Immerso nella natura, arroccato a una parete rocciosa, domina la zona sud di Ascoli Piceno. Un luogo in cui si sentono gli echi di un passato lontano e un edificio di grande bellezza: stiamo parlando dell’Eremo di San Marco, una chiesa rupestre che si trova su un colle.
E sono più di mille anni che veglia sulla città marchigiana, sulla valle del Tronto, fino a raggiungere il mare. Si dice che sia stato un luogo scelto da eremiti, ma anche mistici e penitenti: raggiungerlo significa immergersi nel passato, ammirare un gioiello dell’architettura romanica e scoprire un luogo di fede e profondamente spirituale. Divenuto di proprietà del comune di Ascoli Piceno da diverso tempo, oggi le visite sono possibili grazie all’Associazione Templari Oggi APS che si occupa della sua custodia.
Tutto quello che c’è da sapere sull’Eremo di San Marco che con la sua bellezza veglia sulla città di Ascoli Piceno nelle Marche.
Indice
Eremo di San Marco, dove si trova e come raggiungerlo
È un luogo di fede e di grande bellezza, ma anche un posto da cui la vista spazia su un panorama meraviglioso da cui si scorge la città di Ascoli Piceno, la valle del Tronto e si allunga fino al mare delle Marche.
È l’Eremo di San Marco, edificio religioso abbracciato alla roccia del Colle di San Marco, vicino alla frazione di Piagge. Da lì, infatti, si dirama un percorso molto suggestivo tra alberi e una fitta vegetazione, che permette di raggiungerlo in mezz’ora di camminata circa. La fatica sarà ripagata dalla meraviglia: la vista di questa struttura che emerge dalla roccia lascia senza fiato e regala la sensazione di fare un salto nel passato. In quello più remoto, poiché la storia di questo luogo è molto antica e affascinante.
L’affascinante storia dell’Eremo di San Marco
Pare che la realizzazione dell’Eremo di San Marco possa essere datata all’incirca intorno all’anno Mille e che a costruirlo siano stati i monaci dell’ordine Cistercense che, dopo aver individuato una grande grotta naturale, l’hanno trasformata in un cenobio, realizzando muri e affreschi.
La sua storia è ricca e attestata da un’ampia documentazione: ad esempio pare che nel 1289 (il 3 settembre) sia stata emanata una bolla papale da Papa Niccolò IV in cui spiegava che avrebbe concesso l’indulgenza plenaria a chi avesse raggiunto l’eremo il 25 aprile, ovvero il giorno di San Marco.
Oltre a possedimenti abbastanza ingenti, i monaci producevano calce per l’edilizia e farina di castagna, qui vi era il romitorio sviluppato su due differenti piani, ma non solo: sembra che vi fossero un nucleo edilizio, una cucina, un refettorio e un dormitorio. Elementi, insomma, che attestano quanto l’Eremo di San Marco fosse vivo e vissuto.
Continuando il viaggio indietro nel tempo alla scoperta della storia di questo luogo, è bene sapere che a un certo punto ha cambiato destinazione divenendo un edificio di culto per coloro che vivevano nei dintorni: è accaduto dopo che non vi erano più i monaci e il convento è passato nelle mani della famiglia Sgariglia (prima la proprietà è stata per un breve periodo della famiglia Tibaldeschi). E quindi è stato trasformato con un campanile, un altare e una rampa di accesso.
Pare che l’abbandono dell’Eremo abbia preso il via dopo l’edificazione, datata 1474, della chiesa di San Bartolomeo. Per tornare a nuova vita in anni più recenti, infatti, dopo che è stato lasciato al comune di Ascoli Piceno, è stato oggetto di restauri, di cui gli ultimi negli anni Duemila.
I tanti tesori dell’Eremo di San Marco
Ci sono gite che permettono di coniugare la bellezza del paesaggio con la valenza storica e architettonica di alcuni luoghi. E così, quella per raggiungere l’Eremo di San Marco, è una vera e propria immersione nella bellezza. Quella della natura, attraverso la quale passeggiare, quella dei paesaggi, che si aprono di fronte allo sguardo restituendo scorci indimenticabili, e quella della mano dell’uomo che riesce a cesellare il mondo intorno a sé dando vita alla meraviglia.
E qui sembra aver sfidato lo spazio e la verticalità, realizzando un romitorio di grande fascino, abbarbicato alla montagna e dalla quale emerge con quello stile lineare e pulito che è tipico del romanico.
Perfetto esempio di architettura medievale, l’Eremo ha una facciata che sembra poggiarsi alla roccia e si raggiunge percorrendo una scalinata molto ripida che è anche un ponte: l’edificio si suddivide in due piani, con una scala interna scavata nella roccia. Alle pareti si possono vedere ancora dei frammenti degli affreschi di un tempo, mentre si trovano ancora i resti delle tombe delle famiglie nobili che hanno posseduto l’edificio nel corso dei secoli.
Un luogo che è un favoloso esempio di come la mano dell’uomo e la natura si possano fondere alla perfezione restituendo un posto di grandissimo fascino.
Chi lo gestisce e cosa vedere nei dintorni
L’Eremo da qualche anno è tornato a vivere, dopo un lungo periodo in cui è stato abbandonato. Un gioiello prezioso, come tanti altri che punteggiano l’Italia, terra di innumerevoli meraviglie. E questa, di meraviglia, è incastonata nella montagna ed è stata una testimone silenziosa di mille anni di storia di Ascoli Piceno. La meta ideale di una gita se si visita la città.
A gestire le giornate di apertura e a ridare vita a questo edificio, che è un gioiello davvero prezioso, è l’Associazione Templari Oggi APS: conviene raggiungere lo straordinario romitorio tra marzo e ottobre nei fine settimana, oppure nelle giornate di festa, per poterlo vedere all’interno e assorbire così tutta la storia e la profonda spiritualità del luogo.
Raggiungere l’Eremo di San Marco è un’escursione indimenticabile tra storia e natura, passeggiando lungo un sentiero che nel corso dei secoli è stato percorso da tantissime persone. Un posto da raggiungere, senza dimenticare una visita a tutte le meraviglie che offre anche la città di Ascoli Piceno come la suggestiva piazza Arrigo, oppure piazza del Popolo, le sue bellissime strade e, ancora, il ponte Romano di Solestà.
Si tratta di piccoli accenni in merito a una città che è ricca di tesori, così come i suoi dintorni: Eremo di San Marco compreso.