Santo Sepolcro a Gerusalemme: ecco le nuove scoperte

Nuove scoperte archeologiche svelano la trasformazione del sito del Santo Sepolcro di Gerusalemme, con evidenze che risalgono all'età del Ferro e alla monumentalizzazione costantiniana

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Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

Pubblicato: 16 Novembre 2024 07:30

Il 7 novembre 2024, l’Università di Roma La Sapienza ha fornito un aggiornamento sulle indagini archeologiche in corso presso il complesso del Santo Sepolcro a Gerusalemme, uno dei luoghi più significativi del cristianesimo.

I risultati preliminari degli scavi, presentati dalla professoressa Francesca Romana Stasolla, offrono nuovi dettagli sulla storia e l’evoluzione del sito, che ha visto una serie di trasformazioni significative nel corso dei secoli.

Vediamo nel dettaglio di che si tratta e quali sono le nuove scoperte del Santo Sepolcro a Gerusalemme.

Un sito dalle radici antiche

Le indagini hanno rivelato che l’intera area del Santo Sepolcro, nel cuore di Gerusalemme, si sviluppa su un piano roccioso che, nel tempo, ha subito numerose modifiche a causa delle attività estrattive. Queste operazioni, risalenti a periodi molto lontani, sono state effettuate in modo diverso nelle varie aree, con tagli più evidenti nella navata nord e in quelle meridionali, utilizzando metodi che variano da un’estrazione industriale a una più rudimentale. Alcuni degli scavi hanno inoltre svelato tracce di coltivazioni di ulivo e vite, suggerendo che l’area fosse riutilizzata anche a scopi agricoli già durante l’età del Ferro, quando le cave dismesse venivano spesso trasformate in terreni coltivati.

Una parte fondamentale degli scavi ha riguardato il periodo della rifondazione di Gerusalemme sotto l’imperatore Adriano nel II secolo d.C. L’area, che prima si trovava al di fuori delle mura cittadine, venne inclusa nel perimetro urbano, richiedendo un intervento di livellamento per adattarla alla viabilità cittadina. Questo processo ha reso necessaria la modifica dei dislivelli naturali, con riempimenti e adattamenti strutturali, tra cui l’innalzamento di circa 5 metri rispetto al costone roccioso dove si trovava la tomba.

La trasformazione costantiniana e il primo santuario

Nel IV secolo, sotto l’imperatore Costantino, il sito subì una trasformazione radicale. L’intera collina venne spianata e fu risparmiata una camera funeraria che divenne il cuore del nuovo santuario. La tomba venne così preservata e trasformata in un luogo di venerazione. Al di sopra di essa, fu costruito un piccolo tempio circolare, circondato da colonne e dotato di un’anticamera con gradini. Questo primo santuario, probabilmente all’aperto, serviva come punto di raccolta per i pellegrini in attesa che fossero completati i lavori della Rotonda, la struttura che avrebbe caratterizzato il sito.

La Rotonda, il cui completamento risale alla fine del IV secolo, divenne il fulcro del complesso santuariale, e venne collegata alla basilica cristiana attraverso un triportico. Questo nuovo complesso offriva un percorso di visita che permetteva ai pellegrini di circolare attorno ai luoghi sacri, seguendo le tradizioni già presenti nei santuari precristiani. La basilica e la Rotonda furono progettate per accogliere i fedeli in cerimonie liturgiche differenziate, mentre i portici fornivano riparo durante le visite.

Oltre agli aspetti architettonici, gli scavi hanno anche portato alla luce alcuni resti che confermano l’esistenza di una rete di passaggi e ambienti adiacenti, che aiutano a ricostruire l’intera disposizione del sito. L’indagine continua anche sulla documentazione dei materiali e delle strutture, il cui studio contribuirà a una comprensione più profonda della storia della città di Gerusalemme.

Nonostante il grande progresso fatto negli ultimi due anni, gli scavi al Santo Sepolcro a Israele sono ancora lontani dal concludersi. Le ricerche continuano, in particolare nella navata nord della basilica, e mirano a ottenere ulteriori conferme su alcune delle scoperte fatte finora. È probabile che nei prossimi anni emergeranno ulteriori dettagli che arricchiranno la comprensione di questo luogo iconico, che continua a essere un punto di riferimento fondamentale per la fede cristiana e un laboratorio privilegiato per gli studiosi di archeologia religiosa.