In Sardegna gli escursionisti soggiornano gratuitamente

Un nuovo programma di sicuro interesse sta cercando di trasformare un angolo aspro in un'oasi per gli escursionisti con alloggio gratuito. Le info

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Redazione

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Famosa per le sue spiagge incontaminate e le spettacolari scogliere di granito, la magnifica Sardegna è spesso conosciuta come il paradiso del jet set. Ma lontano dai mega yacht e dai prestigiosi resort della Costa Smeralda, la maggior parte dell’isola rimane avvolta nella natura selvaggia tuttora in attesa di essere esplorata.

Così oggi, un nuovo programma di sicuro interesse sta cercando di trasformarne un angolo aspro in un’oasi per gli amanti della vita all’aria aperta: infatti, un gruppo di escursionisti ed ex minatori ha l’obiettivo di attrarre i trekker e gli escursionisti sulla costa sud-occidentale, raramente visitata, proponendo alloggio gratuito lungo lo splendido Cammino Minerario di Santa Barbara di 500 chilometri.

Si tratta di un incantevole percorso di 30 tappe, intitolato alla santa patrona dei minatori, che attraversa imponenti dune di sabbia, foreste lussureggianti, affioramenti scoscesi e quasi 150 miniere abbandonate. Dona inoltre numerose opportunità per conoscere gli abitanti e godersi la gustosa gastronomia sarda.

I dettagli dell’iniziativa

L’iniziativa, avviata a ottobre 2023, offre ai visitatori di età inferiore ai 35 anni fino a tre pernottamenti consecutivi gratuiti: una volta effettuata la registrazione, gli escursionisti ricevono dei buoni da utilizzare nelle strutture ricettive, nei campeggi e nei bed and breakfast della zona. Al termine dei soggiorni gratis, pagano la tariffa standard di 20 euro a notte nelle piccole realtà a conduzione familiare e 28 euro a notte negli alloggi privati.

Per ricevere i tre voucher che danno diritto all’alloggio gratuito, i giovani devono acquistare un “passaporto del camminatore” da 5 euro e fare una piccola donazione tramite il sito del Cammino. I voucher potranno essere utilizzati fino al 15 dicembre 2024, ma non nel periodo che va dal 16 giugno al 14 settembre.

L’obiettivo: far conoscere anche ai giovani un sentiero straordinario

Il programma “Let’s go – In Cammino” mira a diminuire l’età media dei turisti, dai pensionati alle persone tra i 20 e i 30 anni, e a far conoscere un sentiero e un luogo che “nemmeno alcuni sardi conoscono“.

La bellezza sbalorditiva della zona e le sistemazioni economiche si sono rivelate vincenti. Nel 2023 si sono messi in viaggio 1.199 escursionisti mentre finora per il 2024 sono 1.521, praticando trekking lungo mulattiere risalenti all’800 a.C., ponti di pietra costruiti dagli antichi romani e linee ferroviarie del XIX secolo. A oggi, 196 escursionisti hanno completato l’intero percorso dalla sua apertura nel 2017, impiegando all’incirca un mese.

Oltre a uno scenario impareggiabile, il Cammino Minerario di Santa Barbara è l’occasione perfetta per assaporare la rinomata cucina sarda e gli ingredienti locali. Qualche esempio? La pasta al tonno rosso nel villaggio di Carloforte, le rinomate cipolle dolci dell’isola a San Giovanni Suergiu, i carciofi spinosi di Masainas, i ceci di Musei e le prelibate ciliegie e arance del borgo di Villacidro.

Ma non soltanto. Infatti, qui si respira la storia antica, e autentica, del territorio: la Sardegna sud-occidentale era abitata già nel 6000 a.C., con attività minerarie e commercio di metalli documentati nel periodo nuragico dell’età del bronzo e scavi di minerali di piombo e argento a partire dal secondo millennio a.C. Quando i romani conquistarono l’isola nel 138 a.C., portarono tecniche avanzate e, a loro volta, fondarono città minerarie che, dopo la caduta dell’Impero, furono in gran parte abbandonate.

L’itinerario ripercorre altresì una storia segnata da aristocratici, scioperi e proteste. Nel XII secolo il conte pisano Ugolino della Gherardesca sviluppò le miniere d’argento di Iglesias, oggi punto di partenza del sentiero. Un secolo dopo, gli Aragonesi chiusero le miniere, inviando i minatori in Catalogna. Nella seconda metà del XIX secolo, mentre l’Italia stava diventando una nazione, le miniere acquistarono di nuovo valore e la Sardegna forniva quasi tutto il piombo e lo zinco del nascente Paese.
Molte miniere rimasero produttive anche durante le due guerre mondiali, ma iniziarono il declino negli Anni Sessanta e cessarono di funzionare negli Anni Novanta.

Con il desiderio di onorare il patrimonio delle miniere e dei minatori, gli attivisti hanno avviato un piano per creare il Parco Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna e, nel 2001, il Ministro dell’Ambiente ha firmato una legge che riconosce il parco, stanziando finanziamenti governativi e creando 500 posti di lavoro per gli ex minatori e coloro che hanno effettuato la manutenzione degli impianti. Molte di queste persone ora organizzano tour condividendo le proprie storie con gli escursionisti lungo il parco di 3.770 chilometri quadrati nella regione del Sulcis Iglesiente sud-occidentale, dove si trova la Strada Mineraria di Santa Barbara.