Val di Funes, dove ammirare la più iconica cartolina delle Dolomiti

L'immagine più iconica delle Dolomiti Patrimonio Unesco è presa da qui

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

L’immagine più iconica delle Dolomiti Patrimonio Unesco è presa da qui. Questa meravigliosa cartolina, che da sempre fa il giro del mondo – prima perché veniva spedita per posta e oggi perché viene postata su tutti i social -, è quella che meglio rappresenta il paesaggio dolomitico nel mondo e che fa sognare. Tanto che oggi pullman di turisti cinesi vengono portati qui dal lontano Oriente per scattare una foto o un selfie e poi via, di nuovo a bordo alla volta della prossima tappa instagrammabile (che il più delle volte è Venezia). Peccato per loro, perché si perdono uno degli spettacoli più incredibili che Madre Natura ci regala: l’enrosadira, quando all’ora del tramonto (o all’alba) i “monti pallidi” si colorano di rosa.

La visitai più di vent’anni fa, prima dell’avvento di Instagram e dei social network. Pubblicai diverse volte le decine di fotografie scattate con una delle più tecnologiche fotocamere digitali allora presenti sul mercato e spero di non aver contribuito troppo alla diffusione di questo luogo che oggi rischia di finire nella lista delle mete minacciate dall’overtourism. Del resto, pur essendoci già a quell’epoca Photoshop, non dovetti fare nulla né applicare alcun fotoritocco per mostrare la bellezza del posto.

Ma dove si trova questo luogo da favola? Siamo nella Val di Funes, in Alto Adige, immersa nel Parco naturale Puez-Odle e dominata dal gruppo delle Odle, la catena montuosa delle Dolomiti che segna il confine con la Val Gardena. Le Odle, che in ladino significa “aghi”, sono considerate il gruppo più bello delle Dolomiti proprio per il loro profilo classico e frastagliato che si ammira dal micro borgo di Santa Maddalena e sono l’immagine simbolo non soltanto di questa valle ma della nostra intera catena alpina.

L’iconica chiesetta incorniciata dalle Dolomiti

Simbolo di questa valle è l’immagine della chiesetta immersa nei prati incorniciata dalle Dolomiti. È proprio qui che vengono portati i turisti – soprattutto cinesi – a scattare la famosa foto. Ma è anche l’immagine più rappresentativa di campagne pubblicitarie, di copertine di libri e chi più ne ha più ne metta. Si tratta della Chiesetta di San Giovanni a Ranui, divenuta ormai un soggetto fotografico di fama mondiale e resa famosa proprio dalla sua inconfondibile posizione.

Si tratta di una minuscola chiesa barocca risalente al 1744 e fatta costruire da Michael von Jenner, come viene ricordato da una targa sulla facciata, nel Comune di Funes, nella frazione di Santa Maddalena. Iconica è la sua cupola a cipolla fatta di rame che sorregge una stella. Rappresenta il martirio di Giovanni che fu gettato nel fiume Moldava e al fatto che una ghirlanda a forma di stella ha condotto al ritrovamento del suo cadavere. Sulle pareti interne della chiesetta si possono ammirare nove dipinti barocchi realizzati nel XVIII secolo e che raccontano la vita di Giovanni.

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Fonte: 123RF
La chiesa di San Giovanni, icona delle Dolomiti

La chiesa è di proprietà privata e appartiene alla famiglia del vicino maso Ansitz Ranui Hof, un’antica residenza di caccia del XII secolo, con pareti affrescate anche all’interno e mobili d’epoca, dove oggi si respira la tipica atmosfera rurale, con la stalla delle mucche, dei maiali, dei conigli e dei numerosi gatti. Uno dei posti più belli che ho avuto la fortuna di visitare nella mia lunga carriera. La famiglia proprietaria del maso conserva la chiave per aprire la chiesa di San Giovanni accessibile solo su richiesta. Di tanto intanto viene celebrata una messa e, sempre su richiesta, vengono celebrati matrimoni.

Sentiero Adolf Munkel, il sentiero delle Odle

Per ammirare da vicino questo spettacolo della natura c’è un bellissimo sentiero a valle che si può percorrere: il Sentiero Adolf Munkel o sentiero delle Odle. Si snoda ai piedi delle impressionanti pareti delle Odle ed è uno dei percorsi dolomitici più suggestivi. Il punto di partenza di quest’escursione è il parcheggio di Malga Zannes (a 1.685 metri), raggiungibile facilmente anche con i mezzi pubblici (in Alto Adige si promuove sempre più la mobilità sostenibile con servizi di bus e navette capillari gratuiti grazie alla Dolomiti Card che viene offerta dalla maggior parte delle strutture ricettive del territorio).

Si inizia il percorso seguendo il sentiero n° 6 verso Ciancenon/Tschantschenon. Prima del ponte che attraversa il fiume omonimo, sulla destra prende il via il Sentiero Adolf Munkel identificato con il n° 35. In un leggero saliscendi si arriva fino alla Malga Brogles (2.045 metri). Da qui si scende lungo il sentiero n° 28 per arrivare al parcheggio di Ranui. Il percorso è lungo 13 chilometri e il tempo di percorrenza è di circa quattro ore e mezza. C’è una seconda variante, più breve (9 km in 3 ore circa) che percorre il sentiero n° 35 fino alla Malga Gschnagenhardt e al Rifugio delle Odle. Poi si continua sul n° 36 verso Malga Dusler e si torna a Malga Zannes.

Enrosadira, la leggenda che colora di rosa le Dolomiti

E qui in Val di Funes si può assistere a uno dei fenomeni naturali più belli che esistano, l’enrosadira, che in ladino significa “diventare rosa” ovvero il momento in cui le Dolomiti, all’ora dell’alba e del tramonto, si colorano di rosa. La spiegazione è scientifica: le Dolomiti, infatti, sono composte di rocce di carbonato di calcio e di magnesio. Per questo la Dolomia, colpita dai raggi del Sole, all’alba o al crepuscolo, sviluppa così tante sfumature colorate. Ma, come spesso accade qui in Alto Adige, a ogni fenomeno è legata una leggenda. Ma questo è un altro viaggio.

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Fonte: 123RF
Il fenomeno dell’enrosadira in Val di Funes