Alla scoperta di Lalibela, città sacra d’Etiopia

Lalibela, in Etiopia, con le sue 12 chiese monolitiche è una tra le più belle città del mondo

Nell’Etiopia centro-settentrionale, la regione degli Amara è una regione-stato nata nel 1995. Ha un territorio montuoso, e nasconde luoghi che sono una sorpresa. A cominciare da Lalibela, una città posta 2500 metri sopra il livello del mare, che è un luogo sacro. Ma anche un capolavoro d’arte, di cultura e di architettura.

Dietro la fama di cui gode in tutto il mondo vi sono le sue chiese monolitiche, scavate nella roccia e dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unrsco. Qui, in quell’Etiopia che fu tra i primi Paesi a convertirsi al Cristianesimo, Lalibela fu costruita come simbolica rappresentazione di Gerusalemme per volere dell’imperatore locale, Gebre Masqel Lalibela, che Gerusalemme ebbe modo di visitarla prima della sua conquista da parte dei Musulmani. Innamoratosi della sua magnificenza e del suo significato religioso, una volta tornato in patria, il re decise di costruire una città che – in qualche modo – le assomigliasse.

Non lontana per stile dalle altre città etiopi – col suo agglomerato di case che sono poco più che capanne, una manciata di alberghi e qualche piazza -, pare sia uno di quei luoghi da visitare una volta nella vita. E, il merito, è proprio delle sue chiese che – immerse sotto la terra, alcune a 50 metri di profondità – hanno particolari aperture da cui filtra la luce del sole. Regalando un’atmosfera magica.

Per raggiungere le dodici chiese di Lalibela è necessario allontanarsi dal centro della città, pieno di vita, di turisti e di bambini. Scavati in un unico blocco roccioso, quegli edifici sono oggetto di una leggenda: gli abitanti del luogo credono infatti che il Re Lalibela, ispirato da Dio e da San Giorgio, abbia costruito in tutta Etiopia chiese di questo tipo, grazie all’aiuto degli angeli. In realtà, le uniche mai scoperte sono proprio quelle di Lalibela. Alcune piccole e capaci di accogliere non più di dieci persone, altre molto grandi, sembrano delle caverne. E, con i loro affreschi, i bassorilievi e i tappeti, sono di una bellezza straordinaria.

Tra le dodici chiese, la più famosa è quella di Bet Giorgis: dalla forma a croce, si sviluppa verso il basso. Ed collegata alle altre attraverso stretti vicoli, percorsi dai monaci e dai preti che abitano il luogo. Li si può percorrere, quei cunicoli, ma ogni forma di illuminazione è vietata: si può solo procedere a tentoni, utilizzando le mani per individuare le mura. In ogni caso, che si svelga di passeggiare attorno al tetto di una chiesa o di immergersi nei sotterranei della città, Lalibela – secondo chi l’ha vista – è una città unica. E tra le più belle del mondo.

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