Francia, le nove città disabitate che inquietano i turisti

Disabitate e avvolte nel silenzio, queste nove città francesi custodiscono una memoria forte più del tempo

Pubblicato: 25 Novembre 2018 18:18Aggiornato: 23 ottobre 2024 15:31

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Redazione

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Durante la Prima Guerra Mondiale diverse città francesi del Dipartimento della Mosa, sul fronte Occidentale del Paese, furono completamente distrutte. Alcune di loro non vennero più ricostruite e ancora oggi sono città fantasma, disabitate e dimenticate, ma non dai francesi e dai turisti che continuano a visitarle.

Tutto quello che c’è da sapere su questi nove villaggi morti.

Le città disabitate in Francia: la loro storia

Ci sono nove città in Francia che da tempo sono considerate morte, sono quelle che durante la Prima Guerra Mondiale – il terribile conflitto che ha imperversato per diversi anni in Europa a inizio Novecento – sono state distrutte e si trovano nel Dipartimento della Mosa. E mentre tre di loro sono state parzialmente ricostruite, le altre sono totalmente distrutte.

Alla fine dei combattimenti i centri rimasti disabitati o ridotti a un cumulo di macerie, infatti, furono ribattezzati ‘villaggi morti per la Francia’. Il valore simbolico che continuavano ad avere nella memoria collettiva popolare, spinse le istituzioni francesi a conservarli come ‘comuni’ in memoria dei tragici eventi di cui furono testimoni. Così, quando nel 1919 si tennero le prime elezioni municipali dopo la famosa Battaglia di Verdun, lo Stato preferì tutelarne la memoria anziché inglobarli nei comuni vicini.

Oggi, queste città disabitate sono amministrate da un Consiglio Municipale composto da tre rappresentati nominati dal Prefetto del dipartimento. L’elenco delle città include: Beaumont-en-Verdunois, Bezonvaux, Cumières-le-mort-homme, Fleury-Devant-Douaumont, Haumont-Près-Samogneux, Louvemont-Côte-Du-Poivre, Ornes, Douaumont e Vaux-Devant-Damlou. Di questi villaggi, i primi 6 contano zero abitanti, mentre gli altri una manciata e un altro è stato parzialmente ricostruito.

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Turisti in visita alla cappella di Fleury, uno dei villaggi disabitati

Dove si trovano i villaggi morti e come vengono amministrati

Questi nove si trovano tutti nelle regioni della Mosa e attirano ogni anno un gran numero di turisti che tra stupore e sgomento accorrono per visitare i luoghi che la storia ha trasformato in veri e propri santuari. Un po’ come Chambon sur Lignon, il villaggio della Loira oggi diventato un museo-monumento in onore dei caduti durante la Seconda Guerra Mondiale.

In questi luoghi il tempo sembra essersi fermato. Ogni città ha mantenuto il proprio codice postale, i colori ufficiali esposti sul gagliardetto e perfino un consiglio municipale, con tanto di Presidente che – per ovvie ragioni – non può essere eletto dal popolo ma nominato dal Prefetto. E poco importa se all’anagrafe il numero dei cittadini registrati è quasi sempre zero.

Fleury-devant-Douaumont, storia di uno dei villaggi

Fleury è forse uno dei villaggi più suggestivi dei 9 comuni morti per la Francia. Sorge proprio in mezzo a un bosco con delle radure verdeggianti e ha una cappella dove un tempo sorgeva la chiesa del paese. Oltre ai villaggi, aperti tutto l’anno e considerati sicuri da visitare anche per i turisti, sono stati eretti alcuni musei e altri siti per commemorare i soldati che hanno perso la vita in battaglia.

Nulla rimane di Fleury-devant-Douaumont tranne le rovine di pietra delle fondamenta di alcune case. I sentieri ricalcano le strade e vengono segnalati gli edifici che nel passato sorgevano lungo le sue vie.

Nella zona intorno

Appena fuori dalla Zona Rossa, ovvero i 120 ettari di campo di battaglia, c’è un piccolo museo, il Romagne ’14 -’18, che racconta le storie di alcune famiglie e ospita una vasta collezione di cimeli di guerra. Un po’ più a sud di Fleury-devant-Douaumont, sorge il Mémorial de Verdun inaugurato nel 1967 che offre ai visitatori una panoramica completa su quel che rappresentò la Grande Guerra per gli abitanti di quella regione.

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L’Ossario di Douaumont a memoria della Grande Guerra

Ad una manciata di minuti d’auto si può raggiungere l’Ossario di Douaumont. Qui riposano le spoglie dei 130 mila soldati francesi e tedeschi sfollati dopo i combattimenti. Pochi passi più in là, su una collina, c’è un piccolo cimitero che domina la vista con la sua impressionante distesa di 15.000 lapidi bianche – cristiane, ebraiche e anche musulmane – posate al suolo a ricordo del sacrificio delle forze coloniali francesi che si unirono per sconfiggere i tedeschi durante l’acerrima battaglia di Verdun.

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