Viaggio tra le colline Unesco del Monferrato

Meno "battuta" delle vicine Langhe, questa zona del Piemonte regala alcune chicche decisamente inaspettate

Pubblicato: 21 Ottobre 2020 15:07

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

L’autunno è il momento migliore per visitare le colline del Monferrato, Patrimonio Unesco. In questa stagione i colori dei vigneti esplodono in tutta la loro bellezza. Ma tutta la provincia di Alessandria vale un viaggio. Meno “battuta” delle vicine e popolarissime Langhe dal turismo di massa, regala alcune chicche decisamente inaspettate, che si trovano solo da queste parti.

I Colli Tortonesi, il Gaviese, l’Alto Monferrato ovadese e acquese, il Monferrato casalese: ogni angolo della provincia è la meta perfetta per esplorazioni lente, a caccia del mix di colori più suggestivo.

Tra i luoghi imperdibili di questa zona del Piemonte ci sono gli “infernot”, le cantine sotterranee scavate per chilometri e chilometri sotto gli abitati. Qui la temperatura e l’umidità costanti, l’assenza di luce, di spifferi di aria e di rumore offrono le condizioni ottimali per la conservazione delle bottiglie di vino più pregiate. I locali sono spesso angusti e furono realizzati nella metà dell’800, per poi cadere in disuso nel 1900, ma restano dei piccoli capolavori architettonici che si possono visitare.

Fonte: A. Sgarito per Alexala
La vigna Macario e la Chiesa delle Grazie a Cella Monte @A. Sgarito per Alexala

Immancabile è scattare una foto stando seduti su una “big bench”, le panchine giganti, nate proprio per godere del paesaggio vitato, sentendosi come i Lillipuziani dei “Viaggi di Gulliver.” L’idea è stata del designer americano Chris Bangle che, con l’aiuto di alcuni amici, ha creato la prima panchina gigante di Clavesana, in provincia di Cuneo, dando così il via a un vero e proprio progetto chiamato “Big Bench Community Project“.

A pochi chilometri da Casale Capitale del Monferrato, sulla strada panoramica “della Mandoletta”, la Valle Ghenza vale un viaggio. Con i borghi di Rosignano Monferrato, il cui paesaggio vitato era il soggetto preferito delle opere di Angelo Morbelli, grande pittore divisionista, che qui ebbe la casa di campagna, o di Sala Monferrato o ancora di Vignale, il cui toponimo da solo è indicativo del territorio. In tutti questi borghi sono state posizionate delle “big bench” panoramiche, si può dunque fare il tour alla ricerca delle panchine giganti.

Fonte: A. Sgarito per Alexala
La “big bench” di Sala Monferrato @A. Sgarito per Alexala

E se si ha ancora un po’ di tempo, si può scollinare per raggiunge il piccolo borgo di Lu, con la sua “big bench” a presidio dei “bric e foss” (il mare di colline) a 360 gradi, in una suggestiva strada da percorrere a piedi, che collega il borgo a quello di Cuccaro. Piccola digressione da Rosignano prima di andare a Vignale: imperdibili i borghi di Cella Monte, Borghi più belli d’Italia e sede dell’ecomuseo della pietra da Cantone, quella che ha reso famosi gli “infernot”), Moleto, con il bosco interno verso Ottiglio dai colori spettacolari, e Olivola, entrambi borghi incastonati sui bricchi e dal candore bianco di questa particolare pietra.

Per chi ama camminare, il percorso più bello da fare nel Monferrato è il suggestivo percorso di Sala Monferrato, il numero 740 indicato dal CAI, chiamato “Sala tra santi e vigne”. È un itinerario ad anello di 9 km che passa proprio nel punto in cui vi è la panchina gigante, posta vicino alla bella chiesa barocca di San Grato. È un percorso aperto e altamente panoramico che si snoda in gran parte tra le vigne, per godere delle loro infinite sfumature di colori.

Se si preferisce muoversi in bicicletta, ecco allora che il percorso bike “Unesco” Rosignano Monferrato – Cella Monte-Sala Monferrato che parte dal punto più alto di Rosignano, dalla chiesa della Madonna delle Grazie, vicino alla famosa “big bench” del paese, e che va in direzione di Cella, tra le vie delle caratteristiche case di pietra da Cantone a fare da cornice alla pedalata fino in cima al paese, con il bellissimo scorcio panoramico su Rosignano.

I due paesi sono il tipico esempio dei “bric e foss” ovvero il saliscendi di colline in cima alle quali si erge un borgo. E, seguendo il percorso in direzione di Sala Monferrato, è tutto un susseguirsi di colline e di vigneti che si inseguono fino all’orizzonte dove si staglia la catena delle Alpi Marittime, sino alla bellissima “big bench” vicino alla suggestiva chiesa seicentesca di San Grato, circondata da vigneti.

Si prosegue in direzione di Ottiglio dove, poco prima di entrare nella parte bassa del paese, seguendo le indicazioni del sentiero “valle dei Frati”, si raggiunge la piccola frazione di Cella Monte (chiamata Coppi). Qui si trova la chiesetta campestre di Sant’Anna, posta in cima alla collina, da cui i ammirare i panorami del Patrimonio Unesco e la divertente vigna con i matitoni colorati.

Fonte: A. Sgarito per Alexala
I matitoni colorati a Cella Monte @A. Sgarito per Alexala

Proseguendo sul fil rouge delle panchine giganti affacciate sui vigneti, è un attimo arrivare nell’Alto Monferrato acquese girovagando alla ricerca della “big bench” di Strevi. Ribattezzata anche “dell’amicizia”, si trova in mezzo a vigneti bellissimi che producono vini passiti pregiati (e per questo la panchina è gialla) e anche qui lo spettacolo è assicurato, specialmente sulla vigna “Scrapona”, dal dialetto “arrampicata”.

Insomma, questo territorio del Monferrato è una vera scoperta, da fare in giornata o in un weekend, d’autunno, ma anche in qualunque periodo dell’anno.

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