Tashkent, Capitale dell’Uzbekistan tra memoria asiatica, ricostruzione sovietica e nuove visioni urbane

Tra architetture sorprendenti, spazi religiosi vivi e mercati rumorosi, Tashkent mostra un volto concreto e sorprendente dell'Asia Centrale

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

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La città di Tashkent è spesso la prima che si incontra arrivando in Uzbekistan e, proprio per questo, viene talvolta sottovalutata. Chi prosegue verso Samarcanda o Bukhara tende a considerarla un semplice punto di passaggio utile per atterrare, prendere un treno e ripartire. In realtà la capitale uzbeka racconta il Paese in modo diretto, concreto e sorprendentemente vario. È una città grande, ariosa, attraversata da viali alberati, mercati rumorosi, quartieri residenziali silenziosi e improvvisi slanci architettonici che cambiano volto a ogni zona.

La vita quotidiana scorre tra stazioni della metropolitana trasformate in sale monumentali, bazar che riforniscono l’intera regione, parchi progettati per offrire respiro dopo il caldo estivo e complessi religiosi che continuano a essere luoghi vissuti (quindi non solo semplici attrazioni).

Il suo aspetto attuale, infatti, è il risultato di una ricostruzione totale avvenuta nel secondo Novecento, ovvero a seguito di un terremoto che cambiò per sempre il suo volto. Questo evento ha reso Tashkent diversa dalle altre grandi mete uzbeke, meno monumentale in senso classico e più aperta a sperimentazioni urbanistiche e culturali.

Cosa vedere a Tashkent

Le attrazioni principali raccontano sicuramente la storia ufficiale della Capitale dell’Uzbekistan, ma sono i rapporti tra architettura, ritualità religiosa e abitudini quotidiane a spiegare davvero che tipo di città sia diventata Tashkent.

Eski Shahar, la città che conserva il ritmo antico

Il quartiere storico, chiamato Eski Shahar, rappresenta una delle poche aree risparmiate dalla ricostruzione sovietica. Tra vicoli irregolari e abitazioni basse in mattoni crudi si riconosce l’organizzazione tradizionale della mahalla. Da queste parti, infatti, le case si sviluppano attorno a cortili interni pensati per la vita familiare e per la protezione dal clima. Contemporaneamente, piccole moschee, madrase e botteghe restituiscono l’immagine di una Tashkent precedente ai grandi interventi urbanistici del Novecento.

Khast Imam, centro spirituale della Capitale

Nel cuore della città antica si apre un vasto complesso religioso che riunisce moschee, scuole coraniche, mausolei e biblioteche: il Khast Imam. Le cupole turchesi, i portali monumentali e le decorazioni in maiolica definiscono uno spazio solenne, legato alla spiritualità islamica uzbeka. All’interno della biblioteca viene custodito il Corano attribuito al califfo Osman, manoscritto del VII secolo considerato uno dei testi sacri più antichi al mondo.

Madrasa di Kukeldash, architettura che attraversa i secoli

Costruita nel XVI secolo durante il dominio shaybanide, la madrasa presenta una struttura imponente con cortile centrale e celle per studenti. Nel corso del tempo ha assunto funzioni diverse, diventando caravanserraglio, fortezza e spazio museale. La sua sopravvivenza ai terremoti e ai cambiamenti politici la rende uno degli edifici più rappresentativi della storia urbana di Tashkent.

Moschea Jami, un edificio dalla storia irregolare

Poco distante dalla madrasa sorge una moschea di dimensioni contenute, risalente al XV secolo. Durante l’epoca sovietica venne utilizzata per attività industriali, perdendo il ruolo religioso originario. Il recupero successivo ha restituito dignità a una struttura semplice e in grado di raccontare le trasformazioni forzate del secolo scorso.

Bazar Chorsu, cuore commerciale e sociale

Il grande mercato coperto domina l’area occidentale della città antica. A proteggere un intreccio di banchi dedicati a spezie, frutta secca, pane tradizionale, tessuti e ceramiche c’è un affascinante cupola turchese. Chorsu rappresenta anche un punto di incontro tra città e campagna, frequentato da venditori provenienti dalle regioni circostanti.

Metropolitana di Tashkent, arte sotto la superficie

Inaugurata nel 1977, la metropolitana di Tashkent fu la prima dell’Asia Centrale. Le stazioni vennero progettate come spazi monumentali, ciascuno con un tema specifico legato alla cultura, alla letteratura, allo spazio o all’indipendenza nazionale. Marmo, granito, mosaici e lampadari trasformano il sistema di trasporto in un vero museo sotterraneo.

Metropolitana di Tashkent, Uzbekistan
iStock@Lukas Bischoff
All’interno della metropolitana di Tashkent

Piazza Amir Timur, simbolo della nazione

Questo ampio nodo urbano ruota attorno alla statua equestre di Tamerlano, posta al centro di un giardino formale, mentre intorno si affacciano un museo a lui dedicato, un grande hotel modernista e diversi edifici statali. In sostanza, Piazza Amir Timur è impreziosita da elementi che mostrano con chiarezza come la Capitale abbia usato piazze e architetture per costruire una nuova immagine nazionale dopo l’indipendenza.

Cosa fare a Tashkent

Oltre alla varie attrazioni, la località uzbeka mette a disposizione numerose attività grazie a cui è possibile comprendere dinamiche culturali spesso invisibili a una prima osservazione.

  • Partecipare a spettacoli lirici presso il Teatro Navoi: edificio neoclassico con decorazioni artigianali realizzate da prigionieri giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale.
  • Visitare i musei statali: aiutano a comprendere la narrazione storica ufficiale e le sue recenti revisioni.
  • Trascorrere del tempo nei parchi cittadini: sono stati progettati durante la ricostruzione post-sismica e rappresentano veri e propri esempi di urbanistica verde.
  • Seguire itinerari dedicati al modernismo centroasiatico: includendo circo statale, palazzo dell’Amicizia tra i Popoli e hotel Uzbekistan.
  • Assistere a eventi culturali: il più delle volte promossi da fondazioni artistiche attive nel rinnovamento creativo della Capitale.

A rendere Tashkent particolarmente interessante è anche il suo ruolo di Capitale vissuta più che esibita. Qui la dimensione istituzionale convive con una quotidianità molto concreta, fatta di spostamenti rapidi, mercati di quartiere e pause nei parchi e rituali religiosi che scandiscono la giornata. Non esiste un centro unico che concentri tutto, ma una serie di poli urbani differenti collegati da grandi arterie e dalla metropolitana. Questa struttura obbliga a spostarsi e a osservare contesti diversi.

Come arrivare a Tashkent

Tashkent dispone del principale aeroporto internazionale dell’Uzbekistan, collegato con scali europei e mediorientali attraverso rotte regolari. La posizione geografica favorisce anche collegamenti ferroviari con Samarcanda, Bukhara e altre città della Via della Seta tramite treni ad alta velocità.

All’interno dell’area urbana gli spostamenti risultano agevoli grazie a una rete integrata di metropolitana, autobus e taxi, con distanze contenute tra i principali poli culturali. La Capitale funge inoltre da porta d’accesso verso le regioni montane del Tien Shan occidentale e le riserve naturali a nord-est, ampliando le possibilità di esplorazione oltre il perimetro urbano.

Tashkent si presenta così come una città complessa, segnata da fratture storiche e ripartenze radicali, capace di raccontare l’Asia Centrale attraverso architetture, spazi condivisi e una costante tensione tra conservazione e progetto futuro.