Koh Chang, che letteralmente significa “isola degli elefanti”, è l’isola principale dell’omonimo arcipelago che si trova nel golfo della Thailandia, a circa 280 chilometri da Bangkok, la pittoresca Capitale thailandese. Situata di fronte alle coste della provincia di Trat, con la catena montuosa del Khao Banthat segna il confine naturale tra il Paese del Sorriso e la Cambogia. L’arcipelago è formato da più di 70 isole e isolotti (molti dei quali ancora disabitati) ma Kho Chang, con la sua notevole estensione, è uno di quei paradisi da non perdere anche perché proprio qui prende vita uno dei parchi più belli e incontaminati di tutta la Thailandia: il Parco nazionale di Koh Chang.
Indice
Parco nazionale di Koh Chang, un vero gioiello
Il magnifico Parco nazionale di Koh Chang si estende su un’area di ben 650 chilometri quadrati e si sviluppa su 47 isolotti dell’arcipelago. Le isole più popolari sono Koh Chang, Koh Klum, Koh Ngam, Koh Lao Ya e Koh Rung, e sono tutte un susseguirsi di attrazioni naturali che lasciano senza fiato. Per questo motivo, sono vivamente consigliati i tour che portano alla scoperta delle varie isole della zona.
Questo affascinate angolo della Thailandia, infatti, è ricco di natura selvaggia, di flora, fauna marine e spiagge che invitano a lasciarsi andare al benessere più totale. In particolare lo è l’isola stessa di Koh Chang, che regala panorami montagnosi ancora ricoperti da foresta vergine che, a loro volta, si affacciano su paradisiache spiagge tropicali.
In sostanza, il Parco nazionale di Koh Chang rappresenta uno degli ultimi luoghi vergini e incontaminati della Thailandia. Eppure, questa area del Paese è decisamente meno visitata rispetto a tantissime altre località (alcune persino meno belle). Koh Wai, una delle isole dell’arcipelago di Koh Chang
La foresta di Koh Chang
Come accennato, la foresta di Koh Chang è un vero sogno ad occhi aperti, tanto da essere considerata la foresta meglio conservata di tutta la Thailandia (e probabilmente anche dell’Asia sud orientale).
Chi la visita, grazie a diversi trekking piuttosto ben segnalati (a disposizione c’è anche un percorso che si può affrontare persino in bicicletta e che corre sull’intero perimetro dell’isola), ha l’opportunità di avvicinarsi a diversi animali, come il macaco dalla coda mozza, la piccola civetta indiana, la mangusta di Giava e molto altro ancora (va sempre ricordato che non bisogna mai interagire gli animali selvatici per la propria sicurezza e il loro benessere).
E poi ci sono cascate, laghi e fiumi che vanno a tuffarsi in un mare color smeraldo, spesso popolati da pappagalli, falchi e aquile.
Le cascate dell’isola
Sono una più fragorosa dell’altra e tutte assolutamente emozionati. Dalla costa Est dell’isola è possibile accedere, dopo una rigenerante passeggiata nella giungla, alle cascate di Khlong Phu che sembrano nascondersi dietro a delle misteriose rocce piene di verdissima vegetazione. Le acque che cadono vanno a creare una sorta di limpido laghetto, in cui fare un bagno rigenerante e (decisamente) fresco.
Partendo costa Ovest si può invece arrivare presso le tre cascate di Tok Than Mayom. Per giungere alla prima occorre intraprendere camminata di 45 minuti, che permette anche di osservare un paesaggio mozzafiato. Una piccola chicca: una volta in cima, guardate bene le pietre circostanti perché ce ne sono due davvero particolari, poiché vi sono incise le iniziali di Rama VI e Rama VII, sovrani della dinastia Chakri.
A 500 metri di distanza dalla prima cascata, ecco comparire la seconda, altrettanto bella e che invita a scoprire la terza, per la quale occorre però camminare tra la vegetazione per altri 2,5 chilometri. È bene sapere, tuttavia, che queste sono solo alcune delle magnifiche cascate che impreziosiscono l’isola e l’intero arcipelago.
I villaggi da non perdere
Non ci sono grandi città sull’isola di Koh Chang, ma solo dei piccoli villaggi dei pescatori in cui il tempo pare essersi fermato. Ne sono degli esempi Ban Salak Phet e Ban Salak Kok. Il primo è noto tra le persone del posto per l’abbondanza di pesce fresco. I turisti in zona, invece, sono molto attratti dalle tante comode sistemazioni disponibili che permettono di vivere un’esperienza davvero autentica, in quanto si può soggiornare presso le famiglie del posto.
