Probabilmente non tutti sanno che nella Tuscia viterbese, e più precisamente nel territorio comunale di Barbarano Romano, sorge un’area naturale protetta che ha davvero molto da regalare ai suoi visitatori. Una meraviglia che prende vita nel maestoso paesaggio del Lazio etrusco e che comprende un insieme di forre scavate da torrenti, boschi, pascoli, numerose necropoli e molto altro ancora: il Parco regionale di Marturanum.
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Parco regionale di Marturanum, perché è così importante
Partiamo dalla basi: perché il Parco regionale di Marturanum è così importante? La questione è molto semplice in quanto, oltre alle meraviglie della natura, qui sono presenti rilevanti testimonianze archeologiche che coprono un arco temporale che va dall’età del Bronzo all’epoca romana.
Visitarlo, quindi, è come fare un salto nel passato e in un territorio che è stato modellato da un’attività vulcanica le cui colate hanno depositato il tipico tufo rosso a scorie nere. Poi ancora i valloni tufacei ricoperti da una fitta vegetazione attraversata dai fiumi Biedano e Vesca e il gran numero di facciate rupestri delle tombe, grazie alle quali Marturanum è anche chiamato “il Parco degli Etruschi”.
Trekking archeologico nel Parco regionale di Marturanum
Le numerose testimonianze archeologiche legate agli etruschi, ma anche ad altre popolazioni locali, sono perfettamente integrate nel meraviglioso paesaggio naturale. Grazie ai numerosi percorsi di trekking che impreziosiscono il Parco regionale di Marturanum, quindi, potrete incontrare svariate tombe rupestri dal valore inestimabile.
Vi basti pensare che sono oltre duemila le sepolture disperse nel sistema di forre del fiume Biedano. Zone dove l’acqua, nel corso dei secoli, ha inciso dei tavolati tufacei che oggi lasciano liberi di percorrere grandi canyon ricoperti di fitta vegetazione.
Sono presenti più sentieri da intraprendere, ma noi ve ne segnaliamo alcuni:
- Sentiero archeologico-naturalistico “Caiolo”: percorrendolo si potranno visitare le più belle e interessanti tombe etrusche nella necropoli di San Giuliano;
- Sentiero “Bosco della Bandita-Via Clodia”: una rilassante passeggiata alla scoperta, ma ta le meraviglie della vegetazione, dei resti della via Clodia, di ruderi di età romana, punti panoramici da sogno e molto altro ancora;
- Sentiero “Valloni”: un percorso che collega il borgo di Barbarano Romano a quello di Blera fatto di piccole dighe, cunicoli, mulini, grotte e cave;
- Sentiero “Caiolo-Greppo Cenale”: parte dall’alto per scendere nella necropoli con tombe rupestri del V-IV e III secolo a.C;
- Sentiero “Fonte di Pisciarello-tomba Cima”: partendo dal borgo conduce alla necropoli del Cima, mentre al ritorno si può deviare per la cava di Sarignano, la forra del Biedano fino a tornare al punto di partenza, Barbarano Romano.
L’incredibile necropoli di San Giuliano
Il Parco regionale di Marturanum vale la pena di essere esplorato da cima a fondo, ma c’è un’area che da sola vale il viaggio: la necropoli di San Giuliano. Ma non c’è da sorprendersi perché, secondo gli studi condotti fino a questo momento e anche in base al pensiero della maggior parte degli archeologi che l’hanno esplorata, nessun’altra necropoli etrusca fino ad ora conosciuta può vantare la varietà e la ricchezza di tipi sepolcrali come San Giuliano.
Una città dei morti molto antica in quanto risale al VII secolo a.C., e che sorge al lati di una rupe tufacea occupata da un insediamento già durante l’età del Bronzo. Da non perdere sono il Tumulo del Caiolo e le tombe cosiddette dei Carri e dei Letti. Meravigliose anche le tombe Palazzine e quella più monumentale, chiamata della Regina, che sfoggia una facciata alta dieci metri. Poi ancora la tomba del Cervo che rappresenta la lotta tra questo elegante animale e un lupo, e che è stata scelta dal parco come logo stilizzato dell’area protetta.
Infine, la rocca tufacea di San Giuliano dove sorge una piccola chiesa medievale omonima, anch’essa fatta in tufo.
Flora e fauna del Parco regionale di Marturanum
Come vi dicevamo in precedenza, il territorio è stato modellato dall’attività vulcanica Vicana e per questo motivo è caratterizzato da grandi valloni tufacei ricoperti di fitta vegetazione dove scorrono due principali corsi d’acqua.
Ma non solo. Nelle forre, lungo il corso di questi due importanti flussi d’acqua, vivono numerosi mammiferi come la volpe, il cinghiale, il tasso, l’istrice, il gatto selvatico, la puzzola europea e la nutria.
Inoltre, grazie alla tanta acqua presente e, al contempo, alla scarsa frequentazione umana, da queste parti sopravvivono diversi anfibi, tra i quali la rara salamandrina dagli occhiali. Non mancano di certo i volatili come l’usignolo di fiume, il luì piccolo, la ghiandaia marina europea, il martin pescatore comune e la cicogna nera.
Infine, nel parco nidificano diverse specie di rapaci notturni e diurni: il lanario, il biancone, il nibbio reale, lo sparviere comune, il gheppio e il falco pellegrino.
Per quanto riguarda la flora, c’è da segnalare che il fitto bosco consente di far sbocciare maggiormente piante come l’ontano nero, l’olmo, i pioppi bianchi e neri, diversi tipi di salice, nonché una fitta vegetazione arborea e arbustiva ricca di felci quali l’equiseto.
Il borgo di Barbarano Romano
Se si decidono di visitare le meraviglie del Parco regionale di Marturanum non si può fare a meno di andare a scoprire il borgo di Barbarano Romano. Un luogo che vi regalerà un centro storico dove si sviluppano da tre strade perfettamente parallele e impreziosito da una triplice cinta muraria.
Tra le architetture religiose, da non perdere c’è la Chiesa del Crocifisso, realizzata tra il XII ed il XIII secolo, dove è conservato un sofisticato Crocefisso in legno risalente al XVI secolo.
Molto interessante anche il Complesso di Sant’Angelo in cui è presente una chiesa sconsacrata e dove prende vita anche una parte del Museo archeologico delle necropoli rupestri di Barbarano Romano (altro luogo da visitare), in cui sono custoditi rari reperti rinvenuti all’interno delle necropoli.
Non da meno è la Chiesa di Santa Maria del Piano, costruita nel XIII secolo, in cui sono stati ritrovati alcuni affreschi. Infine, la Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta che custodisce gelosamente alcune pregevoli opere d’arte come un affresco della Madonna che allatta Gesù con i Santi Giovanni e Antonio abate, creato nel XIV secolo.
Insomma, il Parco regionale di Marturanum è una perla d’Italia ancora poco nota ma dalla ricchezza unica, e che merita di essere scoperta in tutte le sue sfaccettature.