Nuove scoperte fanno luce su dove si trova l’Arca di Noè

Da sempre una parte della comunità scientifica lavora per ritrovare l'Arca di Noè e, negli ultimi anni, sono avvenute delle scoperte che fanno luce su un suo possibile ritrovamento

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Sono anni che ricercatori da tutto il mondo investono tantissime energie e lavoro nella ricerca della famosissima Arca di Noè. Del resto, parliamo di un oggetto antichissimo, così tanto datato che affonda le sue radici nella Bibbia. Più precisamente nella Genesi, il libro dove si fa riferimento a un’alluvione che scrosciò sulla Terra e su tutti i suoi esseri viventi per spazzare via qualsiasi forma di male e malvagità.

Noè era un uomo buono, colui che era stato incaricato da Dio di salvare alcuni animali caricandoli su questa speciale imbarcazione insieme alla sua famiglia. L’obiettivo, come è possibile intuire, era quello di preservare le specie. Stando alla Bibbia, l’imbarcazione si troverebbe sulle cima delle montagne di Ararat, in Turchia. Ed è proprio in questa zona che si sono concentrati tantissimi sforzi per ritrovare quest’arca gigantesca, o almeno di una parte delle varie ricerche che sono state effettuate nel corso del tempo, perché altrettanti esperti sono decisamente scettici su questa teoria.

Dal 2021 studiosi statunitensi e turchi effettuano analisi in quest’area alla ricerca dell’imbarcazione e, da quanto si può apprendere, avrebbero fatto delle scoperte che gettano un po’ di luce sul possibile ritrovamento dell’Arca di Noè.

Le più recenti scoperte

Alcuni ricercatori sostengono che l’Arca di Noè si trovi presso la formazione Durupinar, un grandissima roccia che ha l’aspetto di una barca che esce dalla Terra, sita a quasi 30 chilometri a sud della cima dell’Ararat. Anzi, a dirla tutta alcuni esperti ritengono che questa formazione sia proprio ciò che resta (seppur pietrificato e modellato da frane ed erosione che sono avvenute nel corso del secoli) dell’Arca di Noè, che dovrebbe misurare circa 156 metri di lunghezza, 26 di larghezza e 15 di altezza.

Partendo da questo presupposto, lo studio guidato dall’Università Tecnica di Istanbul, dall’Università Andrew e dall’Università Ağrı İbrahim Çeçen ha raccolto 30 campioni di frammenti di roccia e terreno del Durupinar che ha poi analizzato in laboratorio.

Dai risultati sarebbe emerso che su questa curiosa formazione – e nella regione in generale – ci sono state attività umane sin dal periodo calcolitico tra il 5500 a.C e il 3000 a.C, la stessa epoca in cui si collocherebbe il diluvio universale. Sul quotidiano turco Hurriyetsi si può leggere che Faruk Kaya, uno dei ricercatori, ha affermato che: “Con la sola datazione non possiamo dire che la nave sia qui. Dobbiamo ancora lavorare a lungo per confermarlo”, tanto che le tre università continueranno il loro lavoro in questo campo anche nel prossimo futuro.

Perché queste prove non sono sufficienti

Ciò che è stato estratto e che ha confermato la presenza umana in questa aerea sono materiali argillosi, materiali marini e frutti di mare. Il problema è che sono prove che purtroppo non dimostrano che qui ci sia stato un diluvio catastrofico e nemmeno la presenza di un’enorme nave di legno.

Nel corso degli anni, infatti, è stato accertato che la Durupinar è una roccia del tutto naturale, dalla forma curiosa ma puramente casuale. Non esisterebbe quindi alcuna evidenza geologica di un diluvio come quello descritto nella Bibbia.

È bene sapere, tuttavia, che esistono prove di un evento di diluvio intorno al Mediterraneo e al Mar Nero, avvenuto circa 7500 anni fa, ma anche in questa circostanza non c’è un consenso vero e proprio in ambito scientifico.

Nonostante i risultati di questo recente studio – che ripetiamo, non è terminato perché le ricerche continueranno – non ci sono ancora prove concrete dell’esistenza dell’Arca di Noè. Anzi, le prove attuali suggeriscono che è estremamente improbabile che questa venga ritrovata.