“Ci facciamo un selfie?” è una frase che abbiamo pronunciato tutti almeno una volta nella vita. Un vero e proprio fenomeno, quello dei selfie, ma che non va a genio a una bellissima e importante città europea, che ha persino definito questa pratica “una cosa imbarazzante”.
Berlino “ripudia” i selfie
La città in questione è Berlino, stupenda Capitale della Germania, dove non è di certo vietato farsi i selfie, ma in cui se ci si ferma da qualche parte alla ricerca dello scatto perfetto ci si può sentire osservati e giudicati. Per non parlare del fatto che gli abitanti della città potrebbero rispondere con un secco no alla richiesta di un selfie di gruppo.
A riportare quanto appena detto è la BBC, dove è specificato che non è una novità che i tedeschi diano particolare valore alla propria privacy. Il quotidiano cita, infatti, una ricerca condotta nel 2017 dall’Università di Hohenheim su atteggiamenti, comportamenti e percezione della privacy.
Ciò che è emerso è che i cittadini tedeschi divulgano informazioni personali “abbastanza raramente”. Ancor più complessa è la possibile condivisione di foto di loro stessi sui social network: “solo pochi tedeschi” lo trovano “utile”, tanto che la percentuale più alta è stata riscontrata tra i partecipanti più giovani, ma di appena il 7%.
Secondo Philipp Masur, coautore del rapporto, questa “riluttanza” potrebbe essere scatenata dal passato storico e politico di questo Paese, in quanto le persone si mostrano più preoccupate di altre rispetto alle questioni relative alla privacy.
Come è nata la cultura no-selfie
Sull’articolo redatto dalla BBC si può leggere che la cultura no-selfie si potrebbe essere sviluppata nei club berlinesi, che da sempre cercano di mantenere un’aria di segretezza e che incoraggiano i festaioli a godersi al 100% ciò che stanno vivendo in quel momento, e quindi nemmeno a distrarsi per un selfie.
In particolare, il pioniere di questa cultura sembrerebbe il Berghain, un locale famosissimo e amatissimo in cui si balla musica tecno, dove scattare foto è persino vietato. Non a caso, si dice che al suo interno possa accadere di tutto.
I gestori hanno definito questa scelta come “un modo per far sì che i clienti possano realizzare i propri desideri senza timore di ripercussioni nel mondo esterno”. In generale, l’obiettivo di questa cultura è viversi il momento e guardarlo con i propri occhi in modo da ricordarselo davvero per sempre.
Per i tedeschi, quindi, è “inappropriato pubblicare post sulle loro attività quotidiane, scattare selfie qui può essere semplicemente imbarazzante. Alcuni pensano semplicemente che sia noioso, una perdita di tempo, altri se lo fai ti guardano incuriositi, increduli”, si legge sull’articolo della BBC.
Una sorta di atteggiamento liberatorio, quello di Berlino, che esprime il non sentire il dovere e la necessità (ma anche la pressione) del dover documentare una serata passata fuori per mostrare a chi ci segue che ci stiamo davvero divertendo (che poi non è sempre vero).
Una pratica che, detto onestamente, dovrebbe essere seguita perché non c’è niente di peggio che perdersi dei momenti di vita per scattarci un selfie, che forse non riguarderemo nemmeno mai più.