Fontana di Trevi a pagamento, il ticket per tutelare il patrimonio artistico

Roma introduce il ticket per la Fontana di Trevi: l'obiettivo è tutelare il patrimonio, migliorare i servizi e reinvestire i fondi nella conservazione

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Angelica Losi

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Per lavoro è Content writer, per diletto viaggia. Appassionata di turismo enogastronomico, fotografa tutto per inscatolare i ricordi e poi li racconta online.

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L’overtourism è un tema caldo nelle grandi città e nelle mete turistiche come Roma. Per poter combattere le folle esagerate nei punti turistici si stanno intraprendendo diverse misure e tra queste c’è quella di introdurre un biglietto a pagamento per monumenti come la Fontana di Trevi.

Dal 2026, infatti, per poterla visitare servirà un piccolo contributo. L’iniziativa ha un obiettivo chiaro: proteggere il patrimonio artistico e migliorare i servizi offerti.

Fontana di Trevi a pagamento: da quando

Roma permetterà di visitare la Fontana di Trevi solo dopo aver pagato un biglietto di 2 euro. Se ne era già parlato lo scorso anno e la notizia è tornata in auge il 16 dicembre 2025, con l’annuncio di una data, inizialmente ipotizzata per il 7 gennaio 2026. Ma fino alla fine dell’anno si attende la conferma ufficiale, secondo quanto riporta RomaToday. Sembra infatti che la data di introduzione del biglietto a pagamento per vedere la storica fontana verrà stabilita nel corso di una riunione che si terrà tra giovedì 18 e venerdì 19 dicembre 2025. Sarà in occasione della successiva conferenza stampa, prima di Natale, che verrà ufficializzata definitivamente la novità.

La decisione dell’amministrazione capitolina nasce per contrastare e regolamentare l’enorme afflusso di visitatori che rende sempre più complessa la gestione quotidiana del sito.

Negli ultimi mesi sono già stati introdotti controlli degli accessi, limitando il numero di persone che possono sostare contemporaneamente davanti alla fontana, con steward incaricati di mantenere ordine e sicurezza. Dal nuovo anno partirà un sistema più articolato, con percorsi differenziati per residenti e turisti, pensato per generare risorse economiche, migliorare la qualità della visita ed evitare sovraffollamenti e comportamenti inappropriati.

La decisione arriva mentre Roma vive un momento di grande attrattiva internazionale, con flussi turistici in crescita costante e un’occupazione alberghiera ormai stabilmente al massimo per gran parte dell’anno.

Già nella prima metà del 2024, la Fontana di Trevi ha attratto oltre cinque milioni di visitatori, un dato che, proiettato sull’intero anno, potrebbe sfiorare gli undici milioni di presenze. Numeri che confermano il monumento non solo come simbolo culturale, ma anche come risorsa economica di primo piano. Le previsioni parlano di possibili introiti fino a venti milioni di euro l’anno, fondi che potrebbero fare la differenza se reinvestiti nella conservazione e nella cura del patrimonio artistico.

L’introduzione del ticket subito dopo le festività segue una logica graduale, evitando di intervenire durante uno dei periodi di maggiore affluenza e visibilità per la città; allo stesso tempo si promuovono itinerari a Roma tra quartieri meno conosciuti ma comunque ricchi di storia e fascino.

Vista frontale della Fontana di Trevi
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Servirà un biglietto per visitare la Fontana di Trevi

L’importanza della misura per la tutela

Una questione chiave nel dibattito riguarda la destinazione dei fondi raccolti. L’amministrazione ha precisato che le entrate saranno impiegate per migliorare i servizi turistici e tutelare il patrimonio urbano: manutenzione ordinaria, restauro delle fontane storiche, riqualificazione degli spazi pubblici e potenziamento dei trasporti sono tra gli interventi previsti, secondo una logica analoga a quella già applicata per la tassa di soggiorno.

Il consenso è stato ampio per la proposta e il motivo è semplice: risponde a un’esigenza reale. L’obiettivo è rendere sostenibile la coesistenza tra chi vive e lavora a Roma e chi invece la visita per motivi turistici. I flussi vanno gestiti per proteggere la bellezza del luogo così da non alternarne l’anima più vera. Lo scopo è evitare che il centro storico diventi un’attrazione turistica senza la sua spontaneità e quindi il ticket, peraltro molto economico, non viene visto come un ostacolo ma come un segno di responsabilità.

Un contributo simbolico di 2 euro che punta a salvaguardare un equilibrio fragile e segna un passaggio importante verso una valorizzazione più consapevole della grande bellezza.