Sinope, la città turca che ha scoperto la chiave della felicità

Questa cittadina a Nord di Istanbul è al primo posto in fatto di felicità. Ecco il suo segreto

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

 

A Nord di Istanbul c’è un luogo dove i boschi incontrano il Mar Nero. È Sinope, dove si dice che gli abitanti siano più felici della Turchia.

Circondato da dolci colline di pascoli, punteggiate da alberi che costeggiano strette spiagge, è un luogo che induce al relax e alla spensieratezza.

Rispetto al resto del Paese, Sinope non spicca nelle classifiche per le infrastrutture e neppure per il particolare stato di salute della sua gente. Tuttavia è al primo posto in fatto di felicità, secondo quanto risulta da uno studio che viene condotto ogni anno. Qual è il suo segreto allora?

Sinope è il luogo natale del filosofo greco Diogene, che condusse una vita semplice a contatto con la natura. Il professor Stephen Voss del Dipartimento di filosofia dell’università di Boğaziçi sostiene che lui, come altri, apprezzano ciò che hanno e sono disinteressati a ciò che invece non possiedono.

Diogene scelse di vivere con niente, se non gli abiti che indossava, e ironizzava a proposito dei politici, dei religiosi e di tutti coloro che secondo lui erano al di fuori del naturale ordine sociale.

Secondo un’antica leggenda, Alessandro il Grande andò a far visita al filosofo che trovò seduto in un luogo aperto. Gli chiese cosa volesse domandare al suo re e Diogene rispose: ”Potrebbe farsi da parte così da non coprire la luce del sole”.

Una statua del filosofo nel centro cittadino ricorda che il suo approccio alla vita non è mai stato dimenticato.

A Sinope, per esempio, non esistono i semafori. Le poche auto circolano tranquillamente. La maggior parte degli abitanti si sposta a piedi e nessuno ha mai fretta. Gli uffici pubblici sono aperti solo fino al mercoledì. Il resto della settimana si va a pesca, si chiacchiera con i vicini, si passeggia mano nella mano sul lungomare.

Qui tutti vivono in pace e tranquillità. Non c’è da stupirsi se di fianco alla moschea si trova il pub, cosa vietatissima in Turchia. Dal 2013, una legge impone che non si possa vendere alcool a meno di 100 metri di distanza da un luogo di preghiera. Ma qui sacro e profano convivono in pace.

La città è molto sicura. Una donna può indossare shorts senza che nessuno dica nulla e può uscire fino alle 3 del mattino senza che le accada nulla.

Non ci sono ricchi e non ci sono poveri. Tutti hanno tutto, ma anche niente. La gente apprezza uno stile di vita semplice come ai tempi di Diogene. Dal 400 a.C. sembra che nulla sia cambiato.