltre due secoli fa, gli alberi sono ancora giovani e si presentano ricurvi e sottili, come se fossero stati creati da per un ambientazione degna di un film horror. E come se tutto questo non fosse abbastanza, il mistero si infittisce ancora di più in un punto della foresta perfettamente circolare dove non cresce neanche un filo d’erba.
Con gli anni biologi e scienziati di tutto il mondo hanno analizzato quel lembo di terra senza però riscontrare nulla di anomalo. Cosa succede veramente nella foresta di Hoia Baciu nessuno lo può sapere. Non possiamo, però, ignorare le voci di paese che sostengono che quella sia la casa del diavolo ammonendo viandanti e avventurieri che giungono lì mossi dalla curiosità.
A voler scavare un po’ più a fondo e a tralasciare le leggende popolari però, scopriamo che anche la storie reali che ruotano attorno alla foresta sono un grosso e spaventoso enigma. Sono molte le persone che, una volta entrate nella foresta non sono più tornate, come quel pastore scomparso insieme al suo gregge di oltre 200 pecore.
Un’altra storia, invece, vede protagonista una bambina scomparsa un giorno nella foresta e ritrovata 5 anni dopo incolume e con addosso gli stessi indumenti. Tutti quelli che sono tornati, invece, hanno raccontato che di aver provato, una volta dentro la foresta, una sensazione di malessere, ansia e angoscia.
Tra questi anche il biologo Alexander Sift, morto nel 1993, che raccontò di aver avuto febbre alta e ustioni su tutto il corpo dopo aver visitato Hoia Baciu. La sua testimonianza, conservata nella memoria storica degli abitanti dei paesi limitrofi, trova conferma nelle esperienze più recenti: bagliori improvvisi, oggetti volanti, strane creature che si nascondo dietro gli alberi.
Ma nonostante le ricerche, le documentazioni e gli interventi dei più esperti, quello di Hoia Baciu rimane il mistero più grande, spaventoso e mai risolto di sempre.