Ban Salak Phet è amatissimo dagli appassionati del mare, che qui possono trovare un’estesa spiaggia sabbiosa lambita da un’acqua particolarmente limpida. Da non perdere, inoltre, è il suo punto panoramico cha lascia vagare lo sguardo sulle altre isole dell’arcipelago e sul villaggio di pescatori chiamato Ao Salak Phet.
Molto suggestivo è anche Bang Bao Fishing Village, dove scorgere palafitte di legno affacciate sul mare e collegate tra loro da piccole passerelle. Anche qui non mancano piatti da provare a base di pesce gustoso, e l’opportunità di prenotare un soggiorno presso una famiglia del luogo.
Le spiagge di Koh Chang
Montagne, colline, foreste, laghi e cascate vanno tutti a sfociare in spiagge che sembrano finte per via della loro bellezza. Sono davvero tante e tutte meritevoli di (almeno) una visita:
- Hat Sai Khao: il visitatore ha l’occasione di rilassarsi su di un’ampia spiaggia composta di sabbia bianca e fine accarezzata da un mare che invita a fare più bagni possibile, mentre si ammirano palme ed acque tranquille. Di sera, invece, pur mantenendo una certa tranquillità la spiaggia cambia volto, perché si accendono su di essa le luci di tanti ristorantini in cui assaporare deliziosi piatti tipici;
- Hat Khlong Phrao e Laem Chaiyachet: entrambe piuttosto estese, sono dei veri paradisi in terra. Ma non è tutto, perché sono collegate tra loro dal promontorio di Laem Chaiyachet, che si fa amare per le sue misteriose e iconiche rocce, ma anche per la presenza di un grande sasso isolato nell’acqua nelle cui vicinanze si trova un mucchio di pietre a forma di stivali. Da non perdere al tramonto, quando il sole e la vegetazione regalano uno degli spettacoli naturali più belli di tutto il Paese;
- Ao Bai Lan: chi cerca pace e tranquillità non si può di certo perdere questa incantevole spiaggia perché è davvero la destinazione più ottimale dell’isola. Il magnifico scenario che si apre di fronte agli occhi del visitatore non è di certo da meno;
- Hat Tha Man (Lonely Beach): in passato era una spiaggia solitaria (come del resto dice il nome), mentre oggi è uno dei luoghi dell’isola più frequentato dai turisti. Nonostante questo, conserva ancora il suo fascino autentico amplificato anche dalla possibilità di poter soggiornare in alloggi davvero particolari, come in deliziose capanne sugli alberi;
- Hat Kaibae: una sottile striscia di sabbia, frequentata sia da famiglie che da viaggiatori con lo zaino in spalla, che si sviluppa intorno a una baia punteggiata di isole.
Perché Koh Chang è l’isola degli elefanti?
Come accennato, il nome Kho Chang tradotto nella nostra lingua è “isola degli elefanti“, ma non è solo questo il motivo per cui si chiama così. Il suo territorio, infatti, ha la forma di un pachiderma e anzi, ad esser più precisi della testa di un elefante. Sugli elefanti in Thailandia (ma nei fatti questa è una questione che interessa anche altri luoghi del mondo) c’è un dibattito aperto perché spesso vengono utilizzati come animali da soma. Non a caso, in alcuni luoghi del Paese sono presenti dei veri e proprio santuari etici dedicati a questi affascinanti animali, che sono dei reali centri di salvataggio e di riabilitazione dove il visitatore ha la possibilità di entrare in contatto più profondo con questi magnifici mammiferi proboscidati, rispettandoli a 360 gradi e aiutandoli a sopravvivere come dovrebbero.
In sostanza, bisogna diffidare assolutamente dai centri che permettono di salire in sella agli elefanti (pratica purtroppo molto in voga a Koh Chang): cavalcare questi pachidermi sfortunatamente non è illegale in Thailandia, ma le organizzazioni per il benessere degli animali sollevano preoccupazioni perché gli elefanti non sono naturalmente attrezzati per sostenere il peso umano per lunghi periodi. Tale attività, infatti, può causare danni permanenti alla colonna vertebrale degli elefanti e anche condizioni dolorose come l’artrosi.