Nel cuore della pianura ferrarese c’è Tresigallo, città utopica e ideale trasformata negli anni Trenta grazie a Edmondo Rossoni, Ministro dell’Agricoltura, e insignita del riconoscimento di “Città d’arte” come uno dei pochi esempi di città di fondazione.
Da antico centro di origine medievale a vera città ideale del XX secolo: il sogno di Edmondo Rossoni era quello di trasformare secondo i canoni dell’architettura razionalista la sua Tresigallo, a metà strada tra Ferrara e le Valli di Comacchio, immersa nel verde della pianura ferrarese e considerata a tutti gli effetti la capitale del razionalismo italiano.
Tutto nasce tra il 1933 e il 1939, quando Rossoni dà un nuovo assetto urbano, industriale e architettonico al paese. L’idea era quella di realizzare una relazione solida tra gli abitanti e il territorio per creare una viva collaborazione tra lavoratore e datore di lavoro, con obiettivi finalizzati a creare nuove risorse e opportunità, nuovo sviluppo, maggiore ricchezza e benessere per la gente.
Il primo atto fu quello di costruire una strada che da Ferrara porta a Tresigallo. In questo modo il piccolo paese si aprì alla viabilità e al commercio, cosa preclusa da tempo perché da secoli viveva nella miseria. La nomina a Ministro dell’Agricoltura e Foreste permise a Rossoni di dedicarsi al progetto per la sua città. Con l’ingegner Carlo Frighi, tracciò le linee organizzative urbanistiche e nel 1935 arrivarono le prime strade, i primi stabilimenti industriali e si sperimentano innovative tecniche di costruzione.
In poco tempo vennero costruiti il Loggiato della Chiesa, la Casa del Fascio (ora caserma dei carabinieri) e la maestosa piazza della Rivoluzione a forma di “d”, con al centro un’elegante fontana arricchita da quattro sculture bronzee che rappresentano quattro gazzelle protese nell’intento d’abbeverarsi; e poi l’Ospedale (la cosiddetta Colonia Post-Sanatoriale) per la cura della tisi, la monumentale entrata del Campo Sportivo, realizzato in marmo travertino e soprattutto una grande dotazione di servizi pubblici.
Palazzi di mille colori, cilindri, coni, parallelepipedi e archi iniziarono a popolare la città di Tresigallo che in poco tempo potè contare sulla Scuola di Ricamo per le ragazze, l’Acquedotto, l’Albergo Italia, l’Albergo Domus Tua (di lusso), un Asilo Nido, un Asilo Infantile, una Sala da Ballo, la Scuola Elementare, il Teatro Corporativo (poi Cooperativo) e l’edificio delle Assicurazioni Generali Venezia. L’arredo urbano prevedeva lampioni, panchine, fontane e centinaia di alberi selezionati.
Un’opera rivoluzionaria che ora è possibile visitare nell’affascinante silenzio che avvolge la città. Una dimensione sospesa tra geometria e sogno, quasi metafisica e sicuramente estraniante. Nel 2004 la Regione Emilia Romagna ha inserito Tresigallo nel prestigioso circuito delle Città d’Arte d’Italia perché è l’applicazione su scala reale delle teorie di scuola tedesca sulla progettazione democratica della “città nuova”. Senza contare che resta, attualmente, uno dei pochi esempi rimasti di città di fondazione progettata a tavolino.