Il movimento Slow: come nasce, come si sviluppa e che settori coinvolge

Il movimento Slow è un vero e proprio movimento culturale che ha coinvolto tutto il mondo: ecco come è nato e come si è sviluppato

Si sente tanto parla di Slow negli ultimi anni: la lentezza come nuovo stile di vita. Slow Food, Cittaslow, Slow Tourism sono solo alcune delle declinazioni che questo movimento culturale ha portato in tutto il mondo. Stanchi di perseguire una vita fatta di ansia, pressioni e stress, le persone che non si rispecchiavano più nel modello imposto dalla globalizzazione hanno deciso di aderire a questo importante cambiamento, nato proprio in Italia nel 1986. Ma quali sono le origini del movimento Slow?

Il fondatore è stato Carlo Petrini, gastronomo, sociologo e scrittore piemontese, che nel 1986 ha creato questo nuovo approccio declinato primariamente al cibo. L’idea di Slow Food è nata dalla protesta avviata contro l’apertura di un McDonald in Piazza di Spagna, a Roma. L’idea del Fast Food che rende il mondo sempre più veloce non rispecchiava invece l’approccio più lento e tipicamente italiano del mangiare bene e in modo sano. Così Carlo Petrini creò un’organizzazione il cui obiettivo era quello di proporre un cambiamento culturale focalizzato a procedere con un passo più lento e consapevole della vita. Il movimento Slow si differenzia da tanti altri movimenti perché non è controllato da un’unica realtà, la sua caratteristica è la capillarità: infatti è proposto e mantenuto da una pluralità di persone attraverso enti no-profit. Anno dopo anno si è sviluppato e dall’Italia è arrivato a toccare paesi come l’Australia e il Giappone.

I settori principali che coinvolge il movimento Slow sono ovviamente l’enogastronomia con Slow Food, un’associazione internazionale no profit impegnata a dare valore al cibo sano e genuino e a chi lo produce. Slow Food lavora in 150 paesi per tutelare la biodiversità e la sostenibilità in tutte le sue declinazioni. Oltre a Slow Food esiste anche Cittaslow: una rete di Comuni che intendono interpretare al meglio la modernità preservando le tradizioni e la cultura locale della comunità. Le Cittaslow sono luoghi in cui “si vive bene” seguendo l’approccio “Slow is Smart”. L’associazione è nata nel 1999 a Orvieto e oggi conta oltre 80 Comuni italiani associati, ma si è diffusa anche in numerosi paesi del mondo. Infine, c’è l’associazione Slow Tourism che promuove un’approccio al turismo orientata alla sostenibilità e alla responsabilità dei viaggiatori. La lentezza come nuovo stile di vita, contrapposta alla velocità del mondo attuale: il movimento Slow ha rivoluzionato la cultura mondiale e lo farà ancora per numerosi anni.