Hunan, la Provincia delle voci segrete delle donne

Hunan, in Cina, è una Provincia famosa poiché è il luogo di nascita di Mao Zedong, ma anche perché qui le donne si sono inventate un linguaggio tutto loro

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

Pubblicato: 7 Marzo 2022 11:13

Hunan è un’affascinante Provincia montuosa nella Cina Meridionale, famosa principalmente per essere il luogo di nascita del leader comunista Mao Zedong. Ma la verità è che da queste parti, tra pendii rocciosi e incantevoli villaggi fluviali rurali, è venuto al mondo il Nü shu (o Nüshu), l’unico sistema di scrittura creato e utilizzato esclusivamente dalle donne.

Nü shu, la storia

Il Nü shu è un linguaggio che sboccia nella Cina del secolo XVII, periodo in cui la figura della donna era ancora più sottomessa e denigrata rispetto alla situazione attuale. La corretta traduzione è “scrittura delle donne“, basti pensare che è stato ideato in modo tale da essere compreso e diffuso esclusivamente tra le persone di sesso femminile.

Il motivo per cui queste persone coraggiose decisero di inventare una nuova lingua non è affatto da sottovalutare: dopo la conquista da parte della Cina della Provincia dello Hunan, le donne della popolazione Yao videro un totale cambiamento di assetto della loro società che da “Matriarcale” diventò “Patriarcale”, e quindi regolata dalle norme maschili del diritto paterno.

Una condizione che le costrinse a cambiare abitudini sociali compreso il loro linguaggio, facendo una rivisitazione completa del dialetto che si utilizzava in quella zona. Di questo mutarono i caratteri fondamentali per la comprensione, a tal punto che gli uomini dell’epoca non erano assolutamente a conoscenza di tale ingegnoso sistema che – ironia della sorte – era stato ideato proprio dal genere che essi ritenevano “inferiore” e che serviva solo per la procreazione e per soddisfare i loro desideri.

Obbligate, quindi, a rinunciare a tutto compresa la loro personalità, queste donne vedevano nella loro lingua segreta una valvola di sfogo. Donne che per lo più erano analfabete, e tra le altre cose spesso sottoposte alla violenta fasciatura dei piedi.

Nel corso del tempo, questa lingua venne utilizzata in testi di vario tipo come poesie, oltre che nei ricami. Infatti, all’epoca le donne potevano cucire e ricamare senza destare alcun tipo di sospetto o attenzione. Tutto ciò permetteva di lasciare una testimonianza della vita che vivevano ad altre donne come loro, o semplicemente a tutte le persone che avrebbe voluto interessarsene e capirne di più.

Quando il Nü shu fu scoperto per la prima volta, in molti pensarono che si trattasse di un linguaggio usato per deridere una società fortemente votata al maschilismo. Nei fatti si scoprì che non era così: molti scritti riguardavano il matrimonio, il dolore per la separazione dalla famiglia di origine o lodi della futura sposa da leggere durante le cerimonie nuziali che si tenevano all’epoca. Degli scritti che trovavano espressione nella vita quotidiana di queste donne e che venivano letti con una speciale forma di canto.

Tale pratica fu trasmessa di generazione in generazione (femminile) fino al periodo che va dal 1966 al 1976, ovvero durante la rivoluzione culturale cinese. Da quel momento in poi, il Nü shu venne considerato un pericoloso linguaggio criptato, analizzato da molti esperti accademici ma senza mai ottenere successo.

Al giorno d’oggi, le persone che conoscevano questa scrittura segreta sono venute tutte a mancare e la sua sopravvivenza è principalmente nelle mani di quei pochi studiosi che l’hanno appresa dalle anziane abitanti della zona. Tuttavia, questa lingua sembra voler vivere una sorta di rinascita e in particolare a Puwei, un villaggio circondato dal fiume Xiao e accessibile solo tramite un piccolo ponte sospeso.

La rinascita del Nü shu

Stando a quanto dichiarato alla BBC da alcuni abitanti di Puwei, un tempo il Nü shu era ampiamente parlato nella zona di Hunan. Dopo che gli esperti trovarono tre scrittori di Nüshu nel villaggio negli anni ’80, Puwei è diventato il punto focale per la ricerca su questo sistema di scrittura.

Nel 2006 è stato inserito nell’elenco del patrimonio culturale immateriale nazionale dal Consiglio di Stato cinese e un anno dopo è stato costruito un museo sull’isola di Puwei che ospita un’aula scolastica e sale espositive. Video, dipinti e mostre culturali adornano le pareti, mentre i corsi di ricamo e calligrafia offrono opportunità pratiche di connessione culturale. È stato, inoltre, recentemente ampliato e ospita un festival annuale con poesie e canzoni eseguite in Nü shu.

Cosa vedere nella provincia di Hunan

Hunan significa letteralmente “a sud del lago”, non a caso la Provincia si sviluppa a sud del Lago Dongting, il secondo lago d’acqua dolce più grande della Cina. Da queste parti, piccoli paesi dall’architettura tradizionale si trovano incastonati in catene montuose color smeraldo, e tutti abbracciati da una leggera nebbia.

Da non perdere è certamente la zona paesaggistica di Wulingyuan-Zhangjiajie. Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1992, è nota per essere il luogo che ha ispirato il regista James Cameron per la creazione dei personaggi di “Avatar”. Un parco a dir poco straordinario e diviso in 3 aree: le montagne fluttuanti Hallelujah di “Avatar” nella zona di Yuanjiajie, il monte Tianzi, la riserva naturale della valle Suoxi e Yangjiajie. All’interno del parco, inoltre, si trova l’ascensore esterno in vetro più alto del mondo che permette di raggiungere la parte più elevata di Yuanjiajie.

Svetta, tra l’altro, anche il monte Tianmen conosciuto come la “Porta del Paradiso”. Per salirvi basta prendere la funivia più lunga del globo che parte dalla stazione ferroviaria e sorvola la fitta e rigogliosa vegetazione della foresta per oltre 7 km. Se invece volete recarvici a piedi, occorre percorrere la tortuosa e incantevole strada delle “99 curve” e salire i 999 gradini finali fino alla cima.

strada "99 curve" cina
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La strade delle “99 curve”

Per una scarica di adrenalina finale, potreste attraversare uno dei ponti in vetro più lunghi e alti del mondo e camminare sospesi nel vuoto sopra all’incredibile Grand Canyon di Zhangjiajie. Uno spettacolo della natura che si trova a circa 60 km dal centro di Zhangjiajie.

Bellissima anche Fenghuang, una piccola città ad ovest della Provincia dello Hunan risalente a più di 1.300 anni fa. Visitarla è come fare un tuffo nell’epoca imperiale cinese: attraversata del fiume Tuo, è possibile ammirare ancora lavandaie e pescatori, ma anche una fitta serie di case che impreziosiscono uno scenario costituito da ponti, giardini, pagode e torri.

Infine, ma non per importanza perché questa zona della Cina nasconde meraviglie in ogni angolo, non potete di certo perdervi il Lago Dongting che copre generalmente una superficie di 2820 km². In estate, quando i suoi immissari riversano le loro acque di piena nel lago, la sua superficie può ingrandirsi fino a raggiungere i 20000 km². Del resto, questo è uno degli scenari più visitati e decantati dalla poesia e dalle arti tradizionali cinesi. Una zona, quindi, da non perdere assolutamente, sia per il suo fascino naturale che per la sua particolare storia legata a Mao Zedong ma anche alle donne.

provincia di hunan donne
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Le meraviglie della Provincia di Hunan