Monte San Savino, il borgo toscano con un (altro) borgo dentro

Un bellissimo Comune nel cuore della Val di Chiana ospita un altro borgo medievale

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Pubblicato: 31 Gennaio 2019 11:26Aggiornato: 26 Febbraio 2024 18:08

Monte San Savino è un bellissimo Comune toscano, nel cuore della Val di Chiana.

Sorto, nel corso dei secoli, in modo diffuso su diverse colline, ha una particolarità unica: al suo interno ospita un altro borgo. Si tratta del castello di Gargonza, un borgo fortificato vero e proprio che si trova in una posizione dominante rispetto al resto di Monte San Savino.

Gargonza è un borghetto di origine medievale, che è stato al centro delle lotte tra Guelfi e Ghibellini. Secondo la leggenda, ospitò anche Dante Alighieri. Agli inizi del 1900 fu abbandonato e da allora è un’attrazione turistica che attira ogni anno migliaia di visitatori. Dalla porta principale si accede alla piazza centrale con il classico pozzo da cui si attingeva l’acqua e la bella chiesetta dei Santi Tiburzio e Susanna del 1200 fatta interamente di pietra. Il borgo è dominato dalla torre merlata del delizioso castello.

A Monte San Savino, invece, sono le cinquecentesche logge dei mercanti a caratterizzare il centro storico. Le logge sono state create durante il periodo Rinascimentale. Per accedere al centro storico, con diversi edifici Rinasimentali, si attraversano le antiche porte: Porta Fiorentina, Porta Romana, Porta San Giovanni e Porticciolo Guglielmi.

C’è anche un quartiere dove un tempo sorgeva il ghetto ebraico che ospitava una folta comunità giunta nel borgo tra il ‘500 e il ‘600, un dedalo di vicoli caratteristici dove non manca la piccola sinagoga e il cimitero.

Di questo periodo è anche una splendida villa, famosa in tutta la Val di Chiana: Palazzo del Monte. Nata come residenza aristocratica privata, ha degli splendidi giardini pensili, una meraviglia per l’epoca, perché dava il senso di potenza della famiglia a cui apparteneva la villa. Anche l’interno è fittamente decorato.

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Monte San Savino è talmente originale da essere stato il set della fiction Rai “Per una notte d’amore”, ma ha anche ispirato il primo romanzo del regista Fulvio Wetzl “Ci troviamo a Timişoara”, che visse qualche anno in paese: nel libro Monte San Savino prende il nome di Poggio Saturnino.

Non solo storia, arte e architettura, però. Tra le eccellenze di questo borgo c’è una specialità gastronomica che molti borghi vicini gli invidiano: la porchetta. Da ben 50 anni ogni seconda domenica di settembre si celebra la Sagra della porchetta e da qualche anno è entrato nel libro dei Guinness dei primati per la porchetta più lunga al mondo (44,93 metri). Record ancora imbattuto.

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