Nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Civitella Alfedena, il pittoresco borgo più piccolo del territorio con circa 300 abitanti e appena 30 kmq di superficie, è un vero e proprio gioiello architettonico arroccato a 1123 metri d’altitudine nel cuore dei Monti Marsicani.
La sua storia affonda le radici nel Paleolitico superiore e numerosi sono stati i ritrovamenti archeologici nella cosiddetta “Grotta dei Banditi” (ora Grotta Achille Graziani dal nome dell’archeologo che la scoprì) che fanno luce sull’antico popolo dei Marsi che qui dimorava nel I millennio a.C.
Nel Trecento e nel Quattrocento, Civitella assume le caratteristiche di una cittadella fortificata con le antiche case che si aprono dal lato interno sulle vie lastricate molto strette punteggiate da rampe di scalini. Ancora oggi, il borgo conserva i tratti dell’epoca con le abitazioni disposte a formare un “muro di difesa” contro gli attacchi nemici e le intemperie.
Il centro storico, inoltre, custodisce perfettamente conservati alcuni palazzetti del Seicento e del Settecento, botteghe di prodotti tipici ed è punto di riferimento per chi desidera intraprendere suggestive escursioni nelle aree faunistiche dei dintorni.
Scopriamo quali sono le meraviglie che Civitella, scelta dall’attore Giorgio Tirabassi per la presentazione del suo ultimo film “Il Grande salto”, ha in serbo per noi.
Chiesa di San Nicola
Nel cuore del centro, si staglia la seicentesca parrocchiale di San Nicola di Bari, con interno a tre navate barocche dove ammirare un pregevole coro ligneo e un importante organo a canne.
La chiesa nasce dall’ampliamento di una cappella privata restaurata negli anni Settanta ed è dedicata a San Nicola di Bari per sottolineare il legame con la Puglia, meta dei pastori abruzzesi durante la transumanza.
La facciata esterna mostra ancora alcuni fori di proiettili sparati durante la Seconda Guerra Mondiale.
La Casa-Torre e la torretta della Saettèra
Da vedere poi la casa-torre cilindrica, risalente al 1400 e ancora oggi abitata, e la cinquecentesca torretta della Saettèra che dalla parte più alta del borgo domina tutta la vallata sottostante.
Dalle sue piccole inferriate si potevano lanciare agevolmente frecce, o saette, contro i briganti.
Chiesa Santuario di Santa Lucia
Su una piccola altura a 300 metri dall’abitato, in posizione dominante sul Lago di Barrea e la Valle del Sangro, la chiesa santuario di Santa Lucia, ricostruita dopo il terremoto di Avezzano del 1915, conserva l’originale struttura a croce greca che la lega all’antica storia dei monaci maroniti che qui giunsero dal Libano.
È da sempre meta di pellegrinaggio.
Museo del Lupo appenninico
Sulla collina di fronte a Civitella, accanto al Centro visita del Parco Nazionale d’Abruzzo, da non perdere è il Museo Area Faunistica del Lupo, che raccoglie una ricca documentazione sul lupo dell’Appennino, sulle sue abitudini di vita e sul rapporto con l’uomo.
Pannelli illustrativi, uno scheletro ricostruito, un lupo imbalsamato e una tana con finti lupi vi faranno conoscere da vicino questo splendido animale.
Ma non soltanto: a testimoniare il forte legame che Civitella ha con il lupo è anche, poco lontano dal Museo, l’area faunistica di quattro ettari circa in cui vivono alcuni esemplari in semi-libertà.
Uno sguardo sul Lago di Barrea
Il suggestivo borgo abruzzese dona anche l’opportunità di ammirare uno scorcio del Lago di Barrea, di cui rappresenta idealmente il terzo vertice insieme a Barrea e a Villetta Barrea.
Oltre a scorgere il lago salendo lungo la stradina che, alle spalle del Museo, conduce a un piazzale panoramico, da Civitella è consigliabile concedersi una gita fuori porta proprio a Barrea che, ancora oggi, mantiene intatto l’aspetto di borgo medievale fortificato e, tra le stradine lastricate, custodisce palazzi storici, chiese antiche, case in pietra e il Castello, fortezza edificata tra l’XI e il XII secolo.
Una gita al Parco della Camosciara
Infine, per gli amanti delle escursioni e del trekking, da Civitella Alfedena partono sentieri che conducono alla Riserva Integrale della Camosciara, uno spettacolare anfiteatro roccioso dolomitico (composto da dolomie e calcari) di 50.000 ettari di superficie con un ulteriore anello di 80.000 ettari.
Si tratta di un’oasi naturale tra le aree più apprezzate e riconosciute grazie all’eccezionale patrimonio naturalistico rimasto intatto senza alcun intervento da parte dell’uomo né sulla fauna né sulla flora che risulta, così, incontaminata.