Per viaggiare nella Corea del Sud servirà il K-Eta: cos’è

Per entrare in Corea del Sud sarà necessario ottenere il K-Eta, un'autorizzazione elettronica volta a semplificare i controlli di frontiera

Pubblicato: 27 Dicembre 2024 10:30

Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

La Corea del Sud è una delle mete di tendenza per il prossimo anno, e sono molti i viaggiatori che si domandano quali siano i documenti necessari per viaggiare nel Paese (oltre al passaporto). Attualmente non occorre il visto per i cittadini italiani che si recano per soli motivi di turismo e per soggiorni inferiori ai 90 giorni, a condizione di non svolgere attività remunerate.

Tuttavia in questi casi è in vigore un sistema di autorizzazione di viaggio elettronico chiamato K-Eta, da richiedere almeno 72 ore prima della partenza ma che, nonostante le notizie di alcuni giorni fa, sembrerebbe non essere più necessario nemmeno a partire da gennaio prossimo. Ma cos’è esattamente il K-Eta e come funziona? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Cos’è il K-Eta?

Il K-Eta è un sistema di autorizzazione elettronica che consente al governo della Corea del Sud di monitorare l’ingresso di viaggiatori senza obbligarli a presentarsi presso un consolato o a richiedere un visto. L’idea alla base di questa procedura è simile a quella del sistema ESTA degli Stati Uniti, ovvero una registrazione online che verifica se un cittadino di un Paese esente da visto possa entrare in Corea del Sud per motivi turistici o d’affari.

Il sistema è già attivo dal 2021, ma fino a ora l’esenzione dalla registrazione è stata prorogata più volte, anche per gli italiani. L’ultima decisione del governo sudcoreano è stata infatti quella di estendere l’esenzione fino al 31 dicembre 2025, una decisione presa per sostenere il flusso di turisti internazionali, in particolare dopo i periodi più critici della pandemia.

Chi dovrà richiedere il K-Eta?

Stando agli ultimi aggiornamenti, da gennaio 2026 i cittadini dei 67 Paesi esenti da visto, tra cui Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e Giappone, dovranno obbligatoriamente richiedere il K-Eta prima di imbarcarsi per la Corea del Sud, il paradiso della tecnologia.

L’autorizzazione elettronica, che può essere ottenuta facilmente tramite il sito ufficiale (o app mobile) in pochi minuti, ha una durata di due anni e consente viaggi brevi (fino a 90 giorni) senza la necessità di un visto tradizionale.

L’elenco completo dei Paesi che beneficiano di questa esenzione è disponibile online, dove è possibile consultare anche altre informazioni pratiche riguardo il sistema K-Eta, come le modalità di pagamento e la procedura in caso di diniego.

La richiesta per ottenere l’autorizzazione K-Eta è semplice e veloce. Dopo aver compilato un modulo online con i propri dati personali e informazioni sul viaggio, è necessario effettuare un pagamento (solitamente una cifra simbolica) tramite carta di credito o altri metodi elettronici. Una volta approvata la domanda, il viaggiatore riceverà una conferma via email e sarà pronto a partire, con il K-Eta legato al proprio passaporto.

Il sistema K-Eta è stato progettato per velocizzare i controlli di frontiera e migliorare l’esperienza del viaggiatore, evitando lunghe attese ai punti di controllo. Sebbene la procedura sia semplice, è fondamentale fare attenzione a inviare informazioni corrette e complete, poiché un errore potrebbe portare a un diniego dell’autorizzazione.

Proroga dell’esenzione fino al 2025: un aiuto per il turismo

Nonostante l’iniziale introduzione obbligatoria del K-Eta per il 2025, la Corea del Sud come già accennato ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2025 l’esenzione da questa procedura per i cittadini di 67 Paesi, Italia inclusa. Si tratta di una misura strategica volta a stimolare il turismo e facilitare l’ingresso dei visitatori stranieri, in particolare a fronte delle difficoltà legate alla pandemia che tuttora non ha permesso di riportare i flussi turistici nel Paese asiatico ai livelli pre-Covid19.

Questa decisione arriva proprio mentre il Paese sta cercando di rilanciare il settore turistico e accogliere un numero maggiore di turisti internazionali. Il governo sudcoreano ha infatti promesso di semplificare ulteriormente le procedure di ingresso, sperando che queste misure possano contribuire a un aumento degli arrivi.

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