Nel Lazio, a non molta distanza dalla città di Roma, tanti secoli fa sorgeva un antico villaggio neolitico che è ormai scomparso sotto le acque del lago di Bracciano. È qui che, recentemente, gli archeologi hanno scoperto alcune canoe risalenti a più di 7.000 anni fa: non solamente sono le più antiche rinvenute nell’area mediterranea, ma ci offrono uno spaccato più preciso sulle abitudini di vita della popolazione che vi abitava.
La scoperta nel villaggio de La Marmotta
Il villaggio neolitico de La Marmotta è considerato il più antico insediamento di sponda dell’Europa occidentale: si trova nei pressi di Anguillara Sabazia, oggi al largo delle sponde del lago di Bracciano. È una delle più preziose testimonianze dell’epoca neolitica, risalente ad un periodo compreso tra il 5.750 e il 5.260 a.C., in particolare sull’economia della popolazione locale. Sappiamo infatti che gli antichi abitanti del villaggio erano abili raccoglitori, come dimostravano le 52 falci di legno per i cereali ritrovate nel 2022 presso il sito.
Ma avevano messo a punto anche numerose tecniche per la caccia e la pesca, oltre che per la coltivazione e l’allevamento. Inoltre avevano organizzato un basilare commercio navale che indica il modo in cui l’assetto sociale ed economico di questi primi gruppi umani si è evoluto nel corso del tempo. A riprova di questo sviluppo inedito, gli archeologi hanno recentemente scoperto 5 canoe di legno rinvenute sul fondo del lago di Bracciano, dove un tempo sorgeva l’insediamento. Durante alcune operazioni di scavo, come riporta lo studio pubblicato su PLOS One, sono stati ritrovati i resti delle imbarcazioni.
Secondo le prime analisi, sarebbero state costruite tra il 5.700 e il 5.100 a.C., utilizzando materiali come l’ontano, la quercia, il pioppo e il faggio europeo. Proprio la capacità dei costruttori di impiegare più tipi di legno ha sorpreso gli archeologi: in passato era ben più frequente utilizzare un solo albero per realizzare le imbarcazioni. Ma non è finita qui, perché sono diversi i dettagli che fanno sospettare un notevole sviluppo delle tecniche di costruzione. Ad esempio, il fatto che le canoe fossero state rinforzate per aumentare la durata dei loro scafi.
Le canoe ritrovate nel lago di Bracciano
Gli esperti hanno analizzato le canoe ritrovate al largo delle sponde del lago di Bracciano. Una di queste, più piccola, veniva probabilmente utilizzata per la pesca. Due avevano invece dimensioni maggiori, quasi 11 metri di lunghezza per 1,2 metri di larghezza, ed è probabile che venissero impiegate per il commercio. Il villaggio de La Marmotta, infatti, sorgeva nel punto in cui il fiume Arrone nasce dalle acque del lago: il suo viaggio dura circa 38 km, quindi si getta nel mar Tirreno, nei pressi di Fiumicino. Il facile accesso alla costa avrebbe dunque permesso lo sviluppo di una fiorente economia.
Oltre alle canoe, gli archeologi hanno rinvenuto numerosi manufatti preziosi: strumenti di selce e di ossidiana, vasi di ceramica, figurine e ornamenti. Questi cimeli vanno ad aggiungersi alle falci di legno trovate un paio di anni fa, rivelandoci qualcosa in più sulle abitudini di vita della popolazione: “Offrono ulteriori approfondimenti sulla vita quotidiana, sulle capacità tecnologiche degli abitanti. Nessun altro sito nel Mediterraneo presenta una tale quantità di strumenti di raccolta” – ha affermato Niccolò Mazzucco, ricercatore senior presso l’Università di Pisa e autore principale dello studio.