Il meraviglioso mare dello Sri Lanka tra rotte antiche, villaggi costieri e oceano aperto

Un viaggio lungo le coste dello Sri Lanka tra rotte oceaniche, città coloniali, villaggi di pescatori e paesaggi modellati dai monsoni (ma dove il mare è sempre protagonista)

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

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Il mare, in Sri Lanka, accompagna l’isola da sempre definendone confini, scambi e immaginario. Guardando una mappa, infatti, appare subito evidente quanto l’oceano sia parte integrante del paesaggio, come una presenza continua che avvolge villaggi, città, templi e fortificazioni. Anticamente conosciuto con il nome di Ceylon, le sue coste hanno accolto mercanti arabi, navigatori portoghesi, amministratori olandesi e funzionari britannici che qui hanno lasciato tracce riconoscibili ancora oggi.

Il litorale supera i 1.500 chilometri e muta profondamente a seconda dell’esposizione ai venti stagionali. Le correnti monsoniche influenzano il colore dell’acqua, il moto delle onde e persino il ritmo della vita quotidiana. Sulla costa occidentale e meridionale, per esempio, l’oceano dialoga con città antiche, quartieri coloniali e località sviluppate attorno al turismo.

Sul versante orientale, invece, prevalgono distese sabbiose ampie, porti naturali profondi e paesaggi meno trasformati. Parliamo perciò di un territorio in cui l’acqua salata è dinamica e in grado di rivelarsi molto più di una semplice pausa balneare.

Colombo e Negombo

Colombo rappresenta il principale centro urbano del Paese e il suo affaccio sull’oceano svolge un ruolo simbolico e pratico. Durante l’epoca coloniale, il porto costituiva un nodo commerciale fondamentale per spezie, tè e pietre preziose. Oggi la fascia costiera cittadina alterna quartieri residenziali, edifici amministrativi e tratti di spiaggia frequentati dalla popolazione locale. Mount Lavinia, un tempo residenza del governatore britannico, conserva una lunga distesa sabbiosa affiancata da costruzioni coloniali adattate a strutture ricettive.

Negombo sorge poco più a nord e mantiene una forte identità legata alla pesca. Le reti stese lungo la riva, le imbarcazioni tradizionali e il mercato del pesce narrano una quotidianità autentica. La presenza dell’aeroporto internazionale ha favorito uno sviluppo turistico mirato, con hotel affacciati sull’oceano e una spiaggia ampia che accompagna il tramonto dietro palme alte e sottili.

Bentota e Hikkaduwa

Procedendo verso sud, la costa assume un carattere più aperto e scenografico. Bentota si sviluppa presso la foce di un fiume che penetra nell’entroterra formando una laguna ricca di mangrovie. Si tratta di una particolare conformazione geografica che ha favorito attività legate all’acqua dolce e salata, oltre a un turismo orientato verso il benessere. Nei dintorni si trovano templi buddhisti decorati da pitture murali e giardini progettati da architetti paesaggisti influenzati dal modernismo tropicale.

Hikkaduwa presenta un impianto urbano lineare e quindi parallelo alla costa. Il villaggio ha conosciuto una rapida crescita a partire dagli anni Settanta, attirando viaggiatori interessati alle onde oceaniche e alla vita marina. Nei pressi della riva si estende una barriera corallina che, seppur segnata da eventi naturali estremi, continua a rappresentare un patrimonio ambientale e didattico.

Galle

Galle domina la costa meridionale grazie a una cittadella fortificata di origine coloniale. Il forte (iniziato dai portoghesi e ampliato dagli olandesi nel Seicento) racchiude strade acciottolate, chiese riformate, edifici amministrativi e residenze mercantili. Le mura si affacciano direttamente sull’oceano e testimoniano la necessità di difesa lungo una rotta marittima cruciale.

Il mare accompagna la città più come elemento scenografico che balneare. Piccole spiagge urbane e scogliere si alternano lungo il perimetro del forte.

Unawatuna

A breve distanza da Galle, Unawatuna si apre all’interno di una baia protetta. Una particolare conformazione che, inevitabilmente, ha favorito uno sviluppo più raccolto, con un centro arretrato rispetto alla strada principale. Da queste parti l’arenile disegna una curva morbida e bordata da palme e da strutture leggere. Più in là, una seconda spiaggia si nasconde tra vegetazione fitta e promontori rocciosi.

Sopra la baia si innalza una pagoda buddhista eretta in epoca recente come simbolo di pace, da cui si gode di una vista che abbraccia l’oceano e le colline retrostanti.

Ahangama e Weligama

Poi ancora Ahangama che conserva un’atmosfera legata alle attività tradizionali. Celebri risultano i pescatori su pali infissi in mare, una pratica documentata fotograficamente a livello internazionale. Il villaggio si estende lungo la ferrovia costiera e ospita case basse, templi e piccoli esercizi. Le spiagge vicine alternano tratti ampi a zone più selvagge, con sabbia scura e onde regolari.

Weligama si sviluppa intorno a una grande baia sabbiosa caratterizzata da fondali progressivi. Anche qui la morfologia ha dettato il destino della località, favorendo soprattutto la diffusione di scuole dedicate agli sport acquatici.

Weligama, Sri Lanka
iStock
Tutta la bellezza di Weligama

Mirissa

Mirissa ha acquisito fama internazionale grazie alla sua posizione lungo le rotte migratorie di grandi mammiferi marini. Il villaggio costiero combina una spiaggia principale estesa con calette laterali incastonate tra rocce. Una collina ricoperta di palme domina il panorama e rappresenta uno dei punti più fotografati della zona.

Il centro abitato segue l’andamento della costa e presenta un’offerta ampia di ristorazione. La sera, la luce artificiale si riflette sull’oceano creando un’atmosfera vivace.

Tangalle e Hiriketiya

Più a sud, Tangalle segna una transizione verso un litorale meno urbanizzato. Le spiagge si alternano a scogliere e insenature, con vegetazione tropicale che arriva fino alla sabbia. Antiche rotte marittime passavano al largo di questa costa, utilizzata come punto di approdo secondario.

Hiriketiya è invece una piccola baia chiusa e circondata da colline verdi. La forma naturale protegge l’arenile e mette in scena un ambiente raccolto, apprezzato da viaggiatori alla ricerca di tranquillità e contatto diretto con il territorio.

Trincomalee, Nilaveli e Pigeon Island

La costa orientale sfoggia scenari quasi completamente differenti. Trincomalee possiede uno dei porti naturali più profondi del mondo, utilizzato fin dall’antichità. Sulla collina sovrastante sorge il tempio di Koneswaram, luogo sacro induista legato a miti e testi epici. Le spiagge urbane risultano contenute, mentre la città custodisce tracce di fortificazioni europee.

Nilaveli si sviluppa più a nord, lungo una fascia sabbiosa chiara e continua. Di fronte alla costa emerge Pigeon Island, parco marino protetto con colonie di uccelli marini e fondali ricchi di biodiversità.

Arugam Bay

Infine l’eccezionale Arugam Bay che prende vita sulla costa sud orientale. Considerata una delle capitali mondiali delle onde oceaniche, è un villaggio che nel corso del tempo ha mantenuto un carattere informale, con strutture basse e una comunità internazionale stagionale. La baia si apre verso l’oceano e riceve correnti regolari durante specifici mesi dell’anno.

Nei dintorni si estendono lagune, campi coltivati e parchi naturali che sono la casa di elefanti e uccelli migratori.