Paul Gauguin a Tahiti: il suo paradiso perduto

A Hiva Oa, nella Polinesia Francese, è possibile ripercorrere le orme del pittore francese

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

“Verrà un giorno in cui mi rifugerò nella foresta in un’isola dell’oceano a vivere d’arte, seguendo in pace la mia ispirazione”.

Così scriveva Paul Gauguin prima di partire, il Primo aprile del 1891, a bordo della nave Océanien, per le isole di Tahiti, dove iniziò una nuova vita e dove dipinse i suoi capolavori più belli.

A Hiva Oa è possibile ripercorrere le orme del pittore francese, visitando la riproduzione della Maison du Jouir (la “casa della gioia”), il piccolo museo a lui dedicato nonché sua abitazione durante il soggiorno nella baia di Atuona, nelle isole Marchesi, dove sono esposti disegni, fotografie, lettere e altri oggetti personali dell’artista nonché copie delle opere più celebri dipinte in quegli anni.

Poco distante c’è poi il piccolo cimitero dove è sepolto Gauguin dal 1903, meta di pellegrinaggio dei turisti durante un soggiorno sull’isola.

Gauguin dipinse qui alcuni dei suoi quadri più famosi, prendendo ispirazione dalla vita quotidiana degli isolani, dalle leggende e dalle antiche tradizioni religiose di queste terre mitologiche.

Le atmosfere di Tahiti e delle remote isole Marchesi sono state raccontate al cinema attraverso gli occhi del pittore francese nel film di Claudio Poli, “Gauguin a Tahiti. Il Paradiso perduto”, dedicato al “sogno esotico” del celebre pittore francese.

Aspre e selvagge, dalla natura intensa e primigenia, quelle che i locali chiamano “Enua Enata”, terra degli uomini, le Marchesi formano un arcipelago composto da 12 “isole alte” d’origine vulcanica, che emergono come gigantesche fortezze di smeraldo dal blu profondo delle acque del Pacifico.

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