Natale a Toirano: il borgo dei presepi che si accendono tra i caruggi

A Toirano il Natale si accende con oltre 180 presepi, tradizioni liguri e atmosfere autentiche che trasformano il borgo in un museo a cielo aperto

Pubblicato:

Flavia Cantini

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A Toirano (nell’entroterra savonese) il Natale è un rito collettivo, un gesto condiviso che si rinnova di anno in anno e che trasforma il borgo in un museo a cielo aperto dove la tradizione del presepe è un patrimonio vivo, custodito e tramandato come un’eredità preziosa. I caruggi si rallegrano con allestimenti grandi e piccoli, a volte semplici, altre volte sorprendenti, ma tutti accomunati dalla stessa cura affettuosa che da sempre caratterizza questo paese della Val Varatella.

L’origine della manifestazione affonda le radici nel 1997, quando due cittadini (Orlando Boccone ed Ernesto Bacchetti, figura molto amata e oggi ricordata con emozione) ebbero l’idea di esporre i loro presepi e di riprendere, così, un’abitudine antica. All’inizio del Novecento, infatti, molte famiglie toiranesi allestivano il presepe davanti a casa, affacciandolo su strade e finestre affinché diventasse parte della vita comunitaria.

Negli anni, grazie anche al lavoro del Museo Etnografico della Val Varatella, la piccola esposizione è diventata una rassegna che richiama non solo gli abitanti del borgo, ma anche appassionati, associazioni e artisti provenienti da tutta la Liguria e da altre regioni. Oggi Toirano si anima con oltre 180 presepi disseminati tra i caruggi del centro storico, nella contrada Barescione e in quella di Dari, dando vita a un percorso diffuso che racconta un pezzo della sua identità.

Un itinerario tra più di 180 presepi

Passeggiare per Toirano nel periodo natalizio significa entrare in un mondo in cui ogni angolo ha qualcosa da svelare: un portone socchiuso che custodisce una natività, una finestra che si illumina di colori, un’edicola in pietra che fa da scenografia a una minuscola rappresentazione. L’Itinerario dei Presepi non è competitivo e forse è proprio questo a renderlo speciale: ciascuno porta il proprio contributo, senza classifiche, come un dono alla comunità e ai visitatori.

Per orientarsi tra le vie del borgo esiste una mappa che segnala la posizione di ogni presepe, con il nome del creatore e il numero dell’allestimento: una guida preziosa che permette di non perdere neanche una delle interpretazioni sparse lungo il percorso. Le creazioni spaziano dal presepe più classico a quelli più originali e contemporanei, realizzati con materiali che raccontano la fantasia e l’ingegno dei partecipanti: legno, vetro, carta, cartapesta, ceramica, plastica, ferro, materiali di recupero trasformati con maestria in piccole opere scenografiche.

Il risultato è un viaggio nella creatività popolare, una galleria diffusa che parla di mani abili, memorie familiari, tradizioni condivise e un desiderio comune di far vivere il Natale nel modo più autentico.

Il Museo Etnografico e la tradizione presepiale ligure

Accanto al percorso all’aperto, il Museo Etnografico della Val Varatella è un riferimento fondamentale per chi vuole approfondire la storia del presepe in Liguria. Da decenni ospita una mostra dedicata al presepe popolare ligure, arricchita anno su anno da nuove donazioni. Qui si trovano i celebri “macachi” albisolesi, le statuine di terracotta dipinta a freddo, tipiche della tradizione savonese di fine Ottocento: sono figure semplici e vivaci, nate per raccontare il quotidiano e la fede con materiali poveri e colori brillanti.

Accanto ai macachi si possono ammirare oggetti devozionali risalenti al XVIII, XIX e XX secolo: piccoli capolavori creati con carta, legno, cera e altri materiali umili, ma capaci di trasmettere una spiritualità concreta e legata al territorio.

Al piano nobile del Palazzo D’Aste – Del Carretto, invece, il presepe diventa arte. Vi sono esposte due natività di grande valore: un presepe di fine Settecento, con figure di cera provenienti da una collezione privata, e un allestimento dedicato ai Santons provenzali, ambientato nelle sale di rappresentanza del palazzo.

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