Una saga familiare densa di avvincenti colpi di scena, che vede protagonista Claudio Amendola – che ne cura anche la regia – nel ruolo di Nemo Bandera, considerato il Patriarca di Levante, un uomo che ha lottato con tutti i mezzi, anche illegali, per raggiungere il potere.
L’imprenditore ha portato la sua società, la Deep Sea, a diventare una delle aziende più importanti della Puglia, grazie alla sua abilità negli affari, ma anche grazie a traffici illeciti che hanno la base nel porto della sua città, Levante. Ma qualcosa improvvisamente nella sua vita cambia.
Senza spoilerare la trama della serie Tv Mediaset, “Il Patriarca” è stato quindi girato in Puglia, come molte altre fiction negli ultimi anni, da “Le indagini di Lolita Lobosco” con Luisa Ranieri alla più recente “Sei donne – Il mistero di Leila” con Maya Sansa, giusto per citarne alcune.
Il porto del Patriarca
In particolare, le scene sono state ambientate in due città: Bari e soprattutto Monopoli. Ed è proprio quest’ultima, che nella fiction è descritta come la Levante, dove vive Nemo ad essere la star della fiction. Il porto dei pescherecci che si vede in Tv, centro degli affari del Patriarca, è proprio quello di Monopoli, uno dei luoghi più storici della città. Si riconoscono il Porto Vecchio, Cala Batteria, Cala Fontanelle e Cala Curatori.
Fin dal V secolo a.C. esisteva una città fortificata affacciata su un porto. Questa grande struttura difensiva oggi è incorporata nel castello Carlo V.
Del sistema difensivo dell’antica città fa parte anche l’Abbazia Santo Stefano di Monopoli, quella che nella serie è la masseria del Tigre. Fondato nel 1086 per volere del conte di Conversano Goffredo, questo edificio sorse su una penisola protesa tra due insenature che formano due piccoli porti naturali, oggi conosciuti con i nomi di lidi Santo Stefano e Porto Ghiacciolo.
Con i monaci Benedettini, dal XII al XIV secolo, l’abbazia fu all’apice della cultura umanistica e artistica cittadina. I Cavalieri di Gerusalemme, che vi s’insediarono nel Quattrocento, la trasformarono in un castello chiuso dalla cinta muraria e dal fossato. I privati che l’acquistarono ne fecero una masseria. E ancora oggi è un luogo privato.
Una bella vista panoramica di Monopoli e del mare pugliese la si può ammirare in una delle scene riprese dalla Loggia di Pilato, in contrada Impalata, una terrazza naturale da dove lo sguardo arriva fino all’azzurro dell’Adriatico. È uno dei punti ideali per ammirare dall’alto i trulli e gli ulivi della Valle d’Itria. Si trova sulla strada che porta a Fasano e, solitamente, è il punto di lancio degli amanti del parapendio.
E per il lancio mediatico di Monopoli questo è solo l’inizio. La città stata scelta anche da Dolce&Gabbana per lanciare sui social la nuova collezione, con foto della campagna scattate tra i vicoli del borgo antico e lungo la costa.
Bari Vecchia
L’altra location dove sono state girate diverse scene è Bari. Ed è proprio Bari Vecchia e la sua piazza antica che fa da sfondo al luogo di spaccio dei mafiosi. Lungo i vicoli stretti di Bari Vecchia, tra profumi e scorci di inaudita bellezza, si possono scoprire gli antichi edifici storici cittadini, che fanno da contraltare alla città sotterranea. Sontuosi palazzi e imponenti castelli raccontano la storia e l’anima di Bari. Quella delle famiglie che hanno fatto grande le città fin dall’epoca delle crociate.
L’edificio più simbolico di tutta la città è il castello normanno svevo, la fortezza di Bari Vecchia. Testimonianze archeologiche fanno risalire la prima fase di costruzione al periodo romano, o più probabilmente bizantino, ma la fortificazione vera e propria risale al 1132, realizzata dal re normanno Ruggero II. Distrutta da Guglielmo il Malo, fu poi ricostruita nel 1233 dall’imperatore Federico II e subì numerose trasformazioni fino al XVI secolo.
Ma nelle scene del Patriarca non mancano alcuni luoghi simbolo della città, come il lungomare – proprio sulla spiaggia viene commesso un grosso omicidio – e la zona del Teatro Petruzzelli.