Programma di Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea: un anno di mostre e performance

Mostre, residenze, arti performative ed educazione ridisegnano Gibellina eletta Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea, ecco il programma

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Angelica Losi

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Gibellina arriva al 2026 con una storia particolare: una città ricostruita dopo il terremoto del 15 gennaio 1968 che ha scelto l’arte come forma di rinascita, cura e identità. Oggi quella vocazione diventa un programma pubblico strutturato, diffuso e corale: Gibellina – Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea 2026. Il titolo del progetto è “Portami il futuro”, ed è stato presentato ufficialmente il 17 dicembre a Roma con un’inaugurazione simbolica che seguirà il 15 e 16 gennaio 2026.

Il programma 2026 si sviluppa in cinque grandi assi (mostre, residenze, arti performative, educazione e partecipazione, simposi e giornate di studio) e attraversa spazi chiave come il MAC “Ludovico Corrao”, la Fondazione Orestiadi – Museo delle Trame Mediterranee, il Teatro di Pietro Consagra, il Grande Cretto di Burri e Belìce/EpiCentro della Memoria Viva. L’idea non è “portare eventi” a Gibellina, ma usare l’arte come infrastruttura civica: attivare luoghi, riaprire cantieri, produrre opere e pratiche capaci di lasciare eredità nel territorio.

Le mostre

Il programma si apre con un’anteprima il 19 dicembre 2025 a Trapani: la mostra “Gibellina Capitale Italiana dell’Arte Contemporanea“, promossa dalla Fondazione Orestiadi e dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Trapani con il Comune di Gibellina, negli spazi di via Garibaldi. L’esposizione raccoglie documenti e opere che raccontano la costruzione culturale della città, dal Grande Cretto di Alberto Burri alla Montagna di sale di Mimmo Paladino, fino ai materiali delle Orestiadi e del Museo delle Trame Mediterranee.

Tra gennaio e febbraio 2026 spazio al collezionismo siciliano con “Generazione Sicilia: collezione Elenk’art”, curata da Alessandro Pinto e Sergio Troisi. Prima tappa a gennaio al MAC di Gibellina (ex Chiesa di Gesù e Maria), poi a febbraio alla Cittadella dei Ragazzi di Alcamo.

Marzo esplora la memoria come materia viva. A Belìce/EpiCentro della Memoria Viva debuttano “Philippe Berson. Mummie” (Gaetano Costa, con Riso di Palermo) e “Rossana Taormina. Luce Residua” (Giuseppe Maiorana e Vito Chiaramonte), installazione sotterranea dove la luce diventa archivio e resistenza.

Ad aprile la Fondazione Orestiadi ospita dal MAXXI “Mediterranea: visioni di un mare antico e complesso” (Viviana Panaccia), percorso tra ecosistemi, culture e conflitti del mare nostrum.

Maggio celebra l’arte processionale con “Prisenti” (Cristina Costanzo ed Enzo Fiammetta), mostra diffusa sui drappi di San Rocco tra pezzi storici e autori fondamentali.

A giugno parte “Domestic Displacement (mappa instabile)” al MAC (Giulia Ingarao e Antonio Leone, ruber.contemporanea), indagine su spostamento geografico e identitario. Contemporaneamente torna Gibellina Photoroad 2026 (direzione artistica Arianna Catania) con interventi all’aperto: il progetto partecipativo di Erik Kessels, installazioni di Teresa Giannico e Stefano Cerio.

Settembre porta tre inaugurazioni: “Terra matta. Art brut a Gibellina” (Eva Di Stefano) alla Fondazione Orestiadi; “Francesco Bellina. Fawohodie” tra Chiesa Madre e Grande Cretto; “Legami invisibili” al Giardino Segreto (Federica Fruttero) con Suzy Lelièvre, Mathieu Oui e Mila Sarti.

In ottobre due progetti fanno da ponte: “Liu Bolin. Macerie” tra MAC, Grande Cretto, rovine di Poggioreale e L’Aquila (Capitale italiana della Cultura 2026), e “Dialoghi di una vita. Omaggio a Peppe Morra” (Andrea Cusumano e Antonio Leone) distribuito tra Gibellina, Alcamo e Salemi.

Per tutto il 2026 proseguono “Atlante Elimo”, “Il Cretto è casa mia” (progetto fotografico partecipativo nato nel 2023) e il ritorno dell’installazione “Richard Long. Circle of Life, 1997–2008”.

Ludovico Quaroni e l'opera della Chiesa Madre per Gibellina
Ufficio Stampa
Chiesa Madre, l’opera di Ludovico Quaroni

Residenze e arti performative

Le residenze si articolano in una serie di presentazioni distribuite nel corso dell’anno: a maggio con Lucia Veronesi, la Scuola di Santa Rosa di Lauretta e Presicce e Virgilio Sieni (Cerimonia); a giugno con Flavio Favelli e Pietro Fortuna (Folds); a luglio con Sislej Xhafa (Le ombre); ad agosto con Giorgio Andreotta Calò (Ricucire), in collaborazione con l’Accademia di Venezia e un nuovo prìsente previsto per il 16 agosto, festa di San Rocco; infine a ottobre 2026 con Diwan – Simposio di arti. Nel 2026 proseguono inoltre progetti come Stalker – Intervento Minimo sul lago di Ungers, la residenza sociale di Zoukak Theatre e Igor Grubić – Re-Building the Future.

Il momento simbolico centrale è previsto per il 27 e 28 giugno 2026 con “L’Orestea di Gibellina” di Emilio Isgrò al Grande Cretto di Burri, in collaborazione con il Festival delle Orestiadi. Segue il programma estivo: a luglio 2026 l’installazione “Qui la vita non è altrove” di Roberto Andò e Mimmo Paladino al Baglio Di Stefano e la rassegna Cinema e arte contemporanea. Il Festival delle Orestiadi, giunto alla 45ª edizione, si svolgerà dal 3 luglio al 2 agosto 2026, con anteprima il 27, 28 e 29 giugno tra il Baglio Di Stefano e il Grande Cretto. Ad agosto 2026 è infine previsto un programma dedicato alla musica e all’arte contemporanea.