Anatolia, scoperto un affresco unico del Buon Pastore Gesù, un ritrovamento straordinario

Il ritrovamento di un'icona che aggiunge un tassello importante al mosaico della diffusione del Cristianesimo in Asia Minore, dove non si era mai visto nulla di simile

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Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

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L’eco della storia, a volte, arriva da un dettaglio dipinto nell’oscurità: ed è così, infatti, che nelle profondità dell’antica necropoli di Hisardere, a Iznik, in Anatolia, un affresco emerso dalla terra ha acceso l’attenzione del mondo accademico. La scoperta in Anataolia riguarda un rarissimo “Buon Pastore Gesù”, icona dei primi secoli cristiani, conservato in condizioni sorprendenti.

Un ritrovamento che non solo arricchisce la mappa archeologica della Turchia, ma riscrive l’immaginario visivo delle prime comunità cristiane in una regione dove questo tipo di rappresentazione è praticamente assente.

Il Buon Pastore Gesù testimonia il Cristianesimo in Anatolia

Il ritrovamento dello straordinario affresco è avvenuto all’interno di un ipogeo del III secolo d.C., un ambiente funerario sotterraneo che ha preservato, come in una capsula del tempo, la maggior parte delle sue pareti e persino la volta. Sul lato nord, proprio alle spalle del kline in terracotta dove era deposto il defunto, è riemersa la figura giovanile del Buon Pastore: tunica chiara, pecora sulle spalle, postura serena. È una scena che parla il linguaggio dell’intimità e della protezione, ben nota nelle catacombe romane o nel Nord Africa, ma pressoché sconosciuta in Anatolia.

La sua presenza qui sorprende non solo per la rarità del soggetto, ma per la qualità dell’esecuzione e per il contesto in cui è inserito. Il team guidato da Tolga Koparal, direttore del Museo di Iznik e coordinato scientificamente da Aygün Ekin Meriç, sta lavorando con estrema cautela: l’ambiente funerario si è conservato quasi intatto, a eccezione della parete sud e permette uno studio ravvicinato di pitture che, altrove, sopravvivono solo in frammenti.

Il fascino della necropoli di Hisartepe

La necropoli di Hisartepe è da anni un laboratorio a cielo aperto per gli archeologi. Situata appena fuori dalle antiche mura di Nicaea, ospita secoli di sepolture sovrapposte: tombe a camera coperte in tegole, sarcofagi in pietra, fosse ricavate da lastre, fino a complessi ipogei come quello in cui è stato trovato l’affresco. Uno spazio che, tra II e V secolo d.C., ha accolto defunti di ogni classe sociale, restituendo un’istantanea sorprendentemente inclusiva della vita in questa antica città della Turchia.

In passato, gli scavi hanno portato alla luce monete, ceramiche, elementi architettonici decorativi ma mai, però, un’immagine cristiana figurativa. Il Buon Pastore è il primo volto di Gesù ad apparire in questo luogo e questa novità ne amplifica ulteriormente il valore scientifico. Consente, tra l’altro, un confronto diretto con altri centri della regione: dalle celebri chiese rupestri della Cappadocia ai contesti cristiani di Efeso, Afrodisia o Side, nessuno offre un’immagine così precoce e così ben conservata del Cristo.

Iznik, già noto per aver ospitato nel 325 d.C. il primo Concilio di Nicea, si rivela ancora una volta un nodo cruciale nella geografia religiosa del Mediterraneo. L’ipogeo potrebbe non aver ancora esaurito le sue sorprese. Le pareti est, ovest e la volta mostrano altre figure umane e decorazioni, aprendo la possibilità che il ciclo iconografico sia più articolato di quanto intuibile oggi. I prossimi mesi di lavoro potrebbero chiarire se ci siano iscrizioni, simboli o ulteriori affreschi nascosti sotto strati di terra e calce.