Quando si va in vacanza è importante tenere in considerazione la tassa di soggiorno, un costo aggiuntivo per i turisti che fornisce un continuo flusso di denaro alle casse dei comuni. Non è soltanto un ottimo modo per avere una fonte di guadagno fondamentale per finanziare servizi utili sia alla cittadinanza che ai visitatori stessi, ma anche un tentativo di arginare l’assalto turistico nelle località solitamente più prese di mira. E proprio in vista dell’estate, che è il periodo più “arduo”, molte città italiane stanno pensando di aumentare la tassa di soggiorno o di introdurre misure alternative. Scopriamo qualcosa in più.
Le città che aumentano la tassa di soggiorno
La tassa di soggiorno è un’importante fonte di guadagno per molti comuni italiani: il nuovo report dell’Osservatorio Nazionale di JFC evidenzia che, nel 2023, l’imposta ha permesso di raccogliere ben 702 milioni di euro nel nostro Paese – ovvero il 13,4% in più rispetto l’anno precedente. Il rallentamento della pandemia e la fine delle restrizioni hanno senza dubbio avuto un ruolo importante in questo record, ma c’è anche da tenere in considerazione l’aumento dei prezzi della tassa di soggiorno. Periodicamente, infatti, i comuni adeguano le tariffe per i turisti in arrivo.
Nell’estate 2024, prevedendo un grande afflusso di visitatori, alcune delle più importanti città italiane hanno deciso di incrementare la tassa di soggiorno. Sono già stati fissati aumenti per Napoli e Brescia – che lo scorso anno ha raggiunto un numero di turisti molto più elevato del solito. Anche Padova si sta preparando per il nuovo balzello che, limitatamente ai soggiorni negli hotel dalle tre stelle in su, costerà ai viaggiatori o,50 euro in più rispetto all’anno passato.
Particolare è anche la situazione di Roma, dove ci si prepara a vivere il Giubileo: si tratta di uno degli appuntamenti più importanti per la nostra capitale, e richiamerà davvero tantissime persone da ogni parte del mondo. In attesa dell’evento, sono già iniziati gli adeguamenti sulla tassa di soggiorno. Quest’ultima è stata alzata subito dopo l’estate scorsa, arrivando così a 10 euro per coloro che soggiornano negli alberghi extralusso.
Le altre misure contro l’overtourism
Aumentare la tassa di soggiorno, tuttavia, non è l’unica misura per combattere quel fenomeno ormai ampiamente conosciuto con il nome di overtourism. Altre città italiane hanno adottato iniziative decisamente interessanti. È il caso di Venezia, che ha già avuto grande risonanza: il 25 aprile 2024 (e in altre 28 date distribuite nel corso dell’anno), i turisti giornalieri dovranno pagare un biglietto d’ingresso di 5 euro. Questo ticket verrà richiesto solo in specifiche giornate, quelle considerate più ad alto rischio di affollamento, ovvero nelle festività e nei ponti.
Firenze ha invece in mente una soluzione diversa, adottando il cosiddetto “scudo verde”: si tratta di una specie di maxi-ztl (ovvero una zona a traffico limitato) che coprirà circa il 66% del centro abitato, pari a ben 38 km quadrati. La misura verrà introdotta a partire da maggio e, se per il momento ha come obiettivo quello di ridurre le emissioni di CO2, in futuro le sue telecamere potranno essere utilizzate per tracciare i turisti giornalieri. Infine, Capri ha aumentato la tassa di sbarco per i visitatori che, dal 1° aprile al 31 ottobre, sbarcano sull’isola: dai 2,50 euro dello scorso anno si passa a 5 euro.