Fontane, cascate, siepi e giochi d’acqua: questo giardino italiano è tutto una sorpresa. Tra i suoi estimatori più sentiti c’è anche Re Carlo III d’Inghilterra.
Quando ancora non era monarca, ma “soltanto” il principe del Galles, Carlo chiese di poter esaudire un suo grande desiderio, quello di poter soggiornare all’interno della villa nel parco. Il permesso gli fu concesso in via del tutto eccezionale dalle autorità locali e dall’ambasciatore italiano a Londra.
Fu così che Villa Lante, a Bagnaia, a pochi chilometri da Viterbo, in piena Tuscia, divenne il suo luogo del cuore. Non seppe mai, però, che essendo la villa disabitata dovettero fare un grosso lavoro di alletimento per renderla abitabile.
Villa Lante a Bagnaia
La residenza cinquecentesca fu ideata da Jacopo Barozzi da Vignola, ma fu portata a termine su volere del cardinale Gianfrancesco Gambara. Villa Lante comprende due palazzine, pressoché identiche, anche se costruite da proprietari diversi in differenti periodi. Una è la palazzina Gambara e l'altra la palazzina Montalto, dal nome del cardinale Alessandro Peretti di Montalto, nipote di Papa Sisto V, che completò il progetto.
Acquisì il nome attuale di Villa Lante solo nel XVII secolo, quando passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, I duca di Bomarzo, e quando ormai la villa aveva già cent'anni di vita.
I due edifici che formano la villa sono identici esteticamente, ma cambiano molto al loro interno. Sono soprattutto gli affreschi che le differenziano: la palazzina Gambara ha affreschi con paesaggi, mentre quelli del casino Montalto, hanno uno stile più classicheggiante e diversi trompe-l'œil.
Il giardino di Villa Lante
Il parco della villa è uno dei più famosi d'Italia. Nel 2011, è stato votato come "Parco più bello d'Italia". Rappresenta il prototipo del giardino a sorpresa manieristico. Dopo quelli della Reggia di Caserta e dell’incantevole Castello di Racconigi, spicca per bellezza questo incantevole parco.
Il suo ordine è dato da precise regole geometriche. Attraversato da un asse acquatico a tratti invisibile si chiude, poi, nella splendida fontana dei Mori del Giambologna, il tutto su una superficie di circa 22 ettari.
Oltre alla Fontana dei Mori vi è quella dei Giganti, una raffigurazione pittoresca dell’Arno e del Tevere. La Fontana della Catena, invece, richiama l’idea dell’uomo che deve essere pronto a combattere le forze della natura per poi calmarsi nelle acque della Fontana della Tavola, fino a zampillare nella Fontana dei Lumini, formando tante fiammelle di candele argentate.
Un luogo davvero suggestivo, grazie alle statue, alle scalinate e ai giochi d’acqua, nonché agli splendidi giardini adombrati da querce e platani. Tutto il perimetro è attraversato da un ruscello naturale che si snoda seguendo il pendio del terreno e che giunge ad attraversare il centro di un’enorme tavola in pietra, con lo scopo di tenere fresche le vivande dei primi proprietari, spingendosi poi fuori dai gorgoglii delle fontane e convogliando nel calmo laghetto nella Fontana dei Mori.
Nel giardino ci sono due casini che fanno da cornice ad altre fontane completando una composizione conosciuta come 'teatro delle acque'. Questi casini, come i loro omologhi più grandi sulla terrazza inferiore, hanno logge aperte sorrette da colonne Ioniche. Uno dei casini dà accesso a un piccolo giardino segreto.