L’arcipelago delle Nicobare, che conta più di 20 isole di cui solo 12 abitate, rappresenta un punto quasi unico al mondo dove l’oceano e la foresta tropicale si incontrano in modo primordiale. È un luogo che mantiene un senso di isolamento genuino: isole che non sono state trasformate per servire il turismo, ma che conservano ecosistemi tanto ricchi quanto vulnerabili.
In queste acque, infatti, si trova una delle biodiversità marine più elevate che esistano; sulle coste e quasi fino al limite del mare, le foreste pluviali costiere (ecosistemi piuttosto rari) aprono un paesaggio che non è solo “spiaggia e mare”, ma una frontiera tra terra, acqua e vita selvaggia.
Indice
Dove si trovano e come raggiungerle
Le meravigliose Nicobare occupano la parte meridionale dell’arcipelago Andaman e Nicobar, separate dal Ten Degree Channel dal gruppo settentrionale delle Andamane. L’isola più meridionale, la Great Nicobar Island, segna il limite geografico dell’India e presenta rilievi che superano i 600 metri.
Data la loro remota e particolare posizione, l’accesso è tutt’altro che ordinario: i trasporti sono pochi, l’accessibilità limitata, e per molte aree sono necessari permessi speciali rilasciati dalle autorità locali. Il primo passo è arrivare a Port Blair, capoluogo del territorio, attraverso voli dalle principali città indiane come Chennai, Kolkata o Delhi. Da Port Blair, il viaggio continua via mare o tramite elicottero fino al distretto delle Nicobar. I traghetti operano con frequenza limitata, generalmente un paio di volte alla settimana, e l’elicottero inter-isole rappresenta un’alternativa più veloce ma altrettanto soggetta a disponibilità e condizioni meteo.
Come accennato, molte zone richiedono permessi speciali e il motivo è proteggere l’ambiente e le comunità indigene che lo abitano. Questo significa che ogni spostamento va pianificato in anticipo e che i tempi di viaggio possono essere piuttosto lunghi. Inoltre, c’è da considerare che la logistica, seppur semplice, è più lenta rispetto a destinazioni turistiche convenzionali.

Quali isole si possono visitare
Tra le principali destinazioni visitabili si distinguono la Great Nicobar, la Little Nicobar e la Car Nicobar. La prima è la più vasta dell’arcipelago e concentra al suo interno ecosistemi straordinariamente integrati: foreste pluviali che arrivano quasi fino alla riva, mangrovie lungo le coste, spiagge isolate e barriere coralline che si estendono nell’acqua limpida. La varietà di ambienti consente di attraversare, nello stesso percorso, dense foreste umide, radure aperte, piccoli fiumi e scogliere dove il mare incontra la terra con un contrasto potente.
Car Nicobar offre un contesto diverso: isola più pianeggiante e accessibile, con foreste più rade ma altrettanto significative dal punto di vista ecologico. Le spiagge, quasi sempre deserte, si aprono su acque così trasparenti da poter osservare la vita marina senza particolari attrezzature. Little Nicobar, seppur di dimensioni ridotte, conserva anch’essa una natura integra: spiagge di sabbia chiara, scogliere, tratti di foresta densa e villaggi isolati. Gran parte delle altre isole dell’arcipelago, come già spiegato, non è attrezzata per il turismo tradizionale.
Cosa vedere nelle Nicobare
La principale forza delle Nicobare emerge nel modo in cui i vari ambienti si fondono in un unico panorama naturale. Le acque circostanti, quindi incluse quelle delle Andamane, ospitano più di 1 200 specie di pesci, circa 1 000 specie di molluschi e almeno 179 specie di coralli, appartenenti a 61 generi. I coralli formano labirinti intricati che danno rifugio a tartarughe marine, pesci pappagallo, pesci chirurgo e banchi di pesci variopinti che si muovono all’unisono come in una danza naturale.
In alcuni punti le mangrovie sommerse, tra cui quelle di Campbell Bay, oltre a creare rifugi e nascondigli per la vita marina, fanno sì che l’acqua prenda sfumature di verde e turchese che cambiano a ogni passo o a ogni onda.
Sulla terraferma, la Great Nicobar custodisce la Riserva della Biosfera, riconosciuta dall’UNESCO, in cui le foreste pluviali costiere si spingono quasi fino al mare, un fenomeno estremamente raro nel nostro pianeta. Tra la vegetazione si incontrano alberi tropicali, felci, liane e palme, mentre gli uccelli locali includono specie come il Nicobar pigeon, che contribuiscono al carattere unico della fauna terrestre.
Le foreste dei villaggi di Campbell Bay e Galathea Bay mettono a disposizione percorsi dove la densità della vegetazione sembra avvolgere ogni suono, amplificando la sensazione di trovarsi in un mondo lontano dal tempo e dal rumore.
Le spiagge completano questo quadro: Indira Point, il punto più a sud dell’India, appare come un lembo di terra isolato che si affaccia sull’oceano aperto, con sabbia chiara e acqua cristallina in cui è possibile vedere i pesci e i piccoli crostacei muoversi tra i coralli appena sotto la superficie. La Pulomilo Beach della Little Nicobar regala una tranquillità quasi irreale: la vegetazione arriva fin quasi alla riva e le acque basse e calme invitano a osservare la vita marina con uno snorkeling leggero. Car Nicobar, più pianeggiante e aperta, offre tratti di costa estesi e villaggi integrati nel paesaggio, mentre le barriere coralline più accessibili si trovano vicino alla baia di Malacca, in cui il mondo sottomarino è più facilmente osservabile anche senza immersioni profonde.
Logistica e impegno del viaggiatore
Come si può evincere dalle righe precedenti, visitare le Nicobare richiede più di un bagaglio e un costume da bagno. Serve attrezzatura adeguata per terra e per mare: scarpe da trekking per i sentieri che attraversano la foresta, maschera e boccaglio, protezione dagli insetti e abiti leggeri ma coprenti.
Spostarsi da un’isola all’altra può significare cambiare barca o aspettare un po’ di tempo (a volte anche per il meteo). Le strutture alberghiere sono semplici, spesso essenziali. Anche per tale motivo è importante muoversi con rispetto, soprattutto nei confronti delle comunità indigene e del prezioso ambiente.
Quando andare
La stagione migliore per visitare l’arcipelago è quella in cui le piogge sono meno intense e il mare più calmo: grosso modo tra ottobre e aprile. Invece, nei mesi da maggio a settembre, durante la stagione dei monsoni, piogge copiose e mare mosso rendono trasporti, percorsi terrestri e attività più difficili.
Scegliere il momento giusto non significa solo evitare l’acquazzone: è più che altro sinonimo di aumentare la probabilità di trovare acque cristalline, barriere coralline in condizioni migliori, e foresta meno tormentata dal vento e dalla pioggia.