Il 2024 è l’anno delle Radici italiane del mondo, e per celebrare questa occasione 46 borghi siciliani hanno deciso di aprire le porte di centinaia di tesori nascosti che sarà possibile scoprire nei giorni che vanno dal 10 al 26 maggio, durante il Borghi dei Tesori Roots Festival.
Indice
Come si svolge il Borghi dei Tesori Roots Festival
Come accennato, il Borghi dei Tesori Roots Festival avrà luogo durante i tre weekend che vanno dal 10 al 26 maggio. Giornate in cui tutti i visitatori potranno fare tantissime attività diverse: a disposizione ci saranno 46 borghi sparsi come tessere di un unico mosaico, circa 500 tra siti, passeggiate ed esperienze imperdibili e molto altro ancora.
I borghi di questa edizione 2024 – coordinata da Michele Ruvolo con Giovanna Cirino, Marco Coico, Alessandra Fabretti, Alida Fragale – rappresentano tutte e nove le province siciliane: sono Alcara Li Fusi, Balestrate, Baucina, Bisacquino, Bompietro, Buccheri, Burgio, Calascibetta, Calatafimi Segesta, Caltabellotta, Cammarata, Camporeale, Centuripe, Cassaro, Chiusa Sclafani, Ciminna, Collesano, Contessa Entellina, Custonaci, Delia, Frazzanò, Gangi, Geraci Siculo, Giarratana, Giuliana, Isnello, Licodia Eubea, Mirto, Montelepre, Monterosso Almo, Montevago, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Pettineo, Piedimonte Etneo, Pollina, Portopalo di Capo Passero, Prizzi, Sambuca di Sicilia, San Piero Patti, Santo Stefano Quisquina, Siculiana, Sutera, Trappeto, Valledolmo, Vallelunga Pratameno.
Tre weekend secondo la formula rodata delle Vie dei Tesori: i borghi apriranno e animeranno i “tesori di famiglia”. E siccome anche il gusto è un’arma di conoscenza, praticamente ogni comune ha pescato nelle sue tradizioni culinarie più autentiche per cucire esperienze, showcooking, degustazioni, visite a vigneti, caseifici, uliveti, persino pasticcerie e macellerie.
Visitare tutto sarà praticamente impossibile, e per questo sono stati suggeriti alcuni interessanti itinerari utili a scoprire la Sicilia più autentica. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati tre bellissimi dei sei disponibili e altrettanto stupendi.
I gioielli sulle Madonie
L’itinerario chiamato I gioielli sulle Madonie permette di conoscere più a fondo 11 borghi siciliani da sogno, tutti arrampicati sulle montagne come tanti piccoli presepi.
Si parte da Baucina che festeggia Santa Fortunata aprendo il suo santuario, e che condurrà anche tra le donne del borgo per preparare con loro uno sfincione molto particolare (e buonissimo); poi Ciminna, dove si “respira” Il Gattopardo (in 300 foto di set) e dove pare ancora di ascoltare il Te Deum nella maestosa chiesa di Santa Maria Maddalena; ancora Valledolmo, che festeggia il suo debutto, borgo in cui apre lo Stagnone, una vera, enorme, cattedrale dell’acqua; un gradito ritorno è Bompietro, dove si incontrerà un avvocato che ha deciso di cambiare vita, rilanciando un antico caseificio.
Le due Petralie rispondono “presente”: a Soprana si accarezzeranno le caprette ma soprattutto si scoprirà lo strabiliante museo di sculture SottoSale nella miniera dell’Italkali. A Sottana, invece, si visiterà la centrale elettrica Catarratti, e si parteciperà a sessioni di “yoga” molto particolari. Poi ancora Geraci Siculo, dove perdersi tra chiese e palazzi, arrivando allo spettacolare Salto dei Ventimiglia. Torna Gangi, la “montagna vestita di case”, borgo medievale intatto dove natura e uomo vivono in perfetta simbiosi a mille metri d’altezza.
Poco più giù, nelle basse Madonie, c’è Isnello, considerato uno dei posti dove ammirare il miglior cielo stellato al mondo. Da non perdere Pollina, tra mestieri di una volta, sapori perduti e tesori d’arte. Infine Collesano, che condurrà alla scoperta del suo castello, dei crocifissi di padre Umile, e con una serie infinita di esperienze rigenerative.
Il cuore antico dell’isola
Un altro itinerario proposto particolarmente interessante prende il nome de Il cuore antico dell’isola e permette di scoprire ben 7 borghi di Sicilia, iniziando da Calascibetta, il paradiso degli appassionati di archeologia, tra necropoli a grotticelle, villaggi bizantini, e carceri medievali.
C’è poi Centuripe, con la sua forma particolarissima di un uomo vitruviano o di una stella marina. Qui vi spiegheranno come fa un “artista archeologo” a riprodurre perfettamente i vasi a figura rossa degli antichi greci. Andando verso il Palermitano, c’è Vallelunga Pratameno dove ritorna quest’anno la fedele ricostruzione di un’aula monarchica all’interno di quelle che una volta furono le scuole elementari del borgo.
A Cammarata, invece, si andrà in cerca di tesori sulle tracce della domina Lucia la normanna, e si salirà sul Monte Cammarata, la vetta più alta dei monti Sicani, mentre a Santo Stefano Quisquina ci sarà una sola visita imperdibile al Santuario di Santa Rosalia.
Un trekking porterà all’inviolabile rocca sopra Sutera e la novità, Delia, dove si scopriranno i luoghi della comunità ebraica e uno dei rari castelli arabi di Sicilia. Infine, ci si lascerà guidare dal profumo per assaggiare il pane più buono del mondo, a Borgo Santa Rita.
Nel verde dei Nebrodi
L’ultimo itinerario che vi suggeriamo si chiama Nel verde dei Nebrodi ed è un tripudio di emozioni attraverso 6 borghi. Il percorso inizia da Frazzanò, dove c’è l’unico monastero basiliano di Sicilia con la Kîmesis, raro affresco che riprende lo stile dell’arte bizantina; poi Alcara Li Fusi con San Pantaleone, l’organo seicentesco, tra i più antichi della Sicilia.
Nelle botteghe e nelle case di San Piero Patti si parla ancora un particolarissimo dialetto gallo-italico, ma una visita la meritano i laboratori del convento dei Carmelitani dove si tramanda l’arte antica della tessitura. Poi Mirto, altro borgo dove degustazioni e visite gastronomiche inedite la faranno da padrone e la new entry, Pettineo, che festeggia ‘a vutata de l’altari di Sant’Oliva’ che compie 400 anni esattamente come il Festino palermitano, ed espone i brandelli del “Chilometro di tela” degli artisti che il mecenate Antonio Presti donò ai cittadini.
Solitaria sull’Etna, ecco Piedimonte Etneo con i suoi magnifici palazzi neoclassici, le frazioni di Vena e Presa, ma soprattutto la possibilità inattesa di salire sul campanile della Chiesa Madre e visitare la cripta e il chiostro del convento dei Cappuccini